Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 febbraio 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
- L’azionario cancella i guadagni dopo le dichiarazioni di Powell
- La Fed non vede nessun aumento dei tassi e nessuna riduzione = crollo del dollaro USA
- GBP supera 1,41 nonostante i dati misti sul lavoro
- RBNZ prevede di lasciare la politica monetaria invariata
Gli investitori hanno venduto dollari USA dopo che il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha chiarito martedì che non ci saranno aumenti dei tassi di interesse o riduzioni degli acquisti nel prossimo futuro. L’economia USA si sta riprendendo, l’inflazione è in salita e con la campagna vaccinale che avanza in America le previsioni sono incoraggianti. Powell dovrebbe rivedere al rialzo le previsioni del PIL della Fed relative al 2021 al 6%. Tuttavia, questi miglioramenti non bastano perché la banca centrale ritiri il suo impegno nel mantenere allentata la politica monetaria finché una ripresa sostenibile riporti l’economia ai livelli pre-COVID.
Nella sua testimonianza semi-annuale sull’economia e sulla politica monetaria, Powell ha dichiarato che non sono stati fatti progressi sostanziali verso gli obiettivi della banca centrale. La Fed si impegna ad utilizzare la sua ampia gamma di strumenti per supportare l’economia ed assicurare che la ripresa de questo difficile periodo sia più forte possibile. Powell ha dichiarato che la crescita occupazionale da sola non inciderà sulla sua decisione. Ad inizio febbraio, gli investitori non gli hanno creduto quando aveva detto che i tassi resteranno agli attuali livelli finché l’economia non raggiungerà la piena occupazione e l’inflazione non toccherà il 2%. Oggi ha dichiarato che la banca vuole vedere l’inflazione leggermente sopra al 2% per un certo periodo prima di un inasprimento, e che quando giungerà il momento di cambiare il ritmo degli acquisti, le intenzioni saranno molto chiare. Non ci saranno sorprese.
Impegnandosi a tenere i tassi di interesse ai livelli attuali per il prossimo anno o per i prossimi due, Powell sostiene il calo del dollaro USA. Le aspettative di inflazione sono il motivo principale per l’impennata dei rendimenti dei Titoli del Tesoro, e ora che Powell ha dichiarato di non essere preoccupato per l’aumento, potremmo vedere i tassi scendere dai massimi. Bisogna unire tutto ciò unito alla prospettiva un una maggiore spesa e di un’ulteriore debolezza del biglietto verde, particolarmente nel cambio USD/JPY.
La sterlina è la valuta che ha beneficiato di più del calo del dollaro, con il cambio GBP/USD a 1,41. I dati sul mercato del lavoro sono stati misti. Sebbene ci sia stato un calo di 114.000 posti di lavoro nel mese di novembre, quattro volte più del previsto, ed il tasso di disoccupazione è salito al massimo di cinque anni, l’aumento della retribuzione oraria media è stato molto forte. Gli stipendi sono aumentati del 4,7% contro le aspettative di un aumento del 4,1%. Intanto, il Primo Ministro Boris Johnson ha presentato un piano per la riapertura delle scuole e la cancellazione delle restrizioni, dunque i trader della sterlina si aspettano che l’occupazione si rafforzerà.
In contrasto, l’euro è andato in selloff contro il dollaro USA nonostante le dichiarazioni caute di Powell. Molto ha a che fare con le recenti dichiarazioni della Presidente della BCE Christine Lagarde. Ha affermato che la BCE sta seguendo molto da vicino l’andamento dei rendimenti, che secondo alcuni investitori potrebbe far scendere la valuta e i tassi.
In Nuova Zelanda è atteso l’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand. Si prevede che la RBNZ lasci i tassi di interesse invariati. L’ultima volta in cui si è riunita è stato a novembre, ed è stata meno cauta. Da allora la ripresa del paese è rallentata, ma la ripresa globale ha aumentato il passo. Con la valuta al massimo di tre anni, ci sono pochi motivi per credere che la banca centrale stia considerando un taglio dei tassi o un aumento dei tassi. Il dollaro canadese ha mantenuto i guadagni, mentre il dollaro australiano si è consolidato.