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Il dollaro USA si concentra sui dati NFP e ignora la variante Omicron

Pubblicato 03.12.2021, 09:45
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 02 dicembre 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Gli esperti di tutto il mondo sono preoccupati dalla variante Omicron, ma gli investitori non lo sono affatto, almeno è quello che ci suggerisce il rally del 2% delle azioni e la ripresa del dollaro USA

Tutti sapevamo che la variante Omicron sarebbe arrivata anche negli USA e che fosse solo una questione di tempo. E avendo convissuto con la variante originale e con tre altre varianti, gli investitori non si aspettano che la Omicron faccia deragliare la ripresa globale. Sicuramente la spesa dei consumatori e la crescita rallenteranno, soprattutto se altri paesi annunceranno nuove restrizioni. Ma i tassi di vaccinazione sono elevati ed i politici negli USA non amano i lockdown. Potrebbero volerci delle settimane prima che la variante Omicron mostri (o non mostri) la sua gravità. E fino ad allora, gli investitori continueranno a concentrarsi sulle certezze, cioè sulla forza del mercato USA, sulla preoccupazione della Fed in merito all’inflazione e sulla possibilità che lo stimolo venga ridotto più velocemente.

I dati sull’occupazione non agricola saranno rilasciati domani e tutti i segnali puntano ad un altro report positivo. Non soltanto le richieste di sussidio sono salite meno del previsto nella settimana terminata il 27 novembre, ma la media sua 4 settimane è crollata al minimo da marzo 2020. Le richieste continue di sussidio sono scese sotto i 2 milioni per la prima volta dall’inizio della pandemia. I licenziamenti sono al minimo degli ultimi 28 anni, con le aziende che faticano a trovare personale. Gli economisti si aspettano che i dati NFP salgano da 531.000 a 550.000. E se la crescita dovesse superare le attese, il dollaro USA salirà. Un mercato del lavoro forte preoccupa la Fed sull’inflazione in quanto la domanda di salari più elevati può alimentare l’inflazione. Nonostante si possa dire che la variante Omicron possa far scendere la domanda, la variante Delta ha peggiorato e non migliorato i problemi delle catene di approvvigionamento.

Un report positive rafforza la convinzione che la Federal Reserve accelererà il ritmo del tapering durante il vertice di politica del 14 e 15 dicembre. Questa settimana sia il Presidente Jerome Powell che la Segretaria al Tesoro Janet Yellen hanno affermato che il termine transitorio deve essere accantonato in tema d’inflazione,  dunque, si prevede che le proiezioni di inflazione saliranno ed il dot plot dovrebbe mostrare i policy-maker a favore di un aumento dei tassi anticipato. Tutto questo è positivo per il biglietto verde. Le banche centrali più “falco” come la Reserve Bank of New Zealand, non prevedono che la Omicron possa cambiare le previsioni economiche.

Se ci dovessimo sbagliare e la variante Omicron dovesse dimostrarsi più letale delle altre varianti, gli altri paesi chiuderanno le attività più velocemente degli USA, e questo farebbe scendere prima le loro valute. Il dollaro USA è andato in forte selloff dopo le prime notizie sulla Omicron, ma altre valute hanno faticato a salire, e molte di esse si riavviano verso i minimi plurimensili.

Oltre al dollaro USA l’altra valuta positiva della giornata è stata la sterlina, mentre le peggiori sono state euro e dollaro australiano. I dati della zona euro sono stati migliori del previsto, con i prezzi alla produzione in salita ad ottobre ed il tasso di disoccupazione in calo. Purtroppo, la variante Omicron si sta diffondendo in Europa e le nazioni europee sono molto più inclini a reagire con misure più stringenti. In Australia invece, i dati commerciali più deboli ed il calo inatteso dei mutui hanno fatto scendere il dollaro australiano contro le principali valute.

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