Da nuovi dati diffusi oggi è arrivata la conferma che l’economia svizzera fa fatica a crescere a causa delle forti incertezze intorno alla Brexit e al poco favorevole caro-franco.
Stando al rapporto sul PMI manifatturiero di luglio, il settore manifatturiero svizzero ha subito un rallentamento, scendendo a 50,1 punti dai 51,6 precedenti (previsione: 51,9).
Questa flessione segue un trend preoccupante dal picco di aprile.
Poiché le esportazioni trainano la domanda del manifatturiero, ovviamente il CHF non competitivo non aiuta la crescita fiacca (ciò traspare soprattutto dal crollo dell’industria orologiera svizzera).
I consumatori svizzeri, inoltre, non si sono fatti avanti per compensare la debolezza esterna.
A giugno le vendite al dettaglio (a/a) sono scese ulteriormente, calando del -3,9% (in termini nozionali: -4,6%) dopo il -1,6% precedente (più del -2,0% previsto).
Su base mensile, le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un calo del -0,5% rispetto a maggio.
Malgrado la debolezza dell’economia svizzera, continuiamo a prevedere che gli investitori in cerca di rifugi sicuri continueranno a trainare la domanda di CHF (facendo innervosire le società svizzere e la BNS).
Tuttavia, nell’attuale contesto macroeconomico, la Svizzera invia indubbiamente un segnale d’allarme, fungendo proverbialmente da canarino nella miniera di carbone.
La debolezza delle reti di scambio per questa nazione esposta all’estero indica profonde apprensioni economiche a livello globale.
Nonostante la preoccupazione per le prospettive economiche, ci aspettiamo che il CHF si apprezzi ulteriormente e che la coppia EUR/CHF infranga il supporto psicologico a 1,0800, l’obiettivo è 1,0636.