Le ultime settimane di turbolenze sui Mercati Finanziari non significano che l’economia sta per deragliare. Piuttosto che la ripresa sta maturando e non ha più bisogno di bassi tassi di interesse. È quanto affermano economisti e funzionari della Federal Reserve.
Mentre il rimbalzo dell’economia dalla recessione indotta dalla pandemia nella primavera del 2020 è stato forte. Quello del mercato azionario è stato spettacolare. Tra il minimo di marzo 2020 e il massimo storico del 3 gennaio, l’indice azionario S&P 500 è salito del 114%. Ora, nonostante l’economia sia cresciuta di più nel 2021 che in qualsiasi momento dal 1984, l’indice S&P 500 è sceso di circa l’8% da quel picco.
Mercoledì, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che il calo del mercato non danneggerebbe la ripresa. Ha affermato che è una risposta naturale alla prevista eliminazione graduale da parte della Fed dei programmi di stimolo di emergenza implementati all’inizio della pandemia che hanno contribuito a sostenere i prezzi degli asset.
“Riteniamo che le comunicazioni che abbiamo con i partecipanti al mercato e con il pubblico in generale funzionino e che le condizioni finanziarie riflettano in anticipo le decisioni che prendiamo”, ha affermato Powell.
I prezzi degli asset sono legati all’economia in diversi modi. In parte, riflettono le aspettative degli investitori sulla crescita futura. Mentre gli economisti intervistati in USA hanno valutato la probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi ad appena il 18%. Il focus rimane sulla crescita in rallentamento in questo trimestre. Anche lo spread tra i rendimenti obbligazionari a breve e lungo termine, chiamato curva dei rendimenti, si è ridotto, il che di solito segnala un rallentamento della crescita.