Dopo un inizio d’anno difficile, le azioni africane sono rimbalzate e sono ora il principale performer del mercato azionario globale nel 2024, secondo un insieme di ETF che seguono le principali regioni del mondo fino alla chiusura di ieri (28 maggio).
Il VanEck Africa Index ETF (NYSE:AFK) è in rialzo del 16,6% su base annua. Si tratta di un buon premio rispetto al guadagno del 9,2% del mercato azionario globale (VT). È anche superiore al mercato azionario statunitense (VTI), che è in rialzo del 10,7%.
Dopo aver toccato il fondo a marzo, AFK ha messo a segno un’impressionante ripresa, brevemente interrotta dal crollo globale di aprile. Nell’ultimo mese, il fondo ha riacquistato il suo profilo rialzista e ha guadagnato oltre il 9%.
Cosa sta determinando la rinascita degli spiriti animali per AFK? La maggiore allocazione settoriale del fondo è quella dei materiali (36%), che quest’anno si è rivelata un vantaggio grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime.
Un altro fattore potrebbe essere legato alla politica in Sudafrica, che rappresenta la più grande allocazione nazionale di AFK con il 38% del patrimonio netto (al 30 aprile), secondo Van Eck. Si prevede che le elezioni di oggi diminuiranno l’influenza dell’African National Congress, che ha mantenuto la maggioranza parlamentare dalla fine dell’apartheid tre decenni fa. Secondo alcuni, questa possibilità pone le basi per un cambiamento nella politica economica che potrebbe rilanciare la crescita.
Anche se si prevede che l’ANC rimarrà il partito più grande, gli analisti prevedono che per la prima volta perderà la maggioranza e sarà costretto a condividere il potere con uno o più partiti concorrenti. In altre parole, la possibilità di una riforma economica necessaria è un possibile risultato delle elezioni di oggi, che potrebbe essere un fattore di rialzo del prezzo delle azioni di AFK.
Ma la profondità delle sfide economiche del Sudafrica lascia ampio spazio alla cautela. Come osserva The Economist, la posta in gioco per le elezioni di oggi è alta e le probabilità di una rapida riforma sono basse, data la profondità e l’ampiezza dei problemi:
“Trent’anni dopo la fine della dominazione bianca, il Sudafrica è nei guai. Le ruberie sono endemiche, il PIL è inferiore a quello del 2008 e lo Stato sta diventando sempre meno efficace. La tentazione di ricorrere a un populismo rovinoso per rimanere al potere aumenterà. Anche se questa volta gli esiti peggiori possono essere evitati, il Sudafrica non può sfuggire per sempre a scelte fatidiche”.
La prova del nove per il Sudafrica, e forse per l’ETF Africa (AFK), si potrebbe dire, è ancora lontana, dopo che il mercato avrà avuto il tempo di digerire le implicazioni delle elezioni di oggi.