Rassegna giornaliera sul mercato forex, 24 febbraio 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
La paura di una pandemia globale ha fatto crollare titoli azionari e valute ieri. Su base intraday, l’indice Dow Jones Industrial Average è sceso di oltre 1.000 punti cancellando tutti i guadagni di quest’anno. Il movimento di ieri è stato il calo di punti base in un solo giorno maggiore per l’indice Dow dal febbraio 2018. Per quanto riguarda le valute, la coppia USD/JPY è stata la più colpita ed il suo ribasso ha trascinato giù tutti i cambi dello yen. I mercati nipponici sono chiusi nella notte ma, quando apriranno domani, il cambio USD/JPY, sceso sotto 111, dovrebbe avvicinarsi a 110. Anche se i titoli USA sono scesi in 6 degli ultimi 7 giorni di scambi, ieri si è registrato il primo movimento degno di nota. In teoria, un movimento tanto grande dovrebbe portare ad altre vendite di panico ma le aperture in gap di solito sono seguite più da un consolidamento che da una continuazione.
Non c’è dubbio che i timori per il coronavirus non siano fondati. Il numero di casi al di fuori della Cina è schizzato nel fine settimana comportando la cancellazione di eventi e l’annuncio di quarantene in Europa e Medio Oriente. Il turismo e le attività imprenditoriali in Cina vengono uccisi dal virus e ora l’Europa è vulnerabile allo stesso rischio, soprattutto dal momento che l’Italia è il terzo paese più visitato nell’Europa continentale. In Corea del Sud, il numero dei casi è schizzato a 833 nel fine settimana, spingendo il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie del paese a consigliare ai cittadini di limitare le attività all’aperto e i viaggi da una città all’altra. 14 paesi hanno risposto con limitazioni più severe all’ingresso per i viaggiatori in arrivo dalla Corea del Sud. Per la maggior parte del mese, i titoli azionari hanno avuto una buona performance, ma gli investitori si sono finalmente resi conto della realtà e cominciano a capire che il coronavirus intaccherà una grossa fetta della crescita del primo trimestre. Con l’impennata di casi di coronavirus, non ci sorprenderebbe se alcuni paesi finiranno per vedere una contrazione nel primo trimestre.
Considerate queste dinamiche, sempre più investitori si dirigeranno verso l’uscita. Tuttavia, il rischio di un peso economico maggiore è il motivo principale per cui i governi delle regioni più colpite potrebbero ricorrere ad una risposta di politica fiscale e monetaria. Si parla di altri tagli delle spese e dei tassi in Corea del Sud; l’Italia potrebbe intervenire con una risposta fiscale; il mercato USA attende di sapere se la Fed taglierà i tassi e questa settimana potremmo sentire un altro invito alla cautela da parte della Presidente della BCE Lagarde. Uno stimolo fiscale o monetario coordinato porrebbe facilmente fine al calo dei titoli azionari ma è probabile una risposta individuale, anziché coordinata, dati i casi limitati negli Stati Uniti. Detto questo, anche uno stimolo fiscale e monetario dalla Cina combinato ad un’azione dalla Corea del Sud potrebbe essere utile. Allo stesso tempo, fino a quando questi governi non interverranno, il cammino di una minore resistenza per titoli e forex sarà al ribasso.
Tra tutte le principali valute, il cambio USD/JPY è il più vulnerabile ad altre perdite. A parte il tonfo dei titoli azionari, il rendimento dei bond a 10 anni USA ha toccato un minimo di quasi quattro anni, mentre il rendimento dei bond a 30 anni ha segnato il minimo storico. Gli investitori si aspettano 2 tagli dei tassi quest’anno, anche se la Federal Reserve potrebbe offrire pochi indizi sull’eventualità di un allentamento. Gli utili del trimestre dovrebbero essere deboli, con previsioni negative attese da parte di molte compagnie in vari settori. L’avvertimento di Apple della scorsa settimana e l’inatteso calo dell’indice PMI manifatturiero di Markit per gli USA rappresentano un altro campanello d’allarme da non ignorare. Il cambio USD/JPY è un “sell” tra 110,50 e 111,25 per un movimento a 109.
La valuta con la performance migliore ieri è stata l’euro, salito sopra 1,0850 intraday sulla scia del solido report Ifo tedesco. Data la riduzione della fiducia degli investitori, siamo sorpresi dal miglioramento guidato principalmente dall’aumento delle aspettative. È difficile che tale sentimento sia sostenibile con la diffusione del coronavirus in Europa. In effetti, i dati sulla fiducia della zona euro di questa settimana potrebbero sorprendere al ribasso. Tutte le altre principali valute, come sterlina, dollaro australiano, canadese e neozelandese, sono state vittime dell’avversione al rischio. Nel caso del dollaro canadese, il tonfo del 3,5% del prezzo del greggio ha rappresentato una doppia batosta.