Buongiorno ai lettori di Investing.com.
E’ cominciato un nuovo anno, il 2019, ma sembra che i mercati finanziari siano destinati a continuare sulla falsa riga dei mesi scorsi. Il sentimento non è per nulla positive e lo si evince dall’acquisto di asset rifugio a discapito dell’azionario. Attenzione però, perché in questi giorni potrebbero arrivare parole importanti sia da Washington che da Pechino inerenti la guerra commerciale. Contestualmente ci sono delle giustificabili preoccupazioni legate al rallentamento dell’economia cinese visto e considerato che il PMI manifatturiero è stato più debole del previsto scendendo in territorio di contrazione e quindi sotto 50.
Il governo degli Stati Uniti è ancora in fase di blocco parziale delle attività amministrativa, non a caso i rendimenti dei titoli di stato USA perdono quota e con essi il dollaro sulla base dei differenziali di rendimento. L'euro è ancora una volta condizionato dalle vicende politiche e sembra aver recuperato smalto dopo che il bilancio italiano è stato approvato. Idem la sterlina, ma in questo caso la questione Brexit fa sì che la valuta britannica proceda col freno a mano tirato.
Wall Street ha chiuso l’ultima sessione del 2018 con un guadagno del + 0,8% sull'indice S&P 500 (a 2507 punti), che dopo un selvaggio dicembre ha lasciato circa un -6% nel 2018. I futures hanno perso ancora, lo 0,9%, con evidenti ripercussioni ribassiste anche sui nostri listini. Il Nikkei non ha quotato causa festività, mentre lo Shanghai Composite è sceso dell'1,1%. Per quanto riguarda le materie prime abbiamo un oro al rialzo mentre il petrolio ha perso nuovamente un punto percentuale.
Trattandosi del primo giorno di contrattazione dell’anno spazio ai dati, in particolare attenzione alla lettura finale del PMI di produzione dell'Eurozona (dicembre) che dovrebbe attestarsi a 51,4 mentre il PMI manifatturiero britannico delle 10:30 si è attestato a 54,2 contro il 52,5 atteso e il 53,6 di novembre.