Questa settimana i tori del greggio si focalizzeranno sull’inizio della stagione degli uragani nella regione Atlantica statunitense, che potrebbe comportare l’interruzione degli impianti energetici chiave nella Costa del Golfo in Messico, nonché sull’inizio del lungo weekend del Memorial Day, che segna l’avvio della stagione di picco per la guida negli Stati Uniti.
Grafico giornaliero del greggio
Per gli orsi del greggio, al centro dell’attenzione ci saranno le trattative per portare l’Iran ad un patto sul nucleare che consenta al paese di esportare greggio senza le sanzioni statunitensi. Il patto probabilmente moltiplicherà la produzione di Teheran in un mondo in cui permangono timori per la domanda, con viaggi ed attività ancora considerevolmente ridotti per la pandemia di COVID-19.
Tra il tira e molla del greggio, gli investitori dell’oro seguiranno attentamente i rendimenti dei Treasury USA ed il dollaro, per vedere se restano sottotono nonostante l’impennata dei timori per l’inflazione. Un tale contesto darà ai long del metallo giallo un’altra chance di puntare al livello di 1.900 dollari, che gli è sfuggito nell’ultima settimana.
Grafico giornaliero oro
Se i rendimenti dei buoni del Tesoro a 10 anni USA (ora vicini ai livelli bassi dell’1,6% ed al pericoloso 1,7%) dovessero salire, potrebbero innescare l’avversione al rischio sui mercati, compresi i mercati azionari, spiega Tariq Zahir, membro di Tyche Capital Advisors, un fondo sulle materie prime a New York focalizzato su greggio, oro ed altre macro-strategie.
“Penso che il rischio sia ancora al ribasso in quanto i rendimenti potrebbero schizzare in qualunque momento”, afferma Zahir.
Le selvagge oscillazioni del Bitcoin, che hanno pesato sulla propensione al rischio la scorsa settimana, potrebbero continuare a trascinare il mercato, almeno per ora.
Uragani e viaggi in auto USA potrebbero aiutare il greggio
I prezzi del greggio sono saliti dello 0,7% alle 1:45 ET (5:45 GMT) negli scambi asiatici, con il West Texas Intermediate, il riferimento per il greggio statunitense, che oscillava a 64,03 dollari al barile, mentre il britannico Brent, il riferimento internazionale, è arrivato a 66,81 dollari.
I guadagni sono stati registrati quando il Centro Nazionale per gli Uragani USA ha avvertito che c’è una probabilità del 60% di un uragano da un sistema a bassa pressione nella parte occidentale del Golfo del Messico, con venti da 30-35 miglia all’ora (48-56 km/h) vicino e ad est del centro. Più del 45% del totale della capacità di raffinazione petrolifera USA si trova lungo la cosa del Golfo, nonché il 51% della capacità di lavorazione totale di gas naturale USA.
A supportare il greggio contribuiscono le speculazioni che gli americani faranno il pieno almeno più di una volta questa settimana per i viaggi in auto, in occasione dei tre giorni di festa del Memorial Day del 31 maggio. L’Associazione Automobilistica Americana si aspetta ben 37 milioni di viaggiatori in occasione di questo Memorial Day, in salita del 60% dai 23 milioni dello scorso anno, dato su cui aveva pesato la pandemia.
Sul fronte delle trattative sul nucleare iraniano, il portavoce del Parlamento dell’Iran ieri ha dichiarato che l’accordo di monitoraggio di tre mesi tra Teheran e l’ente regolatore nucleare dell’ONU è scaduto e che l’accesso alle immagini dall’interno di alcuni siti nucleari iraniani non sarà più consentito.
Gli orsi del greggio contano sulla ripresa delle trattative sul nucleare iraniano
I diplomatici europei la scorsa settimana hanno affermato che il mancato accordo su una proroga del patto sul monitoraggio metterà in crisi le trattative indirette tra Washington e Teheran sulla ripresa dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015. Queste trattative dovrebbero riprendere a Vienna questa settimana.
Tuttavia, Bloomberg ha riportato che l’Iran probabilmente prorogherà l’accordo sulle ispezioni nucleari dell’ONU, dando tempo ai diplomatici di riprendere lo storico accordo.
Il governo Biden è stato selettivo nell’implementare le sanzioni dell’era Trump sul greggio iraniano, consentendo a Teheran di spedire migliaia di barili al giorno a determinati compratori nonostante l’embargo statunitense. Ciò che è importante per l’Iran ora è il ripristino degli accordi bancari internazionali, vietati durante le sanzioni, che consentiranno alla Repubblica Islamica di effettuare le transazioni sui suoi cargo di greggio senza ostacoli.
Se le sanzioni dovessero di fatto essere cancellate, sul mercato petrolifero mondiale potrebbero tornare dai 500.000 ai 2 milioni di barili di greggio iraniano nei prossimi 3-18 mesi, secondo i bene informati.
L’Iran ha affermato che potrebbe tornare “entro pochi mesi” al suo picco di produzione petrolifera di quasi 4 milioni di barili al giorno una volta eliminate le sanzioni. Fonti informate sulla produzione di greggio del paese stimano che la sua attuale produzione sia pari a circa 2 milioni di barili al giorno.
Gli analisti dicono che le ulteriori scorte dall’Iran, quando arriveranno, costringeranno ad effettuare una riconfigurazione delle scorte petrolifere globali che potrebbe essere più ribassista che rialzista, soprattutto con i problemi per la domanda dopo la nuova impennata di casi di coronavirus in India, il terzo consumatore mondiale della materia prima.
I long sull’oro seguiranno da vicino i dati sull’inflazione
L’ambizione dell’oro di arrivare a 1.900 dollari probabilmente sarà influenzata da una raffica di dati economici statunitensi questa settimana, compresi quelli sui redditi e le spese personali, incluso l’indice PCE. Il cosiddetto indice PCE core esclude alimentari ed energetici ed è l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Federal Reserve per il suo obiettivo medio flessibile del 2%. Nei 12 mesi terminati a marzo si è attestato in salita dell’1,8%.
I dati potrebbero mettere alla prova la determinazione della Fed di mantenere gli acquisti di asset al ritmo attuale, nonostante la ripresa sia dell’economia che dell’inflazione.
La Fed riconosce le pressioni sui prezzi derivanti dalle ostruzioni delle filiere USA che faticano a soddisfare la domanda in un’economia che sta riaprendo dopo mesi di repressioni per la pandemia.
Ma la banca centrale ribadisce che queste pressioni inflazionarie sono “transitorie” e scompariranno non appena l’economia si sarà pienamente ripresa dalla pandemia. Dice anche di non vedere alcun bisogno, per ora, di alzare i tassi di interesse.
Un simile contesto incrementa il ruolo naturale dell’oro come rifugio dall’inflazione, spiegano i long, determinati a tentare prima un ritorno ai livelli di 1.900 dollari visti a gennaio, per poi spingersi ai massimi storici di circa 2.100 dollari segnati ad agosto.
Sia i future che il prezzo spot dell’oro sono arrivati a meno di 10 dollari dal test dei 1.900 venerdì, mancando il bersaglio per la seconda volta la scorsa settimana.
I future dell’oro con consegna a giugno sul COMEX a New York si attestano a 1.886,50 dollari alle 1:45 ET (5:45 GMT).
Il prezzo spot dell’oro, che rispecchia gli scambi in tempo reale dei lingotti, si attesta a 1.855,90 dollari.
Altri dati economici USA attesi questa settimana sono i report sulla fiducia dei consumatori, sui prezzi delle case, sulle vendite di case nuove, sugli ordinativi di beni durevoli e sulle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione.
La Governatrice della Fed Lael Brainard parlerà delle monete digitali in occasione dell’evento virtuale Consensus by CoinDesk Conference nel corso della giornata. Considerata la recente volatilità sul mercato delle criptovalute, i suoi commenti saranno seguiti con attenzione.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.