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DailyFX Morning Adviser, calma piatta

Pubblicato 21.05.2014, 08:56
EUR/USD
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Davide Marone, 21 maggio 2014

INTRO

Un’assoluta calma piatta quella che ha caratterizzato i mercati finanziari nella giornata di ieri, difficile trovare un’espressione migliore. Valutario assolutamente immobile, salvo i movimenti visti nella notte tra lunedì e martedì su dollaro australiano e neozelandese, ed azionario idem. Bund non pervenuto ed oro con l’ormai consueta price action nervosa e non direzionale. Questo il quadro intermarket in pochissime parole, il quale evidenzia la totale assenza di volatilità e l’attesa surreale di un qualche market mover rilevante in grado di modificare gli equilibri.

La sterlina sotto i riflettori

Parlando di market mover, non possiamo che riferirci dunque alla sterlina. Ieri mattina abbiamo potuto seguire la pubblicazione dei dati sull’Inflazione che hanno messo in luce un miglioramento su base annuale dell’1,8% rispetto ad attese di 1,7% ed ad un dato precedente di 1,6%, mentre il dato core si è attestato al 2% da attese di 1,8% e precedente di 1,6%. La reazione della sterlina, come peraltro osservato ed evidenziato da un paio di settimane, non è stata particolarmente entusiasta ed è stata caratterizzata da tentativi di rialzo di brevissimo e da altrettanto rapidi rientri nel range precedente, prendendo in esame naturalmente il benchmark GbpUsd. Questa mattina avremo invece le release delle Vendite al Dettaglio e soprattutto le Minute della Bank of England, le quali però questa volta dovrebbero rivestire un’importanza minore rispetto ad altre perché successive all’Inflation Report e alla Press Conference del Governatore Mark Carney della settimana scorsa. L’unanimità dei voti su tassi di interesse e QE non dovrebbe destare infatti alcuna sorpresa, e i contenuti dovrebbero essere pressoché identici a quelli emersi dal report dal punto di vista degli scenari di crescita ed inflazione, quest’ultima sempre più vicina ai target di medio periodo. Carney nell’ultima apparizione ha ribadito che rialzi dei tassi dovranno essere graduali e a livelli consistentemente ridotti rispetto a quelli pre-crisi, non facendo naturalmente cenno alla tempistica circa questi presunti innalzamenti comunque legati a parametri quali l’incremento della produttività e dei salari reali, ancora non soddisfacenti. L’idea che comunque una forte manovra di politica monetaria da parte della Bank of England possa essere ascritta ai primi mesi del 2015 permane e questo potrà essere scontato dal valore della sterlina che, pur all’interno di movimenti tecnici legati a dinamiche di domanda e offerta, potrà permanere a valori sostenuti contro la gran parte se non la totalità delle major.

Le Minute Fed

Questa sera sarà invece il turno delle Minute della Federal Reserve, il cui core sarà verosimilmente su forward guidance e mercato del lavoro. Sul fronte tapering la strada appare piuttosto segnata e non vi sono state smentite circa il percorso di progressiva riduzione di acquisti di asset da parte dell’istituto centrale americano. Per quello che concerne il corridoio dei tassi di interesse, qui le tempistiche appaiono più differite nel tempo ed è per questo motivo che si guarda con particolare attenzione su quello che può essere anche solo un cambiamento di wording circa la forward guidance, le linee guida cioè sulla politica monetaria. E qui il dibattito in seno al FOMC appare più articolato, rispetto per esempio a quello della Bank of England; qui si scontrano visioni diverse circa il Quantitative Easing e circa i tassi di interesse, anche se finora prevale l’approccio dovish e conservativo del governatore Janet Yellen. Difficile dunque attendersi sconvolgimenti comunicativi provenienti da Washington, ma naturalmente non può essere abbassata la guardia da un punto di vista operativa dal momento che stiamo assistendo ad una sostanziale assenza di volatilità generata di fatto dall’assenza, nel breve ma anche in scenario multiday, di temi in grado di portare alla formazione di aspettative da scontare poi sui prezzi. Varrà perciò la pena di monitorare le diverse situazioni tecniche, quelle naturalmente concernenti il dollaro americano ricordando banalmente come a forti contrazioni di volatilità si alternino esplosioni della stessa, in grado dunque di condurre flussi di liquidità importanti e movimenti direzionali. L’eurodollaro in questo senso diventa quindi un sorvegliato speciale, così come il punto di riferimento azionario S&P500.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: poco da ribadire dunque per quello che concerne il cambio rispetto ai giorni passati, visto il suo totale appiattimento all’interno di un range davvero ristretto. Il grafico a 4 ore pone in evidenza l’importanza dei punti di resistenza che si estendono fino a 1,3735, in grado dunque di contenere possibili evoluzioni rialziste a favore dunque di 1,37, 1,3675 e 1,3650 che restano i supporti cruciali. Il superamento del sopracitato livello potrebbe invece condurre a buoni strappi al rialzo verso il preciso livello di 1,3775.

USD/JPY: momentum ancora ribassista per il cambio che si è riportato in area di test dei minimi a 101,10. I rimbalzi puntuali in area 101,60 ne hanno avvalorato il quadro bearish, come ben si evince dalle confluenza grafiche formata da livelli statici e media mobile esponenziale a 21 periodi su time frame a 4 ore. 101,40 la più immediata e in grado di spingere il prezzo in giù, con l’idea che permane in rottura dei minimi verso il cruciale supporto di medio periodo a 100,75 da valutare dunque in sell stop. Sul grafico orario assistiamo alla possibile divergenza regolare rialzista tra prezzo ed oscillatore stocastico che nel breve potrebbe favorire riprese proprio verso 101,40, sfruttabile con un buon rapporto rischio/rendimento. Da lì potremo contemplare nuove vendite essendo comunque pronti a valutare estensioni verso 101,60.

EUR/JPY: grafico a 4 ore molto esemplificativo anche per questo cross, anch’esso caratterizzato dalla precisione della media mobile a 21 periodi nel consentire test e ripartenze al ribasso del prezzo. La possibilità di operare in long da area 138,75 in ottica di divergenza regolare rialzista prezzo-stocastico è appetibile evidentemente visti i livelli di minimo ed i falliti tentativi di oltrepassare al ribasso il livello di 138,55. Non troppo favorevole però il rapporto risk/reward fino ad area 139,00/20, superata la quale allora si potrebbe avere buono spazio verso 139,50 e 139,90. Rotture al ribasso potrebbero dunque rivelarsi verosimile ed importanti in direzione 138,10.

GBP/USD: già ampiamente commentata nella prima parte dunque la dinamica che ha riguardato il cable e i tentativi al rialzo post-news verso 1,6865 poi prontamente rientrati. Di buon ausilio si stanno rilevando i ritracciamenti di Fibonacci disegnati dai massimi a 1,70 ai minimi di metà mese a 1,6740 che evidenziano proprio l’importanza di 1,6835, prima livello di resistenza ed ora di supporto, e 1,6865 che è stato il livello raggiunto dopo la fiammata di volatilità. Buona perciò ancora l’ottica di acquisto proprio in area 1,6835 con dunque 6865 come primo target.1,69 il livello di attrazione in caso di estensioni importanti al rialzo. Mentre uno stop loss vicino può consentire rapidi reverse verso 1,6805. 1,6780 il livello che segue.

AUD/USD: proseguite dunque anche questa notte le vendite sul cambio che sembra aver violato definitivamente l’ampio canale rialzista che conteneva la price action ormai da oltre 4 mesi. Le discese sono state precise dopo la rottura di 0,9315, fino al target di 0,9250 e ora verso area 0,9200/15. Lecite dunque le correzioni di breve in ottica di retest di 0,9250, punto di transito dell’ottima media mobile a 21 periodi del grafico orario, per definitivi approdi a 0,92. Solo superamenti al rialzo di 0,9250 potrebbero mettere in luce uno scenario di ritracciamento del percorso repentino di discesa fino con 0,9290 come primo obiettivo.

Ger30 (DAX): confusa, come tutto l’azionario, la price action dell’indice. Restano i riferimenti di 9.555 come supporto, 9.620 e 9.645 come resistenza. Sul 4 ore lo scenario ribassista è ancora quello da prediligere proprio da queste aree, le quali vanno assolutamente ricercate per operare a risk/reward favorevole, pena un’operatività davvero difficoltosa. 9.685 l’altro punto di resistenza da monitorare sullo sviluppo bullish.

XAU/USD (Oro): l’oro ormai mantiene la sua dinamica di oscillazione nervosa, restituendoci però nel complesso una quantomeno accettabile affidabilità dei livelli tecnici. 1.286, 1.292, 1.296, 1.301, 1.306. Lo scenario al momento più verosimile resta quello di possibili strappi sopra 1.296 in direzione dei target suddetti, seguito dalla violazione al ribasso di 1.292 verso il livello di 1.286.

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