Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014
Nel Vecchio Continente, secondo la stima flash di Markit Economics, l’indice PMI Composite ha avuto una flessione nel mese di novembre, rispetto al mese precedente, da 52,1 a 51,4. Si tratta del più basso livello da 16 mesi. Gli economisti avevano previsto un aumento a 52,3 punti. Ricordiamo che un valore superiore a 50 punti segnala una crescita dell'intera attività nella zona euro mentre un valore inferiore indica una contrazione. Mentre, l’indice relativo al settore manifatturiero è sceso questo mese, rispetto ad ottobre, da 50,6 a 50,4 punti. Il consensus era di 50,9 punti. L'indice relativo al settore dei servizi è sceso da 52,3 a 51,3 punti. Gli esperti avevano atteso un indice stabile a 51,3 punti. Mentre anche sul fronte americano, subito dopo pranzo, ora italiana, abbiamo assistito all’uscita di diverse news; ed in particolare, il Dipartimento del Lavoro ha emanato l’indice dei prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index), rimasto ad ottobre invariato, dal 0,1% di settembre. Gli economisti avevano previsto un calo dello 0,1%. Da anno ad anno il CPI è aumentato lo scorso mese dell'1,7%. Il CPI core, l'indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, è aumentato ad ottobre dello 0,2%. Gli esperti avevano previsto un aumento dello 0,1%. Su base annua il CPI core è aumentato dell'1,8%. Ricordiamo che la Federal Reserve tollera, non ufficialmente, un aumento dell'inflazione su base annua tra l'1% ed il 2%. A seguire, invece il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che la scorsa settimana le nuove richieste di sussidi di disoccupazione (Jobless Claims) sono calate di 2.000 unità a 291.000 unità. Gli economisti avevano previsto 285.00 unità. Il dato della settimana precedente è stato rivisto al rialzo, da 290.000 a 293.000 unità. Per finire, è stato rivisto l’indice PMI manifatturiero il quale ha avuto una flessione a novembre, rispetto al mese precedente, da 55,9 a 54,7 punti. Si tratta del più basso livello da gennaio. Gli economisti avevano atteso un aumento a 56,2 punti. Dal punto di vista valutario, ciò che influenza il green back in quest’ultima parte del 2014, sono le attese per un rialzo dei tassi di interesse da parte della FED nel corso del 2015. Dagli ultimi verbali di fine ottobre del meeting della Fed, emerge che c’è, tra i banchieri centrali, un dibattito ancora aperto sulle modalità e la tempistica del rialzo dei tassi. Un certo numero di partecipanti ritiene che potrebbe presto essere utile chiarire l'approccio del comitato circa il ritmo di aumento dei tassi. Anche mercoledì sera nelle minute della Fed, è stato dato risalto al discorso tassi; dove tutti i partecipanti al meeting, hanno espresso un giudizio unanime sulla situazione: occorre valutare i prossimi dati prima di decidere quando precedere ad un rialzo dei tassi. Nel medio-lungo periodo la situazione resta identica a quella analizzata negli ultimi mesi, ovvero dalle informazioni sia presenti sul grafico che degli indicatori che abitualmente uso per le mie analisi, si evince che il sentiment resta sempre ribassista fino a quando c’è la pressione delle medie mobili esponenziali, che mantengono le candele al di sotto di esse; ciò fa presupporre che anche per intervalli di tempo inferiori è sempre conveniente percorrere la strada ribassista. Ora se ci spostiamo sul daily chart, ed in particolare nelle ultime sedute, notiamo che siamo in prossimità della fascia di prezzo rappresentata dalle resistenze dinamiche, quindi siamo in un area da tenere sotto controllo e da monitorare nelle prossime giornate, in quanto spesso, come è successo in passato, su queste zone la coppia subisce una nuova spinta verso il basso. Ovviamente, oltre all’ausilio delle indicazioni grafiche, abbiamo bisogno anche di informazioni short da parte dell’azione del prezzo che in questo momento è mancante; non resta quindi che attendere un pattern di vendita sull’area sotto osservazione per entrare in direzione del trend di fondo.