Complici la debolezza di Wall Street e lo scontro con Bruxelles, l’indice Ftse Mib ha chiuso la settima settimana negativa nelle ultime otto con una perdita del 2%.
Da inizio 2018 la perdita si ampliata a -13,5%, il bilancio peggiore all’interno dell’Eurozona, quasi allineato a quello registrato dall’indice Dax della borsa di Francoforte (-12,5%). L’indice Eurostoxx perde il 9%.
Mario Draghi, al suo ultimo intervento da governatore al Congresso bancario di Francoforte, ha espresso la convinzione che il rallentamento dell’economia in atto non può che essere temporaneo visto che “una decelerazione graduale è normale con la maturazione della fase espansiva e quando la crescita converge in direzione del potenziale di lungo termine”.
Graficamente, la bella reazione partita dal sostegno strategico in area 18.400 punti ha perso intensità ben prima di raggiungere il primo scoglio grafico in area 20.000. Ciò denota una persistente fragilità del quadro di breve. Nel breve prevale quindi ancora la tendenza ribassista, con il listino che anche oggi, almenno per il momento, non riesce a oltrepassare la resistenza in area 19.150.
Allargando l’orizzonte temporale si riesce ad essere un po’ più ottimisti considerando che il movimento di medio periodo è ancora sostenuto dalla trendline crescente avviata dai minimi del 2012. Fortissimo supporto in area 17.000.
La rottura al ribasso del target 4 della zona short annuale del Target Geometry a 18.804, nel breve, proietterebbe il target short in area 18.100 (target 5 annuale).