Quella di oggi sarà una giornata movimentata, perché varie banche centrali renderanno note le loro decisioni di politica monetaria. Stamattina la Banca del Giappone ha aperto le danze annunciando una serie di misure volte a far salire l’inflazione verso l’obiettivo del 2%.
Dopo aver introdotto tassi d’interesse negativi e aver raddoppiato gli acquisti di ETF nei mesi precedenti, la BoJ ha deciso di introdurre un obiettivo per il tasso d’interesse sui titoli di Stato decennali.
La banca centrale giapponese ha mantenuto invece invariati gli altri strumenti: tasso d’interesse negativo al -0,1%, entità dell’allentamento quantitativo pari a 80 mila miliardi di yen all’anno e acquisti di ETF per 6 mila miliardi di yen all’anno.
Dopo qualche brusca oscillazione che ha spinto l’USD/JPY fino a un minimo pari a 101,03, lo yen giapponese è sceso fino a un massimo dell’1,20%, a 102,79.
Se si osserva la situazione generale, sembra che la BoJ faccia fatica a convincere il mercato che sarà in grado di far avvicinare l’inflazione all’obiettivo prefissato.
Nella notte lo yen ha ceduto solo lo 0,85% contro il biglietto verde, ma non ci sorprenderebbe se lo yen recuperasse tutte le perdite della notte, perché il mercato è sempre più scettico sull’abilità della BoJ di raggiungere l’obiettivo d’inflazione e di guidare la sua moneta.
Al ribasso si osserva un supporto a 101,03 (minimo 21 settembre), al rialzo la resistenza giace a 104,32 (massimo 2 settembre).
L’USD ha ampliato i guadagni durante le negoziazioni notturne in vista della riunione del FOMC di oggi pomeriggio, guadagnando lo 0,10% contro l’EUR, lo 0,12% contro la sterlina, lo 0,14% contro il franco svizzero e lo 0,18% contro il dollaro neozelandese.
I rialzi, però, sono dovuti per lo più all’intervento di allentamento della BoJ e non al fatto che crescono le attese di una decisione da falco dalla riunione di politica monetaria della Fed di questa sera.
Negli ultimi giorni, la probabilità di un rialzo del tasso a settembre, ricavata dai future sui fondi federali, è rimasta stabile, intorno al 22%.
Non ci aspettiamo un intervento dalla riunione di oggi, anche se crediamo che Janet Yellen inizierà a preparare il mercato per un intervento a dicembre (proprio come l’anno scorso).
L’indice del dollaro è salito dello 0,15%, portandosi a 96,16.
Sul mercato azionario, i titoli giapponesi sono stati sostenuti, l’ampio indice Topix è lievitato del 2,71%, mentre calava lo yen giapponese.
L’indice Nikkei ha guadagnato l’1,91%, salendo a 16.807,62 punti.
Altrove, i titoli hanno messo a segno rialzi significativi, perché l’era della politica monetaria ultra-accomodante non è ancora finita.
In Europa, i future sui listini azionari sono positivi, suggerendo un’apertura in rialzo.
Oggi gli operatori monitoreranno l’IPC dal Sudafrica; le domande di mutui MBA, le scorte di greggio e la decisione sul tasso del FOMC negli USA; la decisione sul tasso d’interesse della RBNZ in Nuova Zelanda.