La morte del dollaro USA, almeno come riserva di valore mondiale e come moneta di scambio per gli scambi internazionali? Forse meglio non esagerare, dato che da più di 20 anni si parla di questa eventualità, senza che nessuno sia stato in grado di spodestare la valuta di Washington da questo trono.
Questa volta però potrebbe essere diverso: mai prima d'ora si erano viste sanzioni di questo tipo in termini di accesso a SWIFT e a quei dollari che servono, a tutti gli stati, come il pane, con l'eccezione delle sanzioni iraniane, che riguardano però un paese di proporzioni decisamente meno importanti della Russia, in particolare per il commercio internazionale e per la forza militare.
Che sia questa la goccia che farà traboccare il vaso? Difficile fare previsioni adesso, anche se diversi elementi rendono assolutamente necessario un approfondimento su quanto sta avvenendo sui mercati valutari internazionali. Toccando anche Bitcoin, che è direttamente interessato da questo potenziale cambio al vertice.
Blackrock è d'accordo: momento cruciale per le valute digitali
Che poi tradotto dal linguaggio dei grandi fondi vuol dire Bitcoin e forse anche Ethereum e poco più. Ad innescare la riflessione di Blackrock la situazione in Ucraina, dove da un lato un governo continua a finanziare parte delle operazioni proprio in criptovalute, dall'altro uno pensa di vendere il proprio gas prendendo in considerazione, ancora una volta, Bitcoin. Quanto c'è di verso in questa situazione? Siamo davvero al nuovo ordine monetario mondiale? Prima di seguire l'onda mossa dall'eccitazione per i venti di guerra, proviamo a fare ordine punto per punto.
- La Russia pronta ad accettare Bitcoin per il proprio gas?
Riteniamo che il discorso che è circolato anche sulle testate specialistiche dedicate al mondo cripto sia ampiamente esagerato. È vero che il Presidente della Commissione Energia della Duma ha parlato apertamente di Oro, di Renmibi e anche di Bitcoin, ma all'interno di un contesto più ampio, che puntava principalmente a sottolineare come il dollaro USA non sia fondamentale per gli scambi di gas contro denaro.
Certo, è una prima volta per Bitcoin per quanto riguarda gli accostamenti alle alternative fattibili per il dollaro. Ma da qui al mercato delle materie prime denominato e scambiato in $BTC ce ne vorrà ancora molto.
- È vero che Bitcoin ha dato il meglio di sé durante la crisi
Una magra consolazione, dato che stiamo pur sempre parlando di guerra, ma nondimeno un passo in avanti importante per Bitcoin, che dimostra di essere bravo a fare ciò per cui è nato. Funzionare ovunque, comunque, per chiunque. Senza che nessuno possa metterci bocca e senza doversi appoggiare a complessi e articolati sistemi bancari, che poi nelle situazioni di guerra sono i primi a saltare. Ci sono diverse storie di profughi che hanno potuto portare con sé valore proprio grazie a Bitcoin. E anche le transazioni in Russia sono aumentate considerevolmente, non però per i motivi avanzati da Banca d'Italia e da Christine Lagarde.
- No, non è ancora pronto per permettere di aggirare le sanzioni
E questo è il grande granchio preso da BCE e Banca d'Italia, che sembrano aver ignorato l'avviso del Tesoro USA, che invece ha confermato che non ci sono segnali del fatto che gli oligarchi stiano aggirando le sanzioni comprando Bitcoin contro dollari o rubli.
Non è così, e non lo è per tutta una serie di motivi. In primo luogo il Tesoro USA traccia le transazioni di un certo livello sulla rete di Bitcoin, in secondo luogo questo network non ha ancora liquidità tale da poter supportare spostamenti di denaro così' cospicui (parliamo di miliardi e miliardi di dollari da spostare in simultanea).
Rimane la sensazione che sia dalle parti di Via Nazionale, sia a Francoforte la narrativa prevalga sulla realtà, seguendo quello che è il parere pubblico di Christine Lagarde su Bitcoin e cripto, ovvero che sono in larga parte valute adatte a criminali e traffici illeciti e poco più.
È davvero la morte del dollaro?
Forse neanche questa volta sarà il momento di preparare il funerale del dollaro, ma ci sono comunque dei segnali in più rispetto alle crisi precedenti che fanno pensare che qualcosa potrà cambiare. In primo luogo la necessità per potenze di caratura mondiale di trovare alternative. In secondo luogo la sensazione corroborata dai fatti che le riserve tenute all'estero non sono più al sicuro. Perché questo è il punto di vista di quei paesi che non sono allineati.
No, forse non è la morte del dollaro, ma per la prima volta c'è un concorrente serio. Al quale forse in pochi avrebbero pensato soltanto poche settimane fa.