In inglese un noto proverbio dice: “Non esistono pasti gratis”. Corrisponde ad una serie di concetti che fondamentalmente indicano la stessa cosa: non c’è niente di veramente gratis nella vita e, se si vuole qualcosa, bisogna lavorare per ottenerla, nessuno dà niente per niente. L’economista britannico David Smith ha persino scritto un libro sul “Pasto gratis” in cui afferma che non bisogna aspettarsi che le persone siano intenzionate a pagare a caro prezzo le patate se ce ne sono tante sul mercato. E spero che abbiate digerito l’idea perché voglio che la spieghiate ai compratori dei future del gasolio.
I future scambiati a New York dell’Ultra Low Sulfur Diesel, che fino al 2013 era noto come combustibile da riscaldamento, sono schizzati di ben il 40% nelle ultime tre settimane, oscillando a 90 centesimi al gallone contro i 65 di tre venerdì fa. Le scorte statunitensi di gasolio, nel frattempo, sono aumentate di 18 milioni di barili nello stesso periodo, pari al 230% rispetto all’aumento della settimana precedente a queste tre.
Grafico giornaliero future combustibile da riscaldamento
Gli straordinari incrementi del gasolio coincidono con l’improvviso crollo dell’attività di trasporti nelle tre settimane di lockdown per il coronavirus negli Stati Uniti, in quanto le questioni logistiche e sanitarie hanno pesato sulle consegne da parte di compagnie come Amazon (NASDAQ:AMZN) (NASDAQ:AMZN), United Parcel Service (NYSE:UPS) e FedEx (NYSE:FDX). Persino ora, con la maggior parte dell’America che ha riaperto le attività, molte persone continuano a lavorare da remoto, facendo sì che autobus e treni viaggino a regime ridotto, il che significa meno consumo di gasolio rispetto a quattro mesi fa.
Segue a ruota il rally del greggio e della benzina
Quindi, a cosa è dovuta questa improvvisa ripresa dei future del gasolio ora? A sentire i tori del mercato energetico, il gasolio ha seguito a ruota i future del greggio e della benzina, che sono schizzati nelle ultime tre settimane, con i trader che hanno previsto la domanda in estate e anche oltre. Equivale a pagare oggi fior di quattrini per una crociera a cui si potrebbe partecipare comodamente ad agosto. Non sembra un grande affare, no?
Dal punto di vista dei fondamentali, i future del greggio USA West Texas Intermediate (WTI) hanno registrato un’impennata del 13% questa settimana dopo il calo di 745.000 barili delle scorte la scorsa settimana contro l’aumento previsto di 4,2 milioni di barili.
Intanto, le scorte di greggio sono scese di 3 milioni di barili a Cushing, Oklahoma, il centro di consegna dei contratti del WTI in scadenza. Nelle ultime settimane, le scorte a Cushing erano salite di ben 5 milioni di barili alla settimana, innescando le speculazioni che la sua capacità da 76 milioni di barili sarebbe stata esaurita prima della fine del mese. I timori di un esaurimento della capacità di Cushing sono stati quello che ha spinto i future del WTI in territorio negativo per la prima volta nella storia a fine aprile.
Domanda di benzina sia empirica che aneddotica
Nel caso della benzina, i future RBOB scambiati a New York dovrebbero chiudere la settimana giù dell’1%, dopo aver registrato complessivamente +44% nelle due settimane precedenti. Fondamentalmente, le scorte di benzina sono andate in controtendenza rispetto agli altri prodotti energetici, con un calo netto delle scorte di circa 5 milioni di barili nelle ultime 5 settimane, contro le aspettative di un aumento di oltre 11 milioni.
Grafico giornaliero future della benzina
“La domanda di benzina è sia empirica che aneddotica”, afferma John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund energetico Again Capital. “C’è traffico a New York la mattina. È chiaro che la gente è tornata per strada”.
Ora consideriamo i future del gasolio, che sono schizzati di quasi l’8% solo ieri, combaciando quasi con il rally del WTI. E questo malgrado i dati del giorno prima secondo cui le scorte di prodotti raffinati sono aumentate di 3,5 milioni di barili la settimana scorsa contro le aspettative di un incremento di circa 2,9 milioni di barili.
Ricorda le parole di David Smith sui compratori che pagano troppo le patate.
La tempistica del rally del gasolio è tutta sbagliata
Ad essere onesti, i future del gasolio hanno cominciato a schizzare solo dall’inizio di maggio, con un’impennata del 26% sul mese in corso dopo il tonfo del 64% tra gennaio ed aprile. La ripresa, quindi, rappresenta un sollievo dopo un primo trimestre tremendo, soprattutto per chi era andato long a fine marzo quando l’attività di trasporti negli USA si era ripresa brevemente durante le serrate per il coronavirus.
“Il rally di sollievo del gasolio non è sbagliato, quello che è sbagliato è la tempistica”, spiega Kilduff.
“Arriva in un momento in cui la domanda di gasolio è appena crollata negli Stati Uniti. Le esportazioni di prodotti raffinati registrano un tonfo e l’America Latina non sta comprando. Non c’è alcuna giustificazione per questi prezzi”.
Più nel dettaglio, il rally sta ricevendo poco supporto persino dalle raffinerie, che hanno visto il crack del gasolio (il margine di profitto per produrre il carburante per il trasporto dal greggio) scendere a 11 dollari al barile dal massimo di 19 dollari di dicembre. Il crack della benzina resta ad un buon livello di circa 15 dollari.
Solitamente, le raffinerie usano un modello 3:2:1 per gli spread del crack, in cui per ogni tre barili di greggio processati, due vengono trasformati in benzina ed uno in prodotti raffinati (gasolio, cherosene o carburante per aerei, idrocarburi gassosi e liquidi e combustibile residuo).
Dei margini di raffinazione bassi per qualunque cosa che non sia benzina potrebbero comportare meno barili che vengono trasformati in gasolio, il che viene dimostrato dal calo della scorsa settimana di quasi 5 milioni di barili al giorno della produzione di prodotti raffinati USA. Al contrario, la produzione di benzina la scorsa settimana è aumentata di 7,5 milioni di barili al giorno.
Il debole crack del gasolio va ad unirsi alle preoccupazioni per le raffinerie
Sebbene il gasolio sia stato inizialmente una salvezza per le raffinerie durante la crisi del COVID-19, con le restrizioni globali sui viaggi che hanno pesato su carburante per aerei e benzina, “il malessere ora si sta diffondendo al complesso del gasolio, causando un aumento delle scorte di prodotti raffinati presso i principali centri di raffinazione ed un peggioramento degli spread del crack”, si legge in una nota della Energy Intelligence di New York.
Aggiunge:
“Il dilemma per le raffinerie è che dei buoni livelli di crack del gasolio finora sono stati supportati da una produzione minore di greggio, non da una domanda maggiore. Tra tutti i prodotti raffinati, le scorte dei prodotti raffinati medi (la maggior parte delle quali è composta da gasolio) hanno visto gli aumenti più alti in tutte le regioni”.
Se paragonato al mercato europeo, il gasolio USA è stato protetto in qualche modo dalla domanda dal settore agricolo durante la stagione primaverile che ha in parte rimpiazzato la domanda di combustibile per il riscaldamento persa in inverno, afferma la Energy Intelligence.
“Il crescente eccesso di combustibile per aerei ha pesato sui prezzi incoraggiando le raffinerie a riutilizzarlo”, afferma. “Tuttavia, ci sono dei limiti tecnici nel riutilizzo di cherosene per aerei come gasolio”.
Quindi, qual è il cammino che si trovano davanti coloro che ancora scommettono sul gasolio?
Restate e battete il ferro dei prodotti raffinati finché e caldo, o uscite ora prima di ritrovarvi a doverne pagare le conseguenze”, dice Kilduff.
“Ho dato a questo rally del gasolio ancora qualche settimana fino a circa la fine del mese. Per allora, dovremo vedere una domanda reale. Altrimenti, dovremo affrontare la realtà”.