I mercati stanno cominciando a riprendersi dopo lo shock petrolifero del fine settimana. L'annuncio che la produzione saudita sarebbe tornata a regime prima del previsto ha ributtato giù il prezzo del greggio e allontanato la liquidità dagli asset rifugio. Ed ecco che a questo punto l'attenzione si sta rivolgendo alla FED. Mentre i prezzi dei futures sui Fed found sono scesi negli ultimi giorni (attualmente abbiamo solo il 56% di probabilità di un taglio di 25 pb sul FedWatch del gruppo CME) il consensus sembra sia ancora orientate su un solo taglio dei tassi. Sebbene Powell abbia definito il taglio precedente un “aggiustamento a metà ciclo”, sarebbe comunque una sorpresa enorme se la Fed non dovesse tagliare i tassi durante questo incontro.
Ma teniamo conto di un elemento, ossia che la Fed è ancora in attesa di dati che giustifichino effettivamente politiche espansive e soprattutto di capire quale sarà l’esito della guerra commerciale. I consumi interni procedono bene, ma la guerra commerciale potrebbe avere delle ripercussioni proprio nelle tasche degli americani. All’interno del FOMC ci sono posizioni differenti, con i falchi Rosengren e George che probabilmente non vorranno procedere con un altro taglio. Quindi si deve mettere in conto la possibilità che la Fed non si muova. Lo statement sarà fondamentale per capire l’orientamento per gli ultimi mesi del 2019 e per il 2020.
I mercati sono prevedibilmente cauti, ma è interessante notare che il dollaro non si è rafforzato pur con rendimenti in crescita e questo significa che il biglietto verde si comporta ancora bene in un ambiente a basso rischio.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri in territorio positivo (S&P 500 + 0,3% a 3006 punti) ma i futures hanno lasciato per strada un -0,2%. I mercati asiatici sono stati leggermente negativi con il Nikkei -0,2% e lo Shanghai Composite + 0,2%. In Europa la cautela è presente anche con futures FTSE e futures DAX entrambi -0,1%. Nel forex stiamo notando un leggero apprezzamento del dollaro, con AUD e NZD che invece perdono quota (soprattutto l’australiano). Nelle materie prime la forza del dollaro continua a rappresentare un freno per oro e argento, mentre il petrolio greggio sta trovando stabilità dopo l’estrema volatilità degli ultimi giorni.
Oltre alla FED oggi è giornata d’inflazione. I primi dati sono stati quelli UK, sotto le attese su tutti i fronti. Per quanto riguarda l’eurozona non dovrebbero essere attese sostanziali variazioni, mentre in Canada potremmo assistere a una crescita su base mensile. I permessi di costruzione degli Stati Uniti delle 14:30 dovrebbero scendere leggermente a 1,30 milioni nel mese di agosto (da 1,32 milioni di luglio). Poi occhio alle scorte settimanali di petrolio per le quali è previsto un nuovo drawdown di -2,9 milioni di barili (-6,9 milioni di barili la scorsa settimana).