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Cosa potrebbe significare una recessione ora per i prezzi del petrolio in futuro

Pubblicato 26.05.2022, 16:50
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 26 maggio 2022

Al momento non è chiaro se gli Stati Uniti siano già in recessione o se ci sarà una recessione nazionale o globale in futuro. Ma, con l’aumento delle voci su questa possibilità, i trader devono essere preparati per ciò che potrebbe significare per i prezzi del petrolio.

Oil Weekly TTM

Ci sono varie opinioni su quando e se sia in arrivo una recessione. L’amministratore delegato di JPMorgan Chase Jamie Dimon vede una reale possibilità che possa succedere, soprattutto se la Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi di interesse. Secondo Dimon, c’è una possibilità su tre di una “lieve” recessione di 6-9 mesi ma, dice, c’è anche la “possibilità che sia molto peggio”.

L’ex presidente della Federal Reserve Alan Blinder afferma che una recessione è “abbastanza probabile”, parlando di una “probabilità forse tra il 50 ed il 60%”.

Si parla molto di come i prezzi alti del petrolio aumentino la probabilità di una recessione, ma si parla meno di cosa possiamo aspettarci che succeda ai prezzi del petrolio nel caso di una recessione globale. L’economista Kevin L. Klieson della Federal Reserve Bank di St. Louis nel 2001 scriveva che, all’inizio del periodo post-Seconda Guerra Mondiale, i cicli di contrazione economica non erano stati preceduti da prezzi del petrolio alti. Nei quattro trimestri precedenti alle contrazioni del 1948-49, 1953-54, 1957-58, 1960-61, e 1969-70, i relativi prezzi degli energetici erano saliti solo di circa l’1,5%, in media.

Dall’inizio degli anni Settanta, tuttavia, i prezzi dell’energia sono saliti ad una media del 17,5% prima delle recessioni economiche. Ricordiamo che si trattava di un periodo in cui gli Stati Uniti dipendevano fortemente dalle importazioni petrolifere per soddisfare la crescita della domanda. Coincide anche con l’emergere dell’influenza dell’OPEC su prezzi petroliferi e mercato petrolifero.

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I prezzi del petrolio più alti sono spesso considerati causa di recessione. Ad essere precisi, però, i prezzi del petrolio alti o uno shock petrolifero possono essere descritti come fattore di innesco o che contribuisce ad una recessione. Raramente sono l’unico motivo di una recessione.

Una recessione economica è una circostanza sfaccettata e i prezzi del carburante da soli non la causano. Tuttavia, l’OPEC ed alcuni dei maggiori produttori petroliferi come l’Arabia Saudita, spesso affermano di evitare i prezzi del petrolio alti perché si teme che contribuiscano ad una recessione globale.

Per i trader del greggio è più importante capire che impatto ha una recessione sul prezzo del petrolio.

L’impatto della recessione sul prezzo

Una recessione può far crollare i prezzi del petrolio. Durante la crisi finanziaria del 2008 e la successiva “Grande Recessione”, i prezzi del petrolio sono crollati dai 134 dollari al barile di giugno ai 39 dollari al barile nel febbraio 2009.

Tuttavia, i prezzi non sono rimasti bassi a lungo, tra tagli alla produzione OPEC e stimoli governativi, nonché timori per l’inflazione, che hanno portato ad un aumento degli acquisti della materia prima. I prezzi del petrolio tendono a scendere nelle recessioni, a meno che non ci sia qualcosa che li spinga artificialmente, come negli anni Settanta, quando l’OPEC era riuscita a fissare il prezzo.

Ma oggi, l’OPEC non fissa direttamente il prezzo. Se ci fosse una recessione ora, i prezzi del petrolio scenderebbero, perché la domanda è diminuita in scia al rallentamento dell’attività economica e gli speculatori sono nervosi.

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Non è chiaro se inflazione alta, prezzi del carburante alti ed attività economica più lenta peseranno sul sentimento dei consumatori già quest’estate. Secondo il sondaggio annuale sui viaggi estivi di GasBuddy, il 58% degli americani intende viaggiare in auto quest’estate nonostante i prezzi record della benzina.

Gli intervistati si sono detti preoccupati per l’inflazione e i prezzi alla pompa, ma confermano i piani per le vacanze estive. Tuttavia, in base ai dati dell’EIA, la domanda di benzina comincia a “mostrare segni di cedimento” per via dei prezzi più alti.

Escluso il 2020, la domanda di benzina è al minimo per questo periodo dell’anno dal 2013. Al momento risulta il 5% in meno dello scorso anno. Questi dati potrebbero indicare che i consumatori stanno cambiando comportamento per via delle attuali condizioni economiche, anche se è troppo presto per dire se questo trend persisterà in estate.

Una recessione ora o nei prossimi mesi sarebbe una situazione senza precedenti da molti punti di vista. Ci stiamo ancora riprendendo da oltre due anni di restrizioni.

E i viaggi aerei non sono ancora del tutto tornati ai livelli del 2019. L’intera industria dei viaggi ha subìto un forte sconvolgimento.

Una recessione ora ritarderebbe la piena ripresa e forse innescherebbe una nuova norma di livelli di commercio più bassi, minori movimenti globali, minore produzione generale. Tuttavia, la maggior parte delle recessioni ha breve durata e porta a forti riprese. La crisi finanziaria del 2008 è stata un po’ un’anomalia, con uno strano grafico a forma di ampia V. Ma, persino allora, i prezzi del petrolio si sono ripresi velocemente.

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La domanda, però, è se un calo dei prezzi del petrolio vedrà una successiva ripresa ai prezzi attuali (sopra i 100 dollari) o al livello post-pandemico a cui eravamo abituati nel 2021 (intorno agli 80 dollari). Questa è la maggiore incognita.

Ultimi commenti

Ok, ho letto il suo curriculum, non è scritto che fa o sa di trading. Quindi non capisco (forse) perché ogni volta nei suoi articoli si rivolga ai trader...
quando sui mercati finanziari si creano incertezze del genere verranno privilegiati titoli value e con poco debito.
Articolo poco utile, mette tanti punti di domanda e troppo vago. Ma la signora é o é mai stata trader?
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