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L’oro dipende dai dati sull’occupazione, tregua per il greggio

Pubblicato 31.08.2020, 16:10
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L’oro tornerà a 2.000 dollari l’oncia questa settimana? E, se dovesse farcela, riuscirà a restare là?

Due dati sull’occupazione USA attesi questa settimana potrebbero aiutarci a capire cosa c’è in serbo per il metallo prezioso. Il primo è il report sulle richieste settimanali di disoccupazione, atteso giovedì, mentre il secondo è il dato sull’occupazione non agricola di agosto, che sarà pubblicato venerdì.

Gold Futures Daily Chart

Le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione dovrebbero attestarsi a 980.000 unità, contro gli 1,006 milioni della scorsa settimana. L’occupazione non agricola dovrebbe essere aumentata di 1,4 milioni di unità, dopo gli 1,76 milioni di posti di lavoro aggiunti a luglio. Se uno dei due, in particolare il dato mensile, dovesse risultare più debole del previsto, l’oro potrebbe decollare. Al contrario, una performance positiva dei dati potrebbe rappresentare un ostacolo per il metallo giallo.

Le parole della Fed potrebbero indicare la direzione

Gli investitori avranno inoltre l’opportunità di ascoltare le parole di tre funzionari senior della Fed mentre assimilano l’annuncio della scorsa settimana riguardo la nuova strategia della banca centrale, che manterrà i tassi di interesse vicino allo zero, anche se l’inflazione dovesse salire oltre l’obiettivo, al fine di incoraggiare la ripresa dell’economia e del mercato del lavoro.

Il vice presidente Richard Clarida terrà un discorso sul nuovo quadro di politica monetaria della Fed nel corso della giornata. Anche il governatore Lael Brainard terrà dei commenti sul nuovo piano di politica monetaria domani, mentre il Presidente della Fed di New York John Williams discuterà dell’economia e della pandemia mercoledì.

Questi discorsi saranno gli ultimi prima del solito periodo di silenzio stampa della Fed in vista del prossimo vertice di politica monetaria del 15-16 settembre.

Sebbene i dati sull’occupazione ed i commenti dei funzionari senior della Fed possano avere un forte impatto sulla direzione dell’oro, ci sono anche degli elementi sul grafico che possono influenzare il tira e molla del metallo prezioso questa settimana.

In apertura degli scambi di fine agosto e della prima settimana di settembre questo lunedì, l’oro ha visto un rialzo in Asia, arrivando a 15 dollari in meno dal livello di 2.000 dollari, prima di scendere ancora.

Forza nel grafico evidente per l’oro

Il trend in salita sembrava essere una continuazione della volatilità che ha fatto oscillare il prezzo dell’oro di 50 dollari o più al giorno a volte, ma i grafici indicano anche un supporto tangibile per i livelli più alti dopo che sia il prezzo spot che i contratti dei future di riferimento hanno dimostrato di poter superare la resistenza chiave da venerdì.

“Il primo ostacolo da superare è 2015, seguito dal massimo a 2075”, scrive in un articolo su Daily FX l’esperto di strategie dei metalli preziosi Paul Robinson.

“Potrebbe volerci un po’ di tempo, perciò sarà necessario avere pazienza prima che la folla dello slancio torni”.

Dall’altro lato, Robinson spiega che è stato fondamentale che il prezzo spot non abbia perso il suo supporto di 1.902 dollari, o il bottom segnato l’11 agosto. Si sarebbe trattato di un crollo di 70 dollari dai livelli attuali e non sembra probabile nell’immediato, anche se, considerati i capricci dell’oro di questo mese, non si può mai dire.

Ha aggiunto:

“Dopo essere schizzato ad un apice all’inizio del mese, l’oro è diventato più docile, assimilando l’impennata da marzo. Al momento, c’è un buon supporto su cui fare affidamento tramite il massimo del 2011 e la linea di trend da marzo. Questo supporto di intersezione confluente da varie angolazioni rappresenta una bella linea di demarcazione”.

La cosiddetta intersezione confluente dimostra che l’oro potrebbe subire ulteriori oscillazioni prima di tentare di correre sopra il livello di 1.985 dollari, sebbene ciò non sia un male in quanto ogni calo attira una nuova ondata di acquisti. E prosegue Robinson:

“L’avanti e indietro che abbiamo visto dal massimo sta formando un pattern wedge che suggerisce che potremmo assistere in effetti ad un’altra corsa più prima che poi.

In sostanza, l’oro si trova su un buon supporto che sembra essere un punto allettante da una prospettiva di rischio/ricompensa per gli aspiranti long. Un’infrazione al di sotto potrebbe far precipitare le cose però, avvantaggiando le short su breve termine”.

Il dollaro affronta una “battaglia ardua”

Mentre l’oro dimostra una forza tecnica, la sua nemesi, il dollaro, si è considerevolmente indebolito dalla scorsa settimana, fa notare l’agenzia di investimenti Pimco.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro sei principali valute, si ritrova ad affrontare una “ardua battaglia” per trovare supporto, in quanto la nuova attenzione della Fed su un’inflazione media maggiore su un periodo di tempo più lungo suggerisce una politica monetaria accomodante che non farà altro che far scendere i rendimenti. Afferma Pimco in un comunicato:

“Riteniamo che il livello senza precedenti di supporto fiscale, l’atteso impegno della Fed di compensare i passati sforamenti dell’obiettivo di inflazione e l’impari ripresa USA probabilmente saranno causa di deprezzamento per il dollaro in tutti gli scenari tranne quelli più ciclici”.

A prescindere dall’impatto dell’arrivo di un vaccino per il coronavirus, il dollaro potrebbe indebolirsi anche contro valute rivali come aussie, loonie, corona norvegese, yuan cinese e won coreano, spiega.

Il greggio riceve una lieve spinta

Per quanto riguarda il greggio, il prezzo sale questo lunedì in scambi cauti, con gli investitori che rivalutano il mercato dopo che la scorsa settimana l’uragano Laura ha perlopiù risparmiato l’industria energetica USA da quello che sarebbe potuto essere un disastro.

Crude Oil WTI Futures Weekly Chart

Goldman Sachs in una nota ha annunciato di aver alzato le stime sul terzo trimestre 2021 per il Brent di 5 dollari al barile a 65 dollari. Spiega:

“Sebbene gli attuali fondamentali deboli (o un evento di avversione al rischio per più asset) possano ancora comportare un selloff del prezzo spot a breve termine, vediamo un interessante rapporto rischio-ricompensa per andare long sui prezzi del Brent più lontani, e consigliamo una posizione long sul Brent al 21 dicembre”.

 

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