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Dopo la volatilità e la paura della scorsa settimana, c'è la sensazione che il sentiment stia iniziando a stabilizzarsi. In un quadro del genere si dovrà prestare molta attenzione ai rendimenti obbligazionari, perché qualora dovessero riprendere a crescere torneremmo a osservare un dollaro più forte e un’avversione al rischio tale da ostacolare la ripresa dell’azionario. Nonostante le vendite al dettaglio USA rilasciate ieri siano risultate inferiori alle attese (legate probabilmente agli uragani), i rendimenti dei Treasuries USA chiudevano sui massimi di giornata e in queste prime ore della giornata stanno continuando a salire. Si tratta di piccoli movimenti, giusto sottolinearlo, specialmente se paragonato a quanto accaduto nelle ultime due settimane, ma se per caso dovesse subentrare una nuova improvvisa accelerazione occorrerà prestare molta attenzione alla risposta sui mercati.
Al di là degli USA, l’attenzione è rivolta maggiormente alla Brexit: oggi è attesa una riunione cruciale del Gabinetto del Regno Unito in vista del vertice UE di domani. La quadratura del cerchio sulla questione dei confini dell'Irlanda del Nord rimane ancora lo scoglio da superare. Peraltro, viste le carte in tavola, nessuna soluzione può essere esclusa: si potrebbe arrivare a un accordo, ma si potrebbe anche non raggiungerlo. Tra l’altro la riunione odierna potrebbe anche portare a nuove dimissioni che andrebbero a minare ulteriormente la tenuta della Premier May.
Wall Street ha chiuso la prima sessione settimanale al ribasso, condizionata dai titoli tecnologici. L’S&P 500 -0,6% a 2751 punti, ma i future hanno guadagnato circa lo 0,3%. Ciò ha aiutato il Nikkei a mettere a segno un + 1,3%, mentre il Composite Shanghai cinese perdeva lo 0,7%. In quest’ultimo caso è evidente come le tensioni commerciali con gli Stati Uniti stanno avendo un impatto notevole, tant’è che l'inflazione dei produttori cinesi continua a calare. Per quanto riguarda il CPI, i dati della notte sono stati sostanzialmente in linea con le attese: + 2,5% come previsto (+ 2,3% l’ultima lettura). Per quanto riguarda il mercato del forex permane una discrete forza del dollaro rispetto alle altre major, soprattutto rispetto allo Yen che si è indebolito soprattutto a causa dei differenziali di rendimento. Nelle materie prime permangono gli apprezzamenti sull'XAU/USD e sull'XAG/USD mentre il prezzo del Future Petrolio Greggio WTI è sceso leggermente ma all’intero di una fase di evidente consolidamento.
Il calendario macroeconomico odierno proporrà dati certamente importanti. Si partirà alle 10:30 con la disoccupazione del Regno Unito che dovrebbe restare stabile al 4,0%. Ancora più importate sarà l’andamento dei salari settimanali, che dovrebbero restare ancorati al + 2,6% su base retributiva totale (salario e bonus). Alle 10 spazio al sentimento economico tedesco responsabile, che dovrebbe ridiscendere a -12.0 (da -10.6) e se confermato si tratterebbe di una delusione dopo il lieve recupero dei 2 mesi precedenti. La produzione industriale statunitense è alle 14:15 e si prevede una crescita mensile di + 0,2%. Infine la creazione di posti di lavoro US JOLTS delle ore 16 potrebbe far registrare un lieve rallentamento a 6,90 m (da 6,94 m).