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Intel costa il 20% in meno ma il settore dei chip sembra in difficoltà

Pubblicato 20.09.2018, 13:50
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Dopo il pesante tonfo dal massimo di giugno, che ha portato il prezzo del titolo giù di oltre il 20%, Intel potrebbe sembrare allettante. Ma si tratta davvero di un’opportunità di acquisto o è piuttosto un segnale di altri problemi in arrivo?

Prima di discutere delle questioni specifiche della compagnia che stanno spingendo al ribasso il prezzo delle azioni del secondo produttore mondiale di semiconduttori, bisogna ricordare che la domanda di chip di memoria è altamente ciclica. Il settore ha attraversato numerosi periodi di espansione e contrazione.

INTC Weekly 1-Year Chart

L’ultima corsa rialzista è stata alimentata dalle nuove aree dell’economia digitale, come l’esplosione dell’utilizzo di smartphone, il cloud computing, gli enormi investimenti sui centri dati da parte delle principali compagnie tech del mondo e l’utilizzo di chip per il mining di criptovalute. La richiesta di chip di memoria è stata così alta che i rivali di Intel (NASDAQ:INTC) Nvidia (NASDAQ:NVDA) ed Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD) hanno visto i prezzi dei loro titoli schizzare alle stelle negli ultimi tre anni.

AMD vs. Nvidia (purple) - 3-Year Chart

Chiari segni di un indebolimento della domanda

Stanno però emergendo segnali che l’ultimo boom della domanda sta passando e che l’eccesso delle fornitura potrebbe colpire presto i produttori di chip, mentre aumentano le scorte e i prezzi scendono. È il classico indice di regressione in ogni settore.

Il mese scorso Nvidia ha reso noto che le vendite dei chip grafici ai miner di criptovalute come Ethereum si sono esaurite più velocemente del previsto. Nvidia, che si aspettava circa 100 milioni di dollari di vendite di chip comprati dai miner nel secondo trimestre fiscale, ha affermato che i ricavi di questo segmento probabilmente scompariranno del tutto in futuro.

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Nel frattempo, il produttore di attrezzature per chip KLA-Tencor (NASDAQ:KLAC) questo mese ha dichiarato che la compagnia sta affrontando un periodo di “magra” per quanto riguarda le spedizioni di chip di memoria e che la ripresa potrebbe non essere tanto forte come previsto. Il prezzo delle azioni di KLA-Tencor è crollato di quasi il 10% il giorno dell’annuncio.

Avremo gli ultimi aggiornamenti sui fondamentali di mercato quando Micron Technology (NASDAQ:MU) pubblicherà il suo ultimo report sugli utili trimestrali nel corso della giornata odierna.

Ritardi e mancanza di leadership potrebbero creare problemi ad Intel

Oltre all’indebolimento dei fondamentali del settore, Intel ha dei problemi suoi. Sul prezzo delle azioni pesa soprattutto il fatto che sta rimanendo indietro nell’introdurre la sua nuova tecnologia di chip, un qualcosa che molti analisti credevano sarebbe stato uno dei principali fattori di crescita. A fine luglio, la compagnia ha reso noto che il suo nuovo chip da 10 nanometri non sarà disponibile fino alla fine del prossimo anno, alimentando i timori che i rivali possano trarre vantaggio del ritardo e guadagnare partecipazione di mercato.

Vivek Araya, analista di Merrill Lynch, ha abbassato il rating su Intel dopo l’annuncio spiegando che i ritardi offrono ai rivali come Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM), AMD, Nvidia e Xilinx (NASDAQ:XLNX) la possibilità di “scavalcare” Intel lanciando i loro chip a basso costo e ad alta performance.

Un altro fattore che sta tenendo gli investitori nelle retrovie è l’assenza di un Amministratore Delegato permanente in seguito all’addio forzato di Brian Krzanich a giugno dopo la notizia che aveva avuto una relazione consensuale con una dipendente, violando il codice di condotta dell’azienda. La sua cacciata ha scatenato i timori che, nel vuoto della leadership, Intel possa faticare a superare le sue difficoltà manifatturiere proprio mentre i rivali si preparano a insidiare il suo dominio nei chip per computer.

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Nonostante queste preoccupazioni, però, Intel continua a crescere. Nell’ultimo aggiornamento, la compagnia ha previsto che gli utili del trimestre in corso salgano a circa 18,1 miliardi di dollari, superando la stima media degli analisti. Sull’intero anno fiscale, Intel si aspetta di registrare vendite record da 69,5 miliardi di dollari.

Morale della favola

Dopo il crollo di quasi il 20% del prezzo delle azioni rispetto al picco di quest’anno, il titolo di Intel, che ieri ha chiuso a 46,15 dollari, sembra economico. Con un P/E forward di circa 10,8, il rapporto più basso dal 2015, ed un rendimento del dividendo di circa il 2,64%, Intel sembra allettante per gli investitori a lungo termine.

Tuttavia, il rischio maggiore di questa quotazione attraente deriva dalla possibile regressione della domanda che potrebbe essere proprio dietro l’angolo. In questa fase del ciclo, quando i produttori di chip mostrano segni di aver raggiunto il picco e suonano dei campanelli di allarme, non consideriamo l’equazione rischio/ricompensa abbastanza convincente da fare questa scommessa.

Se non avete già comprato Intel, meglio non iniziare e aspettare che la compagnia riesca con successo a superare i suoi attuali problemi. A quel punto, lo scenario domanda-offerta dovrebbe diventare più interessante.

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