Davide Marone, 12 maggio 2014
INTRO
Ci siamo lasciati alle spalle la settimana della Banca Centrale Europea e le conseguenze sul mercato, nonostante il sostanziale immobilismo di Draghi e del Governor Council, sono state importanti, e naturalmente sul fronte Eurodollaro in maniera particolare. La settimana che ci apprestiamo a vivere potrà essere molto importante da un punto di vista tecnico anche in scenario di medio periodo, oltre che per alcuni importante pubblicazioni che verranno rilasciate nei giorni a venire.
I recenti accadimenti
Osservando il grafico del cambio Eurodollaro della settimana passata, scorgiamo due eventi significativi che sono ascrivibili alle giornate di martedì e giovedì e di natura profondamente diversa dal punto di vista delle ragioni macroeconomiche sottostanti: nel primo caso, abbiamo assistito a poderosi flussi di liquidità dirigersi nella direzione di vendita di dollaro americano in maniera generalizzata contro tutte le altre valute e senza notizie sul fronte dei dati macro, che anzi pochi giorni prima avevano messo in luce un mercato del lavoro in forte ripresa negli Stati Uniti. A fronte di una politica monetaria segnata sul fronte Fed, lo sguardo lo abbiamo gettato dunque verso elementi meno evidenti sul fronte operativo che riguardano la centralità del dollaro come mezzo di scambio da parte delle economie emergenti (vedi ad esempio la Russia in seguito alle sanzioni), come valuta di riferimento per i pagamenti internazionali e per la quotazione delle materie prime; sempre in questa sede, ricordavamo che la Cina, oltre a detenere qualcosa come tre trilioni di titoli del debito americano, possiede nei propri forzieri quantità ingenti di dollari americani che se reimmessi nel mercato non farebbero che aumentare l’offerta di moneta alla voce circolante rendendo di fatto il biglietto verde più svalutato di quel che già è. E’ dunque bene porre il focus su queste tematiche tali da portare a repentine ripercussioni sui prezzi spot dei cambi valutari che, come visto, si sono comunque rivelate tecniche permettendo ingressi legati ai livelli grafici e quindi in grado di essere colte ed è questo un filone di ragionamento da curare con molta attenzione nei mesi a venire. Giovedì abbiamo invece seguito la BCE che, dopo aver confermato il corridoio dei tassi di interesse, non ha di fatto comunicato l’implementazione di misure non convenzionali pur sostanzialmente ribadendo i timori per l’inflazione molto bassa e le aspettative sulla stessa ben ancorate al ribasso. Inoltre, ed è stato questo l’aspetto più interessante, Mario Draghi ha affermato la preoccupazione per la forza della moneta unica e ha lasciato intendere che il problema è tenuto in considerazione eccome. Nonostante il ruolo dell’euro sia stato dal banchiere centrale ritenuto minoritario nella spiegazione dello scenario disinflazionistico, egli è sembrato in qualche modo motivato ad agire per evitare che l’euro giochi il ruolo da gigante che finora ha interpretato, ma che non è nelle condizioni di farlo. Il movimento visto giovedì scorso sull’eurodollaro è stato tecnico nel suo sviluppo, nel momento in cui gli acquisti hanno raggiunto quasi l’1,40 e hanno di fatto soddisfatto la restante domanda (oltre che colpito gli stop dei ribassisti di prima istanza e poi quelli dei rialzisti), per poi farci vedere uno schiacciante dominio dell’offerta ed il conseguente calo di oltre una figura fino ad area 1,3850. Ma può essere stato significativo in ottica di apristrada verso futuri ed importanti ribassi nel momento in cui il mercato percepisse davvero che la questione euro è discussa nei salotti di Francoforte e che quindi le prossime decisioni di politica monetaria impatteranno per deprimerne il valore. Queste dunque le linee guida di ragionamento che manteniamo per capire la struttura del cambio da qui alle prossime settimane e mesi, salvo naturalmente farci guidare dai livelli tecnici per le scelte operative di trading.
La settimana che ci attende
Rimanendo ancora per un attimo focalizzati sull’eurodollaro, una giornata cruciale sarà quella di giovedì nella quale a distanza di poche ore verranno rilasciati i dati sull’inflazione dell’Eurozona (alle 11) e degli Stati Uniti (alle 14.30). Attesa dunque un’alta volatilità vista l’importanza della variabile inflazione soprattutto sul versante europeo, unico faro guida delle scelte di politica monetaria a Francoforte. Settimana di grande importanza anche per la sterlina che mercoledì sarà interessata dalle release sul mercato del lavoro e un’ora dopo dal rapporto della Bank of England sull’inflazione e dal discorso del Governatore Carney che, come riferiscono alcune voci, potrebbe annunciare un rialzo del tasso di interesse di riferimento a partire dall’inizio del 2015. Dunque verosimile volatilità è attesa sul fronte valutario in un contesto che vede naturalmente le Borse come co-protagoniste dal momento che le ampie escursioni di prezzo della settimana scorsa di fatto ci hanno restituito una situazione nella quale i listini si trovano non lontani dai punti di massimo e sostanzialmente destinatari ancora di grandi flussi di liquidità, in maniera ancora piuttosto slegata dalla dinamica degli altri asset e da meccanismi correlativi con il dollaro americano. Da osservare inoltre anche il Bund tedesco su importanti livelli tecnici di massimo, con un obbligazionario che a livello globale in molti casi sta segnando record di minimi rendimenti sul mercato secondario. Tanti dunque i temi sul tavolo che avremo modo di seguire molto da vicino insieme e giorno per giorno. Veniamo ora al punto tecnico.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: il grafico settimanale del cambio ha fornito importanti conferme sul fronte della fase di distribuzione che stavamo seguendo, con quello che dunque potrebbe essere uno scenario di up trust e di importante scaricamento della domanda di medio periodo. Sullo stesso weekly attendiamo però decise conferme sotto le aree 1,3730/00. Come dunque accennato nella prima parte, il movimento dell’eurodollaro di giovedì ha messo in evidenza una dinamica di scaricamento della domanda residua sul cambio, con conseguente presa di stop dei ribassisti di prima istanza e poi un’ondata di offerta che ha poi si è alimentata degli stop dei rialzisti e di chi ha incominciato a vendere in maniera importante, pur in maniera tecnica se si osservano i supporti statici che hanno ceduto; 1,3930, 1,3905, 1,3885, 1,3865. Poi, e lo avevamo chiaramente scritto, il segnale piuttosto forte in senso ribassista ha trovato conferme con la rottura sotto 1,3850, verso 1,3810, poi 1,3775/90 ed infine 1,3750. Venendo al breve ci troviamo ora in una fase di correzione proprio su quest’ultimo livello che, sul grafico orario, mostra un’apertura settimanale in congestione con l’ottima media esponenziale a 21 periodi a fare da prima resistenza dinamica per delle ripartenze la cui portata passa naturalmente dalla violazione dei minimi a 1,3750 verso 1,3730 e la fondamentale area di 1,37. Prudente invece attendere il superamento di area 1,3785 prima di long in direzione 1,3815 e allunghi possibili a 1,3825 in eventuale scenario di “pera cotta” sempre sul grafico orario.
USD/JPY: weekly decisamente poco utile su questo cambio e per l’ennesima settimana questa non è una novità. E sul daily la situazione non è di certo diversa. Continua dunque la sostanziale calma piatta ed assenza di spunti direzionali. E’ stato delle ultime ore di contrattazione di venerdì il tentativo di superamento di area 102 che vive ora segni di ritracciamento che potrebbero favorire ora ripartenze a 101,85 verso 102,15 in primo luogo e 102,35 in secondo. 102,65, come ormai noto, il livello seguente. Rientri sotto 101,85 ci farebbero nuovamente guardare alla parte bassa del range verso 101,60 e 101,40.
EUR/JPY: il weekly mostra un prezzo perfettamente appoggiato sulla media mobile esponenziale a 21 periodi che più volte in passato, sul rally al rialzo del cross dei mesi passati, ha respinto il prezzo e ha consentito ripartenze bullish. Lo snodo a 140 è dunque di notevole importanza, come dimostra anche il grafico giornaliero con il passaggio della media a 100 periodi. Figura di correzione ora visibile in scenario intraday che, sempre in scenario di pattern di “pera cotta”, potrebbe essere di buona portata fino a 140,50 e 140,90 in secondo luogo. Questi i due punti che in caso di arresto del prezzo, potrebbero favorire un buon rapporto rischio/rendimento in vendita verso i minimi a 139,90 con breakout che potrebbero rivelarsi sostanziosi verso 139,50 e 139,20.
GBP/USD: grafico settimanale non particolarmente indicativo quello sul Cable, mentre appare più interessante il daily che mostra una divergenza regolare ribassista tra prezzo ed oscillatore stocastico con appoggio sul prezzo sulla media mobile a 21 periodi in area 1,6830. Figura di pennant ribassista ora visibile in intraday, da poter seguire molto bene sul grafico orario grazie all’ottimo posizionamento della media mobile a 21 periodi per ripartenze in vendita in area 1,6860 vero appunto area 1,6830. Possibili stop relativamente stretti per contemplare poi ripartenze eventuali in long sopra 1,6880 verso 1,69 e 1,6925.
AUD/USD: weekly e daily abbastanza unanimi nel segnalare il potenziale proseguimento dello scenario rialzista per il cambio. Ribadiamo come sempre la figura di riferimento rappresentata dal preciso canale rialzista dai minimi di gennaio, attraversato dal canale ribassista di correzione invece iniziato il 10 aprile. Le rotture di quest’ultimo e i successivi pullback sono stati molto tecnici per quelli che sul 4 ore appaiono come possibili ripartenze dalla media 21 verso i massimi a 0,94 e allunghi a 0,9425.Stop&reverse veloci sotto 0,9340 per il livello di 0,9315 e rientro sotto 0,93 in caso di break ribassisti.
Ger30 (DAX): segnali di forza dell’indice tedesco che, nonostante i su e giù di settimana scorsa, ha confermato la sua forza intrinseca chiudendo sopra 9.600 punti. Ancora di grande attualità i livelli tecnici di supporto e resistenza rispettivamente a 9.555 punti e 9.620. Preferibile un’operatività dunque in limit entry, con stop stretti e reverse possibili verso 9.650 e 9.690 nello scenario rialzista e 9.525 e 9.490 in quello ribassista.
XAU/USD (Oro): ancora incertezza strutturale dell’oro, come evincibile dai grafici settimanale e giornaliero. I punti tecnici di maggior rilievo continuano ad essere il 1.286 e il 1.296 all’interno del quale poter operare anche qui in limit entry, con stop & reverse verso 1.302 e 1.306 al rialzo e 1.277 al ribasso(come peraltro accaduto in apertura settimanale).