Matteo Paganini, 14 aprile 2014
INTRO
Questa settimana andrà probabilmente a chiarirci le idee per quanto concerne la domanda che ci stiamo tutti ponendo e che, per questa volta, non riguarda il mercato valutario, bensì le borse, che anche in apertura post week end risultano essere abbastanza pesanti.
Il punto della situazione
La settimana si è conclusa con un euro nuovamente su livelli di massimo relativi contro il dollaro americano e con le borse americane in forte flessione negativa e al test di supporti di medio periodo (1,810.00/1,815.00) che se superati potrebbero condurre alla visita di livelli di attenzione di lungo periodo passanti per 1,775.00, scenario che non disdegniamo operativamente (curiamo infatti sempre i livelli tecnici dal punto di vista decisionale), anche se rimaniamo convinti che le borse possano tentare dei recuperi e che ci troviamo di fronte a prese di profitto data la mancanza di chiari scenari da risk off, in quanto le valute rifugio, con dollaro in testa, non hanno reagito in maniera particolare di fronte a tali movimenti. Il fatto che la moneta unica si mantenga su livelli di forza contro il biglietto verde seppur la Bce abbia lasciato intendere possibili politiche monetarie ulteriormente accomodanti ormai non stupisce e ci fa capire come si tratti di forza intrinseca di euro (unica valuta che al momento non può svalutare) unita a debolezza di dollaro americano che, se tutta la settimana, ha perso terreno nei confronti di dollaro australiano, yen giapponese (che rimane correlato all’andamento delle borse asiatiche) e sterlina inglese. Quest’ultima continua a mostrare un’ottima reattività di fronte a qualsiasi pubblicazione di dati macroeconomici, pur non trattandosi di rilevazioni relative ad inflazione o disoccupazione, focus di attenzione da parte delle economie europea ed americana.
La giornata di oggi e la settimana
Per quanto concerne la giornata odierna non abbiamo dati particolari cui prestare attenzione, se non le vendite al dettaglio americane in pubblicazione questo pomeriggio, che ultimamente non risultano essere un forte market mover ma con la situazione delicata che si sta vivendo sul fronte dei listini dobbiamo per forza di cose tenere in considerazione (attese a 0.8% contro un precedente 0.3%). Da domani invece avremo in pubblicazione il CPI anglosassone e soprattutto la prima rilevazione dell’inflazione Usa (post Fomc), attesa a 1.5% contro l’1.1% precedente e sarà interessante seguirlo per comprendere quali possano essere le reazioni della borsa. In caso di pubblicazione migliore delle attese o anche che dovesse rispettarle infatti, potremmo assistere a movimenti direzionali di breve periodo che potrebbero risultare rialzisti se oggi i supporti dovessero tenere o addirittura ribassisti se oggi le borse dovessero rompere a ribasso in quanto andrebbero a formarsi delle aspettative di inasprimento di politica monetaria che potrebbero produrre tali effetti sul brevissimo periodo. Per chi lavora sulle valute oceaniche e sul Renmimbi (ricordiamo che è possibile fare trading sul USD/CNH sulle piattaforme di FXCM) attenzione invece a martedì notte con la produzione industriale cinese insieme a vendite al dettaglio e GDP, mentre termineremo con il CPI europeo mercoledì e quello canadese giovedì, che seguirà la decisione il giorno prima della banca centrale sui tassi.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: il mercato si sta muovendo a ribasso nel breve, dopo le correzioni viste nella serata di venerdì. Ci troviamo sui punti statici precedenti passanti intorno a 1.3825, che insieme a 1.3810 ha mostrato delle buone proprietà da supporto durante la scorsa settimana. Possibile dunque seguire tale area per impostare un’operatività short nel momento in cui dovessimo accelerare sotto tali punti, con obiettivi che potrebbero muoversi tra 1.3770 e 1.3790. Dovessimo assistere ari partenze oltre 1.3865 potremmo aspettarci tentativi di raggiungimento dei massimi. Risk reward non ottimali né a rialzo né a ribasso.
USD/JPY: lateralità per il cambio con restringimenti di volatilità importanti che potrebbero condurre a rotture a rialzo o ribasso. Il fatto che il mercato si trovi sotto la media a 21 a 4 ore però ci fa propendere per valutazioni di vendita di dollari sia in limit che in stop in caso di rotture ribassiste, con obiettivi che passano per 101.20 ed eventualmente, in estensione verso 100.80, con l’idea che ritorni sopra 102.25 potrebbero lasciare spazio a riprese verso 102.40/50.
EUR/JPY: siamo ancora in laterale sul cross con le resistenze che stanno ben tenendo e che sono in grado di riportare i prezzi verso i minimi . Seguiamo la possibilità di valutare vendite di euro nel momento in cui i prezzi dovessero avvicinarsi ad area 141.25 con l’idea che ritorni sopra area 141.40 potrebbero condurre alle più importanti resistenze passanti per 141.665/80. In caso di accelerazioni dirette ribassiste, l’idea di sfruttare la rottura di area 140.35 per rivedere i minimi ed in estensione un quarto di figura sotto 140.00 potrebbe non essere malvaglia. Anche qui, risk reward non ottimale.
GBP/USD: supporti passanti per 1.6680 e grafico a 4 ore da seguire per valutare eventuali ripartenze del pound dopo una potenziale figura a bandiera di continuazione di quello che non è, ma che potrebbe divenire, un trend rialzista (anche lo stocastico comincia a girare a rialzo. In caso di rottura ribassista dei supporti è possibile valutare tentativi di accelerazione verso 1.6650.
AUD/USD: restringimento di volatilità a triangolo per l’aussie che potrebbe rompere a rialzo o a ribasso, con l’idea rialzista che prevale data la natura della figura tecnicia ed il posizionamento della media a 21 a 4 ore. I prezzi potrebbero comunque spingersi fino ad area 0.9300 senza farci considerare un trend discendente (stiamo lavorando su un 4 ore), area di supporto statica e sulla quale potrebbe formarsi una bandiera rialzista.