Sono mesi ambigui per il mercato e per l'economia. venerdì non ha fatto eccezione.
Abbiamo avuto una serie di dati economici USA (buste paga private, buste paga del settore non agricolo e tasso di disoccupazione) in uscita, ed abbiamo visto prima i rendimenti salire e le azioni crollare e poi, prima dell'inizio della sessione, queste ultime sono esplose al rialzo chiudendo la giornata in positivo. Se notate, è stata la prima volta che l'S&P 500 ha chiuso una seduta sopra l’1% da fine agosto.
E' sempre più un mercato "difficile" da interpretare. E spesso ciò che più odiamo "ammettere" è: Mi sbagliavo, non mi aspettavo che accadesse.
Nell'ultimo anno e mezzo le banche centrali hanno iniziato la loro lotta all'inflazione con il rialzo dei tassi, per la Fed il più aggressivo della storia, ma non abbiamo mai avuto una recessione. Considerando il tempo trascorso, per certi aspetti potremmo dire stiamo già assistendo ad un atterraggio morbido?
Al momento, se guardiamo una delle tendenze più importanti, tra Nasdaq e Russell, la "novità" continua ad essere la sovraperformance delle mega-cap growth, rispetto a Small-caps e Large-caps
Nel grafico notiamo la forza delle growth che hanno permesso al Nasdaq di segnare nuovi massimi storici. Quindi, quello che potremmo pensare è che i grandi continuano a diventare
più grandi e le piccole aziende continueranno a faticare. E di conseguenza chiederci: Se il mercato sta per crollare, come continuano a dirci gli economisti e molti analisti, allora perchè i Consumer Discretionary (beni secondari) continuano a mostrare molta più forza dei Consumer Staples (beni di prima necessità)?
Il rapporto tra beni voluttuari e beni di prima necessità è quello che generalmente si esamina durante i diversi cicli rialzisti dei mercati, per confermare la tendenza dei vari indici, così come nei mercati ribassisti per trovare possibili "divergenze" che potrebbero segnalare inversioni prima degli indici stessi. Da inizio anno, i titoli discrezionali stanno registrando una tendenza rialzista rispetto ai beni di prima necessità, al momento, questo è il "classico" comportamento che vediamo nei mercati "sani".
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Mentre il pessimismo nell'aria si addensa e i permabear si fanno nuovamente coraggio dovremmo chiederci: come mai non abbiamo ancora assistito ad alcuna rotazione verso i Consumer Staples, quando storicamente accade, se l'azionario è sotto pressione?
Ci siamo concentrati "troppo" sui ribassi dell'S&P500, durante quello che è stato statisticamente un periodo dell'anno per una correzione fisiologica (che potrebbe continuare ancora), dimenticandoci della stagionalità e del momento più ribassista per le azioni. Non so perché così tanti ne siano stati sorpresi.
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Mi concentrerei ancora sulla curva dei rendimenti USA invertita, più persistente e severa dall’era Volcker
Infatti la curva dei rendimenti invertita (quando i tassi di interesse a lungo termine sono inferiori a quelli a breve termine) è stata da sempre un segnale "affidabile" dell’imminente recessione. Nel corso di quest'anno si è scritto molto sull'inversione che è diventata la "normalità" del mercato, e guardando il grafico, possiamo vedere come in passato lo spread tra US10y vs US02y ha raggiunto più volte un territorio negativo come negli anni ’70, quando Paul Volcker era a capo della Fed, successivamente, ci sono state inversioni molto più contenute come negli anni ’90, nel 2000 e con la grande crisi finanziaria.
Inoltre se visioniamo il numero di giorni consecutivi della curva dei rendimenti invertita, possiamo notare come attualmente abbiamo superato i 300 giorni diventando l'inversione della curva più lunga dal 1980.
Ebbene, i segnali provenienti dal mercato gridano recessione da mesi ma un articolo di Goldman Sachs (NYSE:GS) nega la capacità predittiva della curva dei rendimenti. Ci sta dicendo che rispetto al passato non prevede il futuro dell'economia ma la politica dei tassi della Fed, è un segnale di vulnerabilità economica più che di recessione. E così, quando i rendimenti a 10 anni sono inferiori a quelli a 2 anni, significa che il mercato prevede "tagli" dei tassi. Secondo Hatzius, capo economista di Goldman, le probabilità di una recessione negli USA nei prossimi 12 mesi sono solo del 20%.
Al contrario, utilizzando il modello della curva dei rendimenti della Fed di New York basato sullo spread tra rendimenti a 3 mesi e 10 anni, mostra una probabilità di recessione del 56% nel 2024.
E se Goldman Sachs avesse ragione e la curva dei rendimenti non fosse più attendibile?
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".