Market Brief
In Cina, il ponte non ha calmato gli orsi. Nel corso della mattinata asiatica, le azioni della Cina continentale sono state vendute, anche se la stima flash sul PMI cinese di giugno ha fatto segnare un lieve miglioramento, attestandosi a 49,6 punti dai 49,2 di maggio, e rispetto ai 49,4 punti previsti. Il Composite di Shanghai è calato fino al -4,9%, per poi risalire in territorio positivo nella preseduta europea, segnando un rialzo dell’1,53%. In Giappone, il Nikkei 225 ha guadagnato l’1,87%, in rialzo per il terzo giorno consecutivo, sebbene il PMI manifatturiero preliminare di giugno, elaborato da Markit/JMMA, sia sceso inaspettatamente a 49,9 punti, mentre gli analisti avevano previsto un rilevamento pari a 50,5 punti. A Hong Kong, l’Hang Seng ha guadagnato lo 0,87%, in Australia l’S&P/ASX ha fatto registrare un rialzo dell’1,32%, mentre il Kospi sudcoreano è cresciuto dell’1,30%.
L’umore complessivamente ottimista delle borse stamattina spinge al rialzo anche i futures sui listini azionari europei, con il Footsie a +0,31%, il DAX a +0,80%, l’SMI a +0,63% e l’S&P a +0,30%. Gli operatori sono sempre più ottimisti sul potenziale compromesso fra la Grecia e i suoi creditori, dopo che i leader europei hanno accordato al governo greco 48 ore per presentare un pacchetto finale. Dopo aver temporeggiato negli ultimi mesi, Alexis Tsipras è finalmente disposto a fare concessioni che consentirebbero di sbloccare i rimanenti 7,2 miliardi di euro del fondo di salvataggio. È difficile pronosticare i dettagli dei negoziati in corso, ma probabilmente l’ultima apertura di Tsipras verso la Russia, cui si sommano le concessioni insperate dell’ultimo minuto, hanno fatto aumentare considerevolmente le probabilità di un accordo prima delle fine della settimana.
Ieri, negli USA, il dato sulle vendite di case esistenti di maggio ha superato le attese, attestandosi al 5,1% m/m a fronte del 4,4% previsto, il dato precedente è stato rivisto al rialzo al -2,3%. Ciò non è però bastato a far ripartire il tanto atteso rally del dollaro, perché i negoziati con la Grecia e la persistente fiacchezza dei dati USA rendono gli operatori restii a costruire posizioni lunghe consistenti in USD. Oggi sarà pubblicata tutta una serie di dati economici negli USA e, se gli indicatori faranno centro, potremmo assistere a un rialzo del dollaro. Gli ordinativi di beni durevoli di maggio dovrebbero attestarsi al -1%, il PMI preliminare manifatturiero di Markit riferito a giugno a 54,1 punti, le vendite di nuove abitazioni di maggio a 523 mila unità, mentre gli analisti stimano che l’indice sul manifatturiero di giugno della Fed di Richmond si fermerà a 4 punti. Nella notte, il dollaro si è rafforzato contro gran parte delle altre valute. Sul finire della seduta asiatica l’EUR/USD ha toccato quota 1,1241, ma ora è risalito sopra la soglia a 1,1250. Sul lato discendente, si osserva un forte supporto a 1,1220 (minimo precedente), mentre al rialzo il livello a 1,1467 continua a fungere da resistenza.
In Brasile, il sondaggio settimanale centrale mostra che gli economisti continuano a prevedere un rialzo dell’inflazione. I mercati prevedono che, entro la fine dell’anno, l’IPCA si attesterà all’8,97%, rispetto all’8,79% della settimana precedente. Di conseguenza, gli economisti hanno rivisto anche le proiezioni sui tassi d’interesse, le previsioni medie per il tasso Selic sono cresciute di 25 punti base, al 14,25%, mentre l’economia dovrebbe contrarsi del -1,45% nel 2015 (sondaggio precedente: -1,35%). Ieri l’USD/BRL si è mosso lateralmente dopo un rally durato due giorni che ha permesso al dollaro di testare la resistenza a 3,10.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd