La giornata di ieri, lunedì, ha visto ancora una volta prevalere la propensione al rischio. Ciò ha spinto le azioni in forte rialzo ma l'accelerazione si è un po' smorzata nelle ultime ore e lo si percepisce dai rendimenti obbligazionari che rispetto a ieri stanno tirando un po' il fiato. Ciò, ovviamente, fa sì che il dollaro abbia recuperato parte del terreno perso nelle ultime 24 ore. Regge però un altro dollaro, quello australiano (il che riflette chiaramente uno scenario da risk-on), mentre l'oro continua la correzione. Wall Street è sull'orlo di un breakout molto importante, ovvero dei massimi plurisettimanali e con i future che stanno accelerando al rialzo sembra esserci questa volontà.
In tutto questo contesto stona, come sempre ultimamente, il petrolio che cala nuovamente con forza. Le tensioni tra USA e l'Iran scaturite in seguito alla presenza di navi armate nel Golfo Persico fortunatamente non sono cresciute e l'attenzione è tornata a spostarsi sul massiccio eccesso di offerta dovuto al crollo della domanda e alla mancanza di capacità di stoccaggio negli Stati Uniti .
Guardando il calendario economico odierno alle ore 16 verranno rilasciati i dati sulla fiducia dei consumatori del Conference Board. Dato che dovrebbe aver fatto un bel tonfo ad aprile, portandosi a 87,9 (in calo dai 120,0 di marzo). Sarebbe la lettura più bassa da giugno 2014. L'indice composito Fed di Richmond dovrebbe unirsi ad altre indagini regionali della Fed negative e perdere fortemente terreno ad aprile, fino a -34 (da +2 a marzo).