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Ciò che più odiamo ammettere sui mercati: non sta andando come credevo

Pubblicato 09.10.2023, 08:45
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Sono mesi ambigui per il mercato e per l'economia. venerdì non ha fatto eccezione.

Abbiamo avuto una serie di dati economici USA (buste paga private, buste paga del settore non agricolo e tasso di disoccupazione) in uscita, ed abbiamo visto prima i rendimenti salire e le azioni crollare e poi, prima dell'inizio della sessione, queste ultime sono esplose al rialzo chiudendo la giornata in positivo. Se notate, è stata la prima volta che l'S&P 500 ha chiuso una seduta sopra l’1% da fine agosto.

E' sempre più un mercato "difficile" da interpretare. E spesso ciò che più odiamo "ammettere" è: Mi sbagliavo, non mi aspettavo che accadesse.

Nell'ultimo anno e mezzo le banche centrali hanno iniziato la loro lotta all'inflazione con il rialzo dei tassi, per la Fed il più aggressivo della storia, ma non abbiamo mai avuto una recessione. Considerando il tempo trascorso, per certi aspetti potremmo dire stiamo già assistendo ad un atterraggio morbido?

Al momento, se guardiamo una delle tendenze più importanti, tra Nasdaq e Russell, la "novità" continua ad essere la sovraperformance delle mega-cap growth, rispetto a Small-caps e Large-capsNasdaq vs Russell 3000

Nel grafico notiamo la forza delle growth che hanno permesso al Nasdaq di segnare nuovi massimi storici. Quindi, quello che potremmo pensare è che i grandi continuano a diventare
più grandi e le piccole aziende continueranno a faticare. E di conseguenza chiederci: Se il mercato sta per crollare, come continuano a dirci gli economisti e molti analisti, allora perchè i Consumer Discretionary (beni secondari) continuano a mostrare molta più forza dei Consumer Staples (beni di prima necessità)?Consumer Discretionary vs Consumer Staples

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Il rapporto tra beni voluttuari e beni di prima necessità è quello che generalmente si esamina durante i diversi cicli rialzisti dei mercati, per confermare la tendenza dei vari indici, così come nei mercati ribassisti per trovare possibili "divergenze" che potrebbero segnalare inversioni prima degli indici stessi. Da inizio anno, i titoli discrezionali stanno registrando una tendenza rialzista rispetto ai beni di prima necessità, al momento, questo è il "classico" comportamento che vediamo nei mercati "sani".

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Mentre il pessimismo nell'aria si addensa e i permabear si fanno nuovamente coraggio dovremmo chiederci: come mai non abbiamo ancora assistito ad alcuna rotazione verso i Consumer Staples, quando storicamente accade, se l'azionario è sotto pressione?

Ci siamo concentrati "troppo" sui ribassi dell'S&P500, durante quello che è stato statisticamente un periodo dell'anno per una correzione fisiologica (che potrebbe continuare ancora), dimenticandoci della stagionalità e del momento più ribassista per le azioni. Non so perché così tanti ne siano stati sorpresi.

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Mi concentrerei ancora sulla curva dei rendimenti USA invertita, più persistente e severa dall’era Volcker

spread titoli di stato USA a 10/2 anni

Infatti la curva dei rendimenti invertita (quando i tassi di interesse a lungo termine sono inferiori a quelli a breve termine) è stata da sempre un segnale "affidabile" dell’imminente recessione. Nel corso di quest'anno si è scritto molto sull'inversione che è diventata la "normalità" del mercato, e guardando il grafico, possiamo vedere come in passato lo spread tra US10y vs US02y ha raggiunto più volte un territorio negativo come negli anni ’70, quando Paul Volcker era a capo della Fed, successivamente, ci sono state inversioni molto più contenute come negli anni ’90, nel 2000 e con la grande crisi finanziaria.

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Inoltre se visioniamo il numero di giorni consecutivi della curva dei rendimenti invertita, possiamo notare come attualmente abbiamo superato i 300 giorni diventando l'inversione della curva più lunga dal 1980.

Ebbene, i segnali provenienti dal mercato gridano recessione da mesi ma un articolo di Goldman Sachs (NYSE:GS) nega la capacità predittiva della curva dei rendimenti. Ci sta dicendo che rispetto al passato non prevede il futuro dell'economia ma la politica dei tassi della Fed, è un segnale di vulnerabilità economica più che di recessione. E così, quando i rendimenti a 10 anni sono inferiori a quelli a 2 anni, significa che il mercato prevede "tagli" dei tassi. Secondo Hatzius, capo economista di Goldman, le probabilità di una recessione negli USA nei prossimi 12 mesi sono solo del 20%.

Al contrario, utilizzando il modello della curva dei rendimenti della Fed di New York basato sullo spread tra rendimenti a 3 mesi e 10 anni, mostra una probabilità di recessione del 56% nel 2024.


probabilità di recessione USA

E se Goldman Sachs avesse ragione e la curva dei rendimenti non fosse più attendibile?

Alla prossima!

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Ultimi commenti

Ma dopo il tonfo del 2022 di azioni e obbligazioni come ci si poteva aspettare un secondo tonfo nel 2023 in previsione di una recessione gia nei prezzi del ‘22? Sarebbe stata una catastrofe modello 2000-02 o 2008 senza che vi fossero i presupposti fondamentali. Si sono calcolati gli utili a 15 volte come se stessimo in piena recessione ed era previsto un calo degli utili mai accaduto. Come nel 2009 le Borse risalivano mentre i catastrofisti aumentavano e non ci si accorse prima del 2010 che i mercati erano risaliti
E certo le banche devono fare taccolta fondi prima del tonfo
Orami sotto gli articoli di Mr. Call solo spam !!... sì comunque hai ragione è quello che ti sta capitando da 6 mesi a questa parte almeno mi sa ..Casa ..😂
basta dire al biden sti finirla d prendere debito alla velocità della luce, come mai nella storia degli usa, e vedi come senza i soldi del debito come crolla tutto... come al solito, kick the can, che tanto siamo in campagna elettorale, vale tutto!
Parole S.S.
I beni di prima necessità non sono più considerati un rifugio perché l'inflazione morde soprattutto lì, e lì si fa più sentire sui portafogli delle fasce deboli. I discretionary sono acquistati da consumatori con capacità di spesa superiore, e quindi risentono meno dell'inflazione. Se proprio, questo trend dimostra che c'è un impoverimento sostanziale del ceto medio-basso. In che modo questo si traduca in una recessione o meno, è ovviamente difficile dirlo. Ma le cose vanno meno bene di quello che sembra, per il consumatore.
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