Ormai tutto ruota attorno alle indiscrezioni sui colloqui commerciali Cina-USA. Il presidente Trump ha twittato, nel corso del weekend, evidenziando "i progressi sostanziali" delle ultime settimane e secondo autorevoli fonti la data del 1° marzo – che vorrebbe un incremento delle tariffe già in atto sui prodotti cinesi – verrà procrastinata. Ovviamente sono notizie assolutamente positive per i mercati, almeno nel breve periodo.
I due presidenti, Xi e Trump, si incontreranno probabilmente per finalizzare l'accordo (c’è chi parla di un incontro programmato al golf resort di Mar-a Lago, in Florida), ma c’è ancora del lavoro da fare. Secondo gli esperti i progressi compiuti in materia di proprietà intellettuale e tecnologia sono fondamentali, sebbene non sia ancora certo in che modo le tariffe esistenti verranno influenzate né per quanto tempo l'estensione della scadenza andrà avanti. Per ora, però, la propensione al rischio è positive e l’azionario cinese sta sovraperformando, oltre a un rafforzamento dello yuan su livelli che non si vedevano dal luglio 2018. Non solo, le valute considerate rischiose si stanno apprezzando, in particolare il dollaro australiano che dopo le forti perdite della scorsa settimana sta recuperando nettamente terreno.
Wall Street ha chiuso la settimana scorsa in territorio positive con S&P 500 +0,6% a 2792 punti, mentre i future statunitensi hanno guadagnato un altro +0,3%. I mercati asiatici hanno lanciato segnali di forza, specialmente in Cina dove con lo Shanghai Composite ha guadagnato +5,4%. In Europa dopo una partenza al rialzo siamo in fase di consolidamento. Nel forex abbiamo detto delle valute legate alle materie prime, mentre la parziale debolezza del dollaro sta aiutando l'oro a ripartire dai 1325 dollari, mentre il petrolio greggio è in fase di consolidamento.
Sul fronte macro economico è una giornata tranquilla, da segnalare soltanto le dichiarazioni del Governatore della Bank of England Mark Carney alle ore 11.