In questi giorni è evidente come la propensione al rischio sia regolata dalla vicenda Brexit. Sicuramente il mercato ha risentito della nuova, sonora bocciatura all’accordo siglato da Theresa May, significa – come tra l’altro sta sottolineando Barnier proprio in questi minuti – una maggiore incertezza su quello che sarà il future UK con o senza Europa. E’ evidente che gli operatori, quando a prevalere è l’incertezza, preferiscono la cautela.
Cautela indotta anche da un altro elemento, ovvero oggi il Parlamento Britannico voterà l’opzione “no-deal” e qualora dovesse prevalere la bocciatura di un’uscita senza accordo (l’uscita disordinata sarebbe una catastrophe) la propensione al rischio potrebbe tornare. Viceversa potrebbe letteralmente crollare. Per quanto riguarda il Cable molti analisti ritengono che la tenuta del supporto 1,30, nonostante la forte volatilità di ieri, rappresenti un’indicazione di cauto ottimismo. Venendo alla May, è evidente come la sua posizione sia sempre più traballante e in circostanze normale una seconda sconfitta parlamentare del governo avrebbe sortito effetti deleteri nella tenuta dell’esecutivo.
Varcando i confine del Regno Unito l’inflazione USA sotto le attese ha sicuramente frenato i tori del dollaro e ha contribuito a trascinare l'oro nella fascia di prezzo chiave compresa tra 1.300 e 1.310 dollari. Idem l’euro dollaro, tornato a gravitare attorno a 1,13.
Wall Street ha chiuso una sessione contrastante, con l’S&P 500 +0,3% a 2791 punti mentre il Dow chiudeva con -0,4% sulla continua pressione di vendita del titolo Boeing (NYSE:BA). I futures USA sono stati sostanzialmente piatti durante la notte, il ché ha avuto ripercussioni sul Nikkei -1,0% e Shanghai Composite -1,1%. In Europa, dopo un avvio cauto, sembra esserci voglia di rialzo. Nel forex torna una sterlina tonica, mentre la mancanza di propensione al rischio si è fatta sentire su Aussie e Kiwi . Nelle materie prime, detto dell’oro, la notizia che i sauditi potrebbero limitare le esportazioni di petrolio sta avendo evidenti ripercussioni sull’andamento del petrolio greggio.
Nel calendario economico, attenzione alle dichiarazioni del cancelliere britannico Phillip Hammond, che presenterà il bilancio primaverile alle 13:30 (revisione della spesa governativa del Regno Unito). Alle 11 sarà bene dare uno sguardo alla produzione industriale dell’Eurozona, che dovrebbe migliorare rispetto alla lettura precedente pur rimanendo in territorio negative. Allo stesso tempo, sarà importante tenere d’occhio gli ordini USA di beni durevoli principali delle 13:30 che dovrebbero far registrare una crescita di +0,1% a gennaio (+0,1% nel mese di dicembre). Il PPI statunitense è anch'esso alle 13:30 e si prevede un ritorno a +1,9% per febbraio (da + 2,0% a gennaio), mentre il PPI core a + 2,6%. Infine le scorte di petrolio ore 15:30 per le quali ci si aspetta un aumento + 2,9 m (+ 7,1 m la scorsa settimana).