Market Brief
Ieri, l’assenza di progressi nei negoziati con la Grecia volti a sbloccare i rimanenti 7,2 miliardi di euro del fondo di salvataggio hanno innescato vendite nella maggior parte dei mercati azionari. I listini europei sono calati diffusamente: l’Euro Stoxx ha ceduto lo 0,41%, il DAX lo 0,62%, l’IBEX lo 0,71% e l’ASE l’1,78%. Solo il Footsie è riuscito a rimanere in territorio positivo, con un modesto +0,15%. Anche le borse USA hanno risentito dello stallo nei negoziati, con l’S&P 500 a -0,74% e il Dow Jones a -0,98%. Anche il Nasdaq, che ha fatto registrare un massimo storico pari a 5.164 punti, non ha resistito, archiviando la seduta con un calo del -0,98%. Stamattina le piazze asiatiche stanno, com’è ovvio, imitando il trend al ribasso e quasi tutti i mercati regionali sono in territorio negativo. Le azioni della Cina continentale hanno sofferto più di tutti, con il Composite di Shanghai in calo al -1,39%; il suo omologo ad alta densità di titoli tecnologici, il Composite di Shenzhen, subisce il colpo più pesante e cede il -1,44%. Il Nikkei giapponese cede lo 0,46%, a 20.771 punti, e le azioni australiane fanno registrare un calo dello 0,95%. Sul mercato dei cambi, ieri l’EUR/USD ha annaspato, rimanendo nella stretta fascia compresa fra 1,1155 e 1,1235, perché gli operatori sono rimasti defilati in attesa di maggiore chiarezza sui negoziati in corso a Bruxelles. Oltremanica, la coppia GBP/USD si trova ancora in modalità di correzione e finalmente risente delle preoccupazioni legate alla Grecia. Ciò nonostante, vale la pena ricordare che l’imminente referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’UE offre protezione alla sterlina britannica contro le incertezze dell’UE. Dal 9 giugno l’EUR/GBP ha ceduto il 3,5%. Si osserva un forte supporto a 0,7014 (minimo dell’11 marzo), l’euro avrà bisogno di una risoluzione positiva per violare al rialzo la resistenza 0,7220. Ieri, negli USA, la terza stima sul PIL riferito al primo trimestre si è attestata al -0,2% SAAR (tasso annuo destagionalizzato), in linea con le attese. Come accennato prima, l’EUR/USD non ha reagito alla notizia. Ieri i rendimenti dei titoli di Stato USA hanno compiuto una piccola correzione, il rendimento dei titoli a due anni è calato di 4 punti base dopo una serie vincente durata 4 giorni, scendendo dallo 0,71% allo 0,67%. Il movimento che ha interessato i rendimenti tedeschi è stato più contenuto. In Europa, stamattina i futures sui listini azionari sono in calo. Il Footsie è in ribasso al -0,25%, il DAX al -0,53%, l’SMI al -0,42% e il CAC al -0,64%. Da ieri l’EUR/CHF è in lieve rialzo, a quota 1,047. Tuttavia, nel medio termine, l’euro sta lentamente scivolando giù e fa registrare un calo dell’1% da inizio giugno. Nel lungo termine, l’USD/CHF non va da nessuna parte, viene scambiato all’interno della fascia compresa fra 0,9052 e 0,9463 (61,8% e 38,2% di Fibonacci sul rally in atto da gennaio a marzo). Il dollaro ora sta salendo verso la parte superiore della sua fascia a 0,9338. In Brasile, il tasso di disoccupazione di maggio è previsto in rialzo al 6,6% rispetto al 6,4% di aprile; alle 13:00 GMT saranno pubblicati i dati sulle entrate fiscali. Negli USA, oggi saranno resi noti i dati su redditi e spese personali di maggio, previsti rispettivamente allo 0,5% e allo 0,7%, mentre il deflatore PCE di maggio dovrebbe attestarsi allo 0,2% a/a rispetto allo 0,1% del rilevamento precedente. Il suo omologo core è previsto stabile all’1,2% a/a. Infine, nel pomeriggio saranno pubblicate le stime preliminari dei PMI composito e servizi di giugno elaborate da Markit. Come di consueto, la situazione greca rimarrà sotto i riflettori.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd