Stava salendo con una tale intensità che sembrava destinato a sfondare il tetto dei 7 dollari per mmBtu. Ma, all’improvviso, la scorsa settimana, il ritmo del rally del gas naturale è rallentato.
Grafico giornaliero gas naturale
Al momento della scrittura (1:00 ET di giovedì), il contratto del gas in consegna il mese prossimo sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange segna ancora un rialzo dell’1,8% sulla settimana.
Ma lo slancio che l’aveva portato al livello di 6 dollari e mezzo all’inizio di ottobre sembra essere svanito. Ad esempio, nella settimana terminata il 24 settembre, il contratto spot sull’Henry Hub è schizzato del 9,3%.
I prezzi del gas registrano comunque un’impennata del 124% sull’anno. Ma ora stiamo assistendo ad un mercato più altalenante, con mosse intraday più piccole entro il range di 5,40-5,70 dollari, tra il clima favorevole, le maggiori iniezioni settimanali nelle scorte USA e la diplomazia globale sul gas portata avanti dal leader russo Vladimir Putin che costituiscono un antidoto al rally precedente.
Gli analisti delle agenzie dei mercati energetici dicono che, fondamentalmente, il mercato ha avuto problemi a stare al passo con le maggiori aspettative dei tori del gas una settimana dopo l’altra.
“Temperature moderate nella settimana delle scorte dovrebbero comportare una minore domanda dovuta al clima in tutta la nazione”, spiega Dan Myers di Gelber & Associates, a Houston.
Variazione scorte gas naturale
Fonte: Gelber & Associates
L’agenzia di Myers stima che la US Energy Information Administration riporterà un’iniezione superiore alla norma di 98 bcf, miliardi di piedi cubici, nelle scorte per la scorsa settimana, nel suo aggiornamento settimanale atteso alle 11:00 ET di oggi.
La previsione di Gelber rientra nella fascia alta del sondaggio sui dati dell’EIA per la settimana terminata l’8 ottobre, con la stima media di Investing.com pari a 94 bcf.
Persino a questo livello, l’aumento sarebbe quasi il doppio rispetto a quello di 50 bcf della stessa settimana di un anno fa ed alla media quinquennale (2016-2020) di 79 bcf.
Nella settimana precedente al 1° ottobre, sono stati immessi 118 bcf di gas nelle scorte, con un aumento maggiore del previsto per la quarta settimana di fila.
Se la stima di 94 bcf si rivelerà corretta, l’iniezione della settimana all’8 ottobre porterebbe le scorte a 3,382 mila miliardi di piedi cubici, circa il 4,5% in meno della media quinquennale ed il 12,6% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.
Myers ha dichiarato che la minore domanda di riscaldamento dovrebbe proseguire nelle prossime due settimane, facendo aumentare ulteriormente le iniezioni nel mese di ottobre. Così, almeno per ora, le iniezioni delle scorte 2021 saranno superiori non solo ai livelli del 2020 ma anche alla media quinquennale.
Aggiunge:
“La domanda totale dovuta al clima dovrebbe ammontare a quasi lo stesso livello della scorsa settimana. Tuttavia, questa settimana dovrebbe scendere di 20 bcf al di sotto della straordinaria iniezione di 118 della scorsa settimana, in conseguenza di una minore generazione di energia eolica, e dunque di una maggiore domanda di gas naturale nella settimana terminata l’8 ottobre. La domanda totale non legata al clima, in particolare le esportazioni messicane e di GNL, è leggermente scesa di circa 2 bcf, non abbastanza da compensare la minore generazione di energia eolica”.
Flusso GNL per alimentazione
Fonte: Gelber & Associates
Ma a prescindere dalle condizioni del mercato USA sia per il gas che per il GNL, i prezzi nazionali seguono quelli globali (o meglio, europei), che si sono staccati dai massimi ad ottobre.
I prezzi del gas di riferimento europei sono schizzati di oltre il 350% quest’anno, attestandosi sopra i 31 dollari per mmBtu ieri, sebbene in calo dal picco della scorsa settimana di oltre 52 dollari. Il calo si è registrato dopo che Putin questa settimana si è offerto di aumentare le esportazioni di gas russe, per contribuire ad alleviare la stretta energetica europea, mentre l’UE ha convocato un summit di emergenza per risolvere la questione dei prezzi alle stelle.
La stretta sul gas in Europa ha acceso i riflettori sulla Russia, responsabile di un terzo delle forniture della regione, spingendo i politici europei ad accusare Mosca di non stare producendo abbastanza. Putin ha affermato, durante una conferenza sull’energia a Mosca, che il mercato del gas non è equilibrato o prevedibile, soprattutto in Europa, ma ha dichiarato che la Russia sta rispettando gli obblighi contrattuali per rifornire i clienti e che è pronta ad aumentare le scorte se sarà richiesto.
Russia ed Europa sono alle prese con una disputa su un nuovo gasdotto, il Nord Stream 2, che porterà il gas russo in Germania. Il gasdotto è stato costruito ma si attende l’approvazione per metterlo in funzione, tra l’opposizione degli Stati Uniti e di alcune nazioni europee che temono che renderà l’Europa ancor più dipendente dalla Russia.
Alcuni politici europei affermano che Mosca sta usando la crisi del carburante come scusa, mentre Putin ha smentito le accuse secondo cui il Cremlino starebbe usando come arma le esportazioni di gas russe. “Sono solo chiacchiere politiche, senza alcun fondamento”, ha dichiarato.
L’Unione Europea non ha chiesto alla Russia di aumentare le scorte di gas per il blocco, ha riferito a Reuters un funzionario della Commissione Europea. La Commissione Europea, invece, ieri ha presentato le misure che i 27 paesi membri adotteranno per combattere la crisi energetica, come il valutare un’opzione volontaria perché le nazioni possano comprare insieme il gas. I ministri dei paesi UE terranno una riunione straordinaria il 26 ottobre per discutere dell’aumento dei prezzi.
Queste misure hanno ridotto in parte i prezzi del gas europei e sembrano aver alimentato la volatilità del mercato statunitense.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.