“L'inflazione è come il peccato; ciascun governo la denuncia, però ciascun governo la pratica" (Georg Christoph Lichtemberg)
Secondo le ultime rilevazioni della Bce si potrebbe assistere ad un peggioramento dell’accesso al credito da parte di famiglie e imprese nei prossimi mesi. L’inflazione è una tassa che colpisce tutti in maniera indiscriminata ma inizia a rallentare come hanno dimostrato i dati di Germania e Spagna diffusi ieri. A questo si aggiunge il deterioramento del clima economico. Un insieme di notizie che fanno pensare come anche in Europa il picco dei tassi di interesse potrebbe essere raggiunto e la Bce cambiare direzione. Per questo le Borse sono salite ulteriormente anche se non hanno completamente recuperato il ribasso dell’inizio del mese. Milano infatti lascia sul terreno quasi il 3% nonostante abbia chiuso ieri la quarta seduta consecutiva al rialzo. Manca però ancora la giornata di Borsa odierna che sarà caratterizzata da importanti scadenze tecniche che potrebbero favorire un ulteriore balzo degli indici. Attenzione inoltre ai dati macro in uscita oggi: la variazione e il tasso di disoccupazione in Germania a marzo (stima 5,5%), l’inflazione nell’eurozona a marzo (stima +7,1% annua, +0,8% mensile), e l’indice dei prezzi delle spese personali principali a febbraio in Usa. Alle 17:00 infine è atteso un discorso della Presidente della BCE Lagarde.
Punti di vista
Per JP Morgan (NYSE:JPM), la recessione sarà più robusta di quello che si poteva preventivare alcuni mesi fa. Secondo gli esperti il mercato si sta muovendo tra esuberanza irrazionale e pessimismo cosmico. Poca invece l’attenzione sui fondamentali e troppo sulle aspettative e le parole dei banchieri centrali. Un segnale di poca solidità del rialzo in corso che fa pensare a un movimento laterale da parte delle Borse nei prossimi mesi favorendo una fase di accumulazione in attesa di quello che sarà il vero trend del mercato. Ma le opportunità non mancano, come da esempio nel reddito fisso, in particolare nel governativo ed investment grade. Meno ottimismo per il growth, che viene giudicato “caro” dopo il rally iniziato nel dicembre 2022. Per gli esperti la crisi delle banche e le pressioni sul sistema finanziario americano restano al centro dell’agenda dei mercati, ma pur essendo difficile prevedere gli impatti la situazione è ben diversa dal 2008 e non rischiamo di entrare in una crisi simile.
Il tech è toro
Nonostante in Usa il mercato del lavoro abbia riportato peggio delle attese e con la nuova lettura il Pil del quarto trimestre sia stato rivisto al ribasso per Wall Street è quella che volge al termine è stata la migliore settimana da gennaio. Il Nasdaq 100 ha messo a segno una performance del +20% da dicembre 2022 entrando ufficialmente in mercato toro. Tra i best performer Invidia che archivia il migliore trimestre da 20 anni: +70%, Meta Platform è sui massimi da 10 mesi, Apple (NASDAQ:AAPL) +20% quindi sempre in un mercato toro. Il riflesso delle attese sulla fine della politica monetaria restrittiva e di un taglio tassi già nel 2023. Voce fuori dal coro Ark Invest che stima una probabilità del 20% di rivedere i minimi di ottobre intorno alla metà del mese di aprile quando inizierà ufficialmente la stagione delle trimestrali statunitensi. Ipotesi che credibile solo nell’ipotesi di forte delusione dei risultati. Barclays (LON:BARC) invece lancia l’allarme per una nuova fuga dei depositi dalle banche, ma non per sfiducia ma per la caccia a rendimenti migliori di quelli del conto corrente.