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Dove vai se il vaccino non ce l’hai. Pfizer: è opportuno metterlo in portafoglio?

Pubblicato 08.02.2021, 02:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Vaccino si, vaccino no, molti sono i dubbi sulla efficacia e sui possibili effetti collaterali provocati dal vaccino Covid-19, unica arma a nostra disposizione, per combattere il nemico invisibile che sta sconvolgendo il mondo. Fino ad ora è stato il virus a stabilire le regole del gioco, costringendo intere popolazioni a misure restrittive di vita sociale, finalizzate al contenimento dei contagi. Tali misure hanno provocato gravi conseguenze economiche e sociali.

Come nella vita, quando nei momenti di estrema difficoltà facciamo emergere forze inaspettate e prorompenti, che ci consentono di superare ostacoli a prima vista insormontabili, così nella medicina è successo qualcosa di eccezionale e inaspettato: in pochi mesi sono state completate tutte le fasi necessarie per la preparazione, sperimentazione e messa in commercio di un vaccino contro il Covid-19 efficace al 90% e innovativo per la sua struttura e “modus operandi”.

Senza entrare nel dettaglio scientifico, in parole semplici, questo vaccino non provoca la malattia in forma blanda (come avviene con altri vaccini), ma tramite l’inserimento di un filamento di RNA rilascia le “istruzioni” al sistema immunitario per riconoscere e sconfiggere il virus in caso di contagio. Una scoperta eccezionale, frutto di anni di ricerca sulle biotecnologie, portata avanti da aziende farmaceutiche che impiegano gran parte delle risorse in questo campo. Il termine “eccezionale” dovremmo utilizzarlo anche per le risorse finanziarie, che hanno reso possibile la ricerca di questo vaccino. Ma non solo, eccezionale è stato anche il numero dei volontari che hanno accettato di far parte del campione a cui sottoporre il vaccino in via sperimentale.

Quanto detto avalla due opinioni facilmente riscontrabili:
1- Il vaccino è sicuro (data l’eccezionale numerosità del campione a cui è stato somministrato nella fase di sperimentazione). 
2- Il vaccino è efficace e non è stato sviluppato in termini troppo brevi (in genere occorrono almeno tre anni per terminare tutte le fasi, poiché è più lenta la raccolta dei mezzi finanziari necessari per portare avanti le diverse fasi di ricerca e sperimentazione).

Chiusa questa doverosa premessa, passiamo a prendere in considerazione il titolo del colosso farmaceutico americano Pfizer (NYSE:PFE), la prima azienda che in collaborazione con la BionTech, ha terminato le fasi sperimentali del vaccino Covid-19.

Giornata della svolta epocale è stata l’11 novembre 2020, quando in mattinata (ora italiana 11,30 - 12,00) la seduta di borsa europea ha preso una piega piacevolmente inaspettata con rialzi sostenuti, diffusi su tutte le piazze. Inizia a diffondersi la notizia che il vaccino della Pfizer è pronto (ed efficace nel 90% dei casi), e sarà disponibile, autorizzazioni permettendo, entro fine anno. E così è stato in Italia, quando l’AIFA nel mese di dicembre dava il semaforo verde e il giorno 27 dello stesso mese veniva avviato il piano di vaccinazione nazionale.

La borsa Americana in quel 11 novembre qualche ora dopo di noi, ha registrato aumenti da record, con indici in su di oltre il 5% sulla scia dell’ottimismo della notizia del vaccino; euforia rafforzata dalla vittoria delle elezioni del Presidente Biden. A correre più di tutti nel listino Americano erano due titoli farmaceutici: Pfizer con +8% e BioNtech con un aumento incredibile del 16%. Su anche il petrolio (WTI) che con un guadagno del 9% è riuscito a passare la soglia psicologica dei 40 dollari al barile. Ma il fattore che più di tutti, ha schiacciato sull’acceleratore dei prezzi, è stato “l’effetto sorpresa”: le aspettative di efficacia sui vaccini erano nell’intorno del 60-75%, contro il 90% di quello dimostrato dalle due aziende farmaceutiche. Terminate le fasi dei trial Pfizer e BioNTech prevedevano di poter consegnare 50 milioni di dosi nel mondo entro il 2020 e 1,3 miliardi nel 2021.

Dopo aver fissato queste idee, necessarie per mettere in risalto il contesto in cui ci troviamo e le prospettive che si concretizzeranno per la Pfizer, passiamo ad analizzare in modo più approfondito la dinamica del prezzo.

Partiamo come al solito da un time frame abbastanza “ampio” per capire bene la presenza o meno di un trend primario e in caso di no trend, individuiamo i massimi e minimi fondamentali per le strategie di trading.

- Lo studio del prezzo su un grafico settimanale mette in evidenza senza alcun dubbio un trend fortemente rialzista, partito a marzo 2009 con un minimo del valore di 11,70 $ (registrato dopo il sell off dei “mutui subprime”) fino al massimo di $ 46,20 registrato a novembre 2018.

Un incremento di valore dell’asset di oltre il 400% in nove anni è senza dubbio una ottima performance; purtroppo il trend fortemente rialzista ha iniziato ad evidenziare i primi segnali di debolezza nel mese di dicembre 2019, quando il prezzo ha violato la trend line rialzista disegnando sotto di essa due minimi crescenti in area 35$. Successivamente il titolo ha tentato una reazione non troppo convinta, proiettandosi verso un nuovo massimo a 40,50 $ nel mese di gennaio 2020.
Tra febbraio e marzo 2020, il prezzo forma una nuova gamba ribassista che viola di nuovo la trend line e questa volta cede in maniera evidente alla debolezza, andando a cercare un minimo ancora più a sud fino a $ 28 nella settimana del 23 marzo 2020. A partire dal minimo di marzo 2020, il prezzo ha tentato più volte una reazione provando ad oltrepassare la trend line, che da supporto dinamico è diventata resistenza in grado di vanificare i numerosi tentativi di risalita del prezzo.


Pfizer: grafico settimanale


Da quanto esaminato fino ad ora è facile capire che il prezzo non è più il protagonista indiscusso di un chiaro trend rialzista, in quanto quest’ultimo, dopo oltre 10 anni di dominio assoluto è stato interrotto dall’attuale fase di debolezza. D’altra parte non siamo neanche in grado di affermare con convinzione che potrebbe esserci una inversione del trend rialzista sul grafico settimanale. Le nostre uniche certezze fino ad ora sono le resistenze e i supporti statici (questi ultimi più numerosi) che nelle ultime settimane hanno dimostrato la loro efficacia. Siamo in una congestione laterale, che prima o poi prenderà una direzione; sarà opportuno prima di acquistare il titolo in una ottica di medio lungo termine tenere in bene in mente l’attuale pattern di congestione.

- Per tracciare supporti e resistenze utilizziamo un grafico giornaliero, sul quale riportiamo gli strumenti dell’indicatore “Ichimoku”, cercando di individuare qualche segnale di inversione del prezzo. L’impostazione sul grafico giornaliero è ribassista, confermata dalle medie dell’indicatore in esame, e dalla “chikou span” (linea verde) sotto la “kumo”.
Le resistenze statiche tracciate sul grafico con le linee nere orizzontali, rappresentano i punti dai quali il prezzo potrebbe rimbalzare e invertire lo swing.
Sarà opportuno tenere bene in mente i valori dei supporti statici, e da questi valori analizzare con l’indicatore la price action su intervalli inferiori al giornaliero: vanno benissimo grafici a 4 ore e 1 ora, cercando di individuare il segnale di inversione per acquistare l’asset. A quel punto sarà opportuno tenere lo strumento fino a che il prezzo non mostri eventualmente nuovi segnali di debolezza.



Pfizer: grafico giornaliero

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