Matteo Paganini, 16 aprile 2014
INTRO
Movimenti coerenti da parte delle borse, sia europee che americane, le quali sono andate a comportarsi come da attese, in quella che abbiamo definito una settimana chiarificatrice e che potrebbe cominciare a fornire degli spunti di riflessione interessanti. Tutti slegati, per il momento, da logiche correlative.
Il movimento dello S&P500
“Sul versante americano invece occhi puntati sia sulle borse che sul dollaro (che ieri non ha reagito in maniera particolare sul dato) in quanto l’inflazione fa parte di quel panel di osservati speciali da parte della Fed. Attese per 1.6% sul fronte core (1.6% il precedente) e per 1.4% contro un passato 1.1% sul fronte puro, aspettativa che se dovesse essere rispettata potrebbe essere letta in maniera duplice dal mercato in quanto, di fronte ad un’inflazione in crescita potrebbero aumentare le aspettative di inasprimento di politica monetaria andando a pesare sulle borse, il che, secondo noi, potrebbe essere comunque prematuro come discorso”. Così scrivevamo ieri mattina e di fronte ad una release che ha mostrato un miglioramento, rispettivamente, a 1.7% ed a 1.5% il mercato è andato a reagire con vendite iniziali sul fronte azionario che poi hanno lasciato spazio ad un buon recupero come se ci si fosse accorti che un dato del genere sì, potrebbe andare a cambiare la aspettative della Fed, ma non di certo ora. Potrebbe dunque essere il caso di poter assistere a quei tentativi di recupero che auspichiamo dall’ultimo sell off, con la solita prudenza che ci caratterizza nel valutare eventuali estensioni ribassiste, oltre quell’area di 1,810.00 più volte citata ma mai rotta.
Disinflazione dell’area euro
Speriamo si torni a parlare di inflazione su base mensile, con dunque una pubblicazione pari o superiore allo 0.5% atteso e precedente, altrimenti dovremmo continuare a parlare di disinflazione anziché di inflazione. Accademicità a parte, anche se dovessimo assistere a miglioramenti di questo dato, la situazione reale continuerebbe ad essere preoccupante e la BCE dovrebbe tenersi pronta ad agire sul fronte tassi e QE (una mossa da effettuare, sempre che si deciderà di farlo, in concomitanza a nostro parere per cercare di sortire degli effetti reali e soprattutto di creare delle aspettative razionali di potenziale efficacia di tali manovre di politica monetaria). In caso di pubblicazione inferiore alle aspettative l’euro potrebbe andare a perdere inizialmente terreno per poi non escludere un recupero, mentre in caso di dato maggiore rispetto alle aspettative è possibile valutare delle risalite della moneta unica europea, che continua ad essere in posizione di forza relativa nei confronti del dollaro americano.
Dati cinesi
In Cina questa notte sono stati rilasciati i dati relativi al Pil, alle vendite al dettaglio ed alla produzione industriale, dati che non si sono mossi in maniera particolare rispetto alle aspettative e che dunque non sono intervenuti come market mover sui prezzi di yuan e dollaro australiano. Il GDP ha fatto registrare un 7.4% contro un 7.3% di attese, le vendite al dettaglio un 12% contro un 11.9% di consensus mentre la produzione industriale un 8.7% contro aspettative pari a 8.8%. Lo yuan (scambiabile sulle piattaforme FXCM) continua a rimanere sotto pressione nei confronti del dollaro americano, con i prezzi che stanno congestionando all’interno di una zona tecnica che si muove tra 6.1750 e 6.2300, con tentativi di nuovi massimi del dollaro, mentre sul fronte australiano abbiamo assistito a piccoli recuperi che possono essere ricondotti a motivazioni tecniche.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: lievi ma come da attese i movimenti sull’euro che, dopo aver rotto l’area di supporto individuata ieri ha raggiunto i primi target ipotizzati. Siamo poi ripartiti, con i prezzi che si sono mantenuti sotto 1.3845 che non ci dispiaceva e non ci dispiace come livello sotto il quale valutare vendite di euro, tenendo conto che se dovessimo assistere a ripartenze oltre 1.3865 potremmo aspettarci tentativi di raggiungimento dei massimi.
USD/JPY: mancata rottura ribassista di area 101.45 che ha evitato degli ingressi short e prezzi ancora in area di vendita, con l’area attuale di 102.25 che può essere considerata ancora come di reverse per riprese verso 102.40/50. Risk reward non ottimale per la giornata di oggi, se non in caso di valutazione di vendite in area 102.65 se dovessero verificarsi dei giri a ribasso sullo stocastico a 4 ore.
EUR/JPY: stessa situazione tecnica a di R/R sull’EurJpy, che vede in 141.40 l’area di reverse. L’area di vendita principale potrebbe essere rappresentata da 141.65/80, oltre la quale il mercato potrebbe tentare delle estensioni verso 142.30.
GBP/USD: forte volatilità sul dato ieri che ha portato alla rottura ribassista dei supporti fino a raggiungere l’area indicata in 1.6650, per poi ripartire verso l’alto. Siamo ora in congestione tra 1.6710 e 1.6750, con i prezzi che stanno perdendo momentum su un time frame a 4 ore ma che potrebbero anche tentare delle estensioni rialziste su time frame inferiori. Curiamo con attenzione la possibilità di estendere oltre 1.6765 per pensare ad accelerazioni verso 1.6790, mentre per chi lavorasse su time frame più lunghi tutta questa potrebbe rappresentare un’area dove cominciare ad impostare operazioni short con l’idea che ritorni sopra i target orari visti possano lasciare spazio verso i massimi relativi.
AUD/USD: 0.9350 rotto ma con i prezzi che hanno esteso di una ventina di punti anziché raggiungere figura. Siamo ora in una situazione ibrida, con time frame orari che fanno pensare a potenziali storni ribassisti verso i minimi di stanotte, dato il buon R/R sulla media a 100 oraria che corrisponde a punti statici precedenti e che ci fa pensare che un’eventuale rottura rialzista di area 0.9385 potrebbe risultare propedeutica al raggiungimento delle resistenze passanti per figura e 0.9425 che potrebbero intervenire a frenare le quotazioni ma che se dovessimo superare potrebbero lasciare spazio a movimenti da seguire su un 4 ore con potenziali target in area 0.9460.
Per il DAX e l’Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.