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Germania, rischio nuove elezioni. Sotto pressione Euro ed Equity

Pubblicato 20.11.2017, 10:03
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

L'euro, dopo le ottime performance della scorsa settimana, è nuovamente sotto pressione a seguito delle vicissitudini politiche che stanno coinvolgendo la Germania.

Come saprete i colloqui in seno all’eventuale ampia coalizione di governo sono crollati, a questo punto è molto probabile che Angela Merkel possa perdere la sua posizione di cancelliere tedesco spalancando le porte a nuove elezioni che potrebbero condurre a un altro nulla di fatto, ma i mercati stanno evidenziando preoccupazione e reagiscono.

I rendimenti del Bund è sceso di circa 1 punto base, è vero, ma l’equity evidenzia affanno e l'euro è sceso di quasi mezzo punto percentuale rispetto al dollaro e allo yen.

Se il trend giornaliero non dovesse mutare si rischierebbe di veder svanire l’apprezzamento messo a segno la settimana scorsa.

Ma l'euro non è l'unica valuta principale sotto pressione, lo è anche il Dollaro poiché i rendimenti obbligazionari in calo non aiutano una ripresa convincente.

La brusca frenata di venerdì rispecchia ancor di più le preoccupazioni degli investitori sulla linea temporale della riforma fiscale, appare infatti sempre più probabile una dilazione al prossimo anno. La curva dei rendimenti continua quindi ad appiattirsi, con uno spread nelle scadenze a 2 e 10 sempre più ridotto, ora inferiore a 62 punti base.

Si spiega così anche la chiusura settimanale di Wall Street, al ribasso, in particolare segnaliamo l’SP500 con -0,3% a 2579 punti.

Negativi anche i mercati asiatici, che stamane chiudevano in negativo col Nikkei a -0.6% peraltro non aiutato dalla recente forza dello yen, idem gli europei ma al momento sembra esserci un buon tentativo di ripresa.

Per quanto riguarda le commodities, l'Oro perdeva parte dei guadagni venerdì (ora si trova in area 1290 dollari l’oncia, dopo aver ritestato la resistenza dei 1300 dollari), mentre il Future Petrolio Brent è tutt’ora in fase di consolidamento dopo il forte movimento rialzista della settimana scorsa (si era giunti alla resistenza dei 57 dollari al barile sul WTI).

La settimana, per quanto riguarda il calendario economico, inizia con un lunedì sostanzialmente piatto.

L’unico mover da tenere in considerazione sarà il discorso del presidente della BCE Mario Draghi atteso alle ore 15.

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