“Il debito pubblico è abbastanza grande da badare a se stesso” (Ronald Regan)
Il CPI americano del mese di novembre il giorno prima della riunione della Fed (mercoledì). E il giorno successivo (giovedì), la Bce. In questa settimana pare potersi scatenare la tempesta perfetta. Pare, perché se tutti i pronostici dovessero essere confermati, ovvero rialzo di 50 punti base dei tassi da entrambe le sponde dell’atlantico e dichiarazioni “colomba” di Powell e Lagarde, allora il livello di volatilità, che nel mese di dicembre è tornata a farsi sentire, potrebbe calmarsi all’improvviso. La speranza del mercato è che arrivino conferme che il picco di inflazione è stato raggiunto. In questo caso ci sarebbero tutte le condizioni per una prosecuzione del rally iniziato nel mese di ottobre. Fatte accezione per le riunioni delle Banche Centrali, tra i dati di rilievo della settimana segnaliamo martedì l’indice dei prezzi al consumo in Germania, visti stabili sul mese precedente e l’indice ZEV sulle condizioni economiche tedesche. Infine venerdì è prevista la diffusione dell’indice dei prezzi al consumo nell’area euro, attesi invariati sulla rilevazione precedente ovvero +10%, ma con un calo dello 0,1% su base sequenziale.
Il ritorno del bond
Il peggio per il mercato obbligazionario potrebbe essere alle spalle. Il picco dei rendimenti per i titoli di debito a livello globale è probabilmente alle spalle. Il rallentamento del ciclo dell’inflazione sembra quindi spingere per un accumulo dei bond come porto sicuro in attesa di capire cosa succederà all’economia reale e quindi sul mercato azionario. Ma molto dipenderà dalle caratteristiche del rallentamento economico. Per ora le attese sono per una recessione più marcata in Europa, e meno in Usa anche se ci sono segnali preoccupanti come quello relativo al forte rallentamento del mercato immobiliare che sembra tornato addirittura ai livelli di inizio millennio (Blackstone ha dovuto fare cassa vendendo la proprietà di 2 Casinò a Las Vegas). Se quindi il rallentamento sarà “soft”, allora potremmo assistere prima a una ripresa del mercato obbligazionario e successivamente a quello azionario. Se invece la recessione dovesse essere più dura del previsto, allora la sovraperformance del mercato obbligazionario sulle Borse potrebbe durare più a lungo: non dimentichiamoci che l’S&P 500 scambia sulle stime attuali 18 volte gli utili 2023 e nell’ipotesi di una contrazione economica nel primo trimestre questa valutazione sarebbe elevata. A livello operativo le scadenze più a breve termine dei bond americani potrebbero essere interessanti mentre a medio-lungo sarebbero da preferire le emissioni europee dove la curva è più ripida.
Delisting flop
In un mese in cui sono stati annunciate ben 3 Opa finalizzate alla revoca dalle quotazioni (delisting): DeA Capital (BIT:DEA), Prima Industrie SpA (BIT:PRII) e Finlogic SpA (BIT:FNL), arriva la marcia indietro della famiglia Della Valle su Tod’s SpA (BIT:TOD). In una nota la DeVa Finance, che lo scorso agosto aveva lanciato un'offerta sulla lusso, spiega che non avanzerà la richiesta di procedere alla fusione per incorporazione, possibilità prevista in caso di non perfezionamento dell'Opa. DeVa Finance ha preferito tenere conto delle indicazioni giunte dal Mercato e non procedere a un'operazione che potesse essere ritenuta ostile o quantomeno “not market friendly”. Diego Della Valle ha preso atto che gli azionisti hanno ritenuto il valore del gruppo Tod's (BIT:TOD) significativamente più alto dell’Offerta di €40, preferendo rimanere in possesso delle azioni. Peccato però che il titolo valga oggi poco più di €33, per cui aderire all’Opa avrebbe consentito un profitto del 20% rispetto ai prezzi attuali. Ma non sarà solo la marcia indietro di Tod’s a garantire che nel mese di dicembre il numero di nuove quotazioni superi quello delle revoche. Questa settimana saranno 2 le IPO sul listino Euronext (EPA:ENX) Growth Milan, ovvero debutteranno Saccheria Franceschetti e Impianti, tutte accompagnare in Borsa da Integrae Sim.