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Cosa potrebbe mandare in tilt i mercati?

Pubblicato 02.03.2018, 16:21
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Buongiorno a tutti i lettori di Investing.com,

Una quindicina di giorni fa nell’articolo “è arrivato il momento di ri-posizionarsi long?” facevo delle considerazioni su quali siano solitamente le cause delle crisi dei mercati azionari e, almeno nell’imminente, escludevo una possibilità di pesanti crolli.

Oggi però mi sento di dover fare un’ulteriore appunto sul protezionismo commerciale e quindi su quanto successo nelle ultime ore: l’ annuncio Donald Trump di introdurre pesanti dazi su acciaio (25%) ed alluminio (10%).

L’utilizzo di tali “politiche” non è nuovo ma gli esiti non si possono definire certamente esaltanti. Un esempio lampante fu quello della grande depressione del 1929 le cui conseguenti strategie protezionistiche attuate per far fronte ad un mercato del lavoro in difficoltà e ridare vigore alle imprese, nei 4 anni successivi portarono invece alla perdita di circa i 2/3 del commercio internazionale.

Ma in questo caso la situazione sembrerebbe diametralmente opposta. Infatti, grazie alla riforma fiscale americana, le stime del FMI prevedono un incremento della crescita del PIL statunitense del +0.4% (2.7% anno) nel 2018 e del +0.6% nel 2019 (2.5% annuo) ed un 3.9% annuo (+0.2%) a livello globale (2019). Per l’Italia purtroppo le stime del 2019 riporterebbero il PIL all’ 1.1% annuo (dal 1.6% del 2017).

Stime FMI sui piu' importanti Paesi mondiali

Non dimentichiamo comunque che se i sopraccitati dazi sono imputabili a Donald Trump, altri erano già in vigore non solo dal 1999 (fino al 2011), ma proprio il 28 dicembre 2016, come risulta dai documenti del Federal Register, altri dazi su prodotti EU sarebbero stati messi in procinto di aumento (fino al 100%).
Federal Register 28-12-2016

Ma se la situazione economica è diametralmente opposta a quella di trovarsi in piena crisi, perché una mossa del genere?

Difficile a dirsi. Certamente il “contenzioso” sulle carni agli ormoni non è stata del tutto assorbita ma la voglia del “nuovo” Presidente di creare un’ America leader mondiale, fatta in casa e per soli “americani”, potrebbe essere considerata l’ipotesi preponderante (vedi il ritiro firmato a Gennaio 2017 per l’accordo TPP e l’intenzione di ritirarsi dal NAFTA stipulato tra USA, Messico e Canada).

Inoltre con queste premesse non so come si possa presumere di riattivare le trattative per il TTIP (EU-USA)

Ma come la storia insegna… le manie di grandezza poi…

Quali le conseguenze? Beh, una guerra commerciale tra USA, EU e Cina avrebbero conseguenze che potrebbero essere disastrose.

Perché? Se l’idea a “stelle e strisce” fosse quella di sfavorire le aziende americane importatrici, probabilmente bisognerebbe anche considerare che circa il 90% delle 2000 aziende più importanti d’America sono anche esportatrici, e il 36% di queste fanno parte del “Top 1%” (come da grafico).

Quindi una reazione a catena potrebbe indebolire tutte le economie, Italia “in primis” (il 10% delle esportazioni nazionali, più di 40 Mld. di euro, vanno negli States e inoltre l’economia nazionale già non è delle migliori).

Ma anche gli americani probabilmente non ne uscirebbero indenni. Infatti una gran parte delle aziende che oggi importano prodotti a basso costo andrebbero in difficoltà; inoltre i prezzi dei prodotti d’importazione subirebbero aumenti nei prezzi di vendita alimentando l’inflazione (senza valutare i rialzi dei tassi Fed).

Infine l’uscita dal NAFTA dovrebbe far apprezzare “forzatamente” il dollaro (che fin’ora non ha seguito invece le “indicazioni” della Banca centrale americana) disegnando nuovi difficili scenari (con i presupposti appena citati)

Export-Import USA

Allora siamo vicini all’inizio della “fine”?

Per ora ribadisco il mio: non credo. Infatti rimango dell’idea che se un crollo globale dovesse mai esserci, al di la di possibili (35%) ulteriori sostanziosi ribassi degli indici (10-15%), non dovrebbe accadere adesso.

Tutto ciò premesso, confermando la mia visione positiva sull’ "imminente futuro" 2018-19 (ma con molti dubbi sul futuro prossimo -2020-2021-), in merito al portafoglio consigliato, oggi si è provveduto a:

A) in apertura a prendere profitto su TENARIS (MI:TENR) al prezzo di 14.50 (+5.17%)
B) riaprire posizione Long su STM (MI:STM) (peso 1) al prezzo di 17.50 con target price area 20.00 (Multiday). Per ora senza stop loss

Inoltre raddoppieremo posizione su FIAT (eventuale nuovo peso 2) in caso di discese in fascia 15.80-15.50 e rientreremo in TENARIS in caso di discese in area 13.65 per target area 16.00

Settore Immobiliare: siamo vicini a portare a peso 1 tutte e 3 le posizioni (ma attendiamo news su eventuali e già programmati aumenti di capitale)

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