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Il dollaro inverte la rotta, la sterlina crolla: durerà l’inversione?

Pubblicato 21.03.2019, 19:27
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Rassegna giornaliera sul mercato forex 21.03.2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Ci si aspettava un impatto negativo sul dollaro USA dalla cautela della Federal Reserve, ma invece di proseguire il calo di mercoledì, il biglietto verde è salito contro le principali controparti. I dati migliori del previsto sul comparto manifatturiero dell’area di Philadelphia, il calo delle richieste di sussidio e il miglioramento dei principali indicatori hanno sostenuto questa inversione, ma il fatto che la Fed creda che sia necessaria una politica accomodante, nonostante i dati positivi, ci fa capire che il livello di preoccupazione della banca centrale è davvero alto. Anche il cambio USD/JPY è stato sostenuto dall’andamento positivo del mercato azionario, ma l’impennata potrebbe esaurirsi vicino a 111, per via del crollo di mercoledì che ha pesato sulle previsioni del cambio. Oltre alla decisione della Fed di lasciare invariati i tassi di interesse per il resto dell’anno, bisogna considerare lo stallo delle trattative commerciali tra USA e Cina. Gli USA invieranno Mnuchin e Lighthizer in Cina la settimana prossima per portare avanti i dialoghi, ma, con le voci secondo cui il Presidente Trump vorrebbe che la Cina raddoppiasse o triplicasse gli acquisti di beni USA, l’accordo sembra ancora molto lontano. Pertanto, l’intervallo tra 111,00 e 111,25 potrebbe essere quello giusto per le posizioni short del cambio USD/JPY.

Intanto, la sterlina ha segnato il calo maggiore dell’anno contro il dollaro USA e non a causa dell’annuncio di politica monetaria della BoE. La BoE ha votato all’unanimità per lasciare invariati i tassi ed ha dichiarato che la Brexit potrebbe causare interventi sulla politica monetaria in entrambe le direzioni. Ha inoltre dichiarato che la crescita occupazionale potrebbe ridursi sensibilmente per via del mancato accordo sulla Brexit. Invece di scendere, la sterlina ha segnato un’impennata dopo la decisione del tasso, in quanto la banca centrale ha dichiarato che “probabilmente sarà necessario un inasprimento graduale e limitato”. Le vendite al dettaglio britanniche hanno superato le aspettative, segnando un aumento dello 0,4% contro il previsto calo dello 0,4%. Purtroppo, con la Brexit in vista, niente è più importante della risposta dell’UE alla richiesta della Premier britannica May di un rinvio breve al 30 giugno 2019, che non sembra le sarà concesso facilmente. Il Responsabile dei negoziati per l’UE Micheal Barnier ha dichiarato che il rinvio sarà concesso solo con un voto positivo, ciò vuol dire che o sarà accettato l’accordo attuale, o il paese dovrà uscire dall’UE senza alcun accordo. Facendo così l’UE vuole alzare la posta, ma non sappiamo ancora se questa sarà la risposta ufficiale. Se lo sarà, allora per la sterlina saranno guai seri. Attendiamo di vedere se ci sarà un vertice UE di emergenza la prossima settimana, il che prolungherebbe l’incertezza e porterebbe il cambio GBP/USD ben sotto il livello di 1,30.

La Banca Nazionale Svizzera ha lasciato invariata la politica monetaria. Come la BoE, nessuna sorpresa. Il Presidente della SNB Jordan si è detto moderatamente ottimista quest’anno, ma i conflitti commerciali, l’Italia e la Brexit sono fattori di rischio. Il rialzo del dollaro ha dato un brutto colpo all’euro, che ha cancellato il 70% dei guadagni di mercoledì. Se gli attesi report PMI della zona euro sull’attività dei settori manifatturiero, servizi e l’indice composito saranno deboli, potremmo vedere il cambio EUR/USD scendere sotto il minimo di mercoledì, il che altererebbe completamente le previsioni tecniche sul cambio. Se i dati saranno positivi, sarà confermata il bias anti-dollaro e il cambio EUR/USD risalirà sopra 1,14.

Anche il dollaro australiano è sceso, ma ha tenuto meglio degli omologhi, dopo che il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 5% per la prima volta il 8 anni. Purtroppo una gran parte del miglioramento è dovuto ad una minore partecipazione. Anche la crescita occupazionale è scesa a 4,6K dopo essere salita a 38,3K il mese precedente. Il dollaro neozelandese, ha segnato la seconda peggiore performance del giorno. Nonostante la crescita del PIL sia salita allo 0,6% nel quarto trimestre, la crescita su base annua è scesa al 2,3%, il ritmo più debole degli ultimi 3 anni.

Il cambio USD/CAD è salito cancellando il calo di mercoledì. Il loonie venerdì attende i dati su vendite al dettaglio e prezzi al consumo. Il rischio è al rialzo in quanto la crescita occupazionale è stata forte, gli scambi all’ingrosso sono aumentati a gennaio e la componente del prezzo dell’indice IVEY PMI è salita. Il trend è al rialzo ed eventuali delusioni dai dati, seppur piccole, potrebbero far salire il cambio.

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