Market Brief
L’azionario USA è stato scambiato in forte ribasso a New York. L’S&P 500 ha ceduto il 2,10%, il Dow Jones l’1,62% e il Nasdaq è scivolato del 3,10%. Il sentiment ribassista ha raggiunto anche l’azionario asiatico. Le azioni del Nikkei sono calate bruscamente da 14.027,80 a 13.885,11 punti in apertura a Tokio e hanno chiuso la seduta di venerdì a -2,38%. La media dei titoli del Nikkei ha toccato il minimo da 6 mesi. Mentre scriviamo, l’Hang Seng e il Composite di Shanghai cedono rispettivamente lo 0,63% e lo 0,09%. L’IPC cinese è cresciuto del 2,4% a marzo come previsto (rispetto al 2,0% di febbraio), mentre i prezzi alla produzione si sono contratti più velocemente, del -2,3% (rispetto al -2,0% di febbraio).
L’USD/JPY è precipitato a 101,33 (minimo settimanale e base del canale di trend ascendente di febbraio e marzo), rimbalzando verso quota 102,00 all’apertura dei mercati in Europa. Il momentum ribassista generato dalla BoJ si sta rafforzando, mentre i verbali della riunione della banca centrale nipponica hanno mostrato che la ripresa economica e i prezzi si muovono in linea con le previsioni della BoJ. Stando al dato pubblicato nella notte, a marzo i prezzi dei beni acquistati dalle aziende (CGPI) sono migliorati su base mensile dal -0,2% allo 0,0%; su base a/a, l’indice è sceso dall’1,8% all’1,7%. L’USD/JPY probabilmente chiuderà la settimana sotto la copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku (102,37-103,10). Le scommesse legate alle opzioni sono inclinate negativamente prima di 102,00, ci sono altre offerte per opzioni in scadenza oggi sotto 101,50. L’EUR/JPY ha compiuto un rally a 141,56 all’apertura dei mercati in Europa. Vista la forza dell’EUR, vediamo che si sta formando un supporto in corrispondenza della copertura della nuvola giornaliera (140,65/140,96).
L’EUR/USD estende i guadagni a 1,3900 nonostante le discussioni su un potenziale QE. I mercati ignorano le minacce di un accomodamento dalla BCE; un eventuale intervento viene considerato altamente improbabile nel prossimo futuro. Il momentum rialzista dell’EUR/USD si sta rafforzando, sostenuto dall’aumentato interesse per i bond dei paesi periferici dell’Eurozona. Il prossimo supporto chiave si trova a 1,3967 (massimo 13 marzo). L’EUR/GBP testa al rialzo la media mobile a 50 giorni (0,82840). Gli indicatori di trend e momentum sono meno ribassisti, una chiusura superiore alla media mobile a 21 giorni (0,83091) suggerisce ulteriori guadagni. La resistenza chiave si trova a 0,83650 (massimo del canale discendente da luglio 2013 a marzo 2014).
Stanotte l’avversione generalizzata ha fatto scendere le valute oceaniane. L’AUD/USD è sceso a 0,9363. Discreti ordini per le opzioni dovrebbero frenare il ribasso sopra 0,9300 quest’oggi. La coppia NZD/USD ha ripiegato a 0,8624, il momentum rialzista non è riuscito ad acquisire slancio. C’è qualche ordine d’acquisto a 0,8655 in scadenza prima del fine-settimana, ulteriori supporti dovrebbero entrare in gioco alla media mobile a 21 giorni (0,8607).
Altrove, come ampiamente previsto la BoE ha mantenuto il tasso di base stabile al minimo storico dello 0,50% e l’obiettivo degli acquisti di asset invariato a 375 miliardi di GBP. I mercati valutari non hanno reagito granché alla decisione della BoE. La coppia GBP/USD è scesa sotto 1,6800 da 1,6820 (poco inferiore al massimo dell’anno a 1,6823 segnato il 17 marzo).
Moody’s ha rivisto al ribasso il rating dei bond del governo turco, da Baa3 stabile a negativo.
Questo venerdì alla pubblicazione dei rapporti sull’inflazione nell’Eurozona seguirà la diffusione degli IPC m/m e a/a definitivi in Germania e Spagna. Gli operatori seguiranno anche la pubblicazione dei seguenti dati: bilancia delle partite correnti di febbraio in Francia; vendite di case esistenti t/t riferite al primo trimestre in Norvegia; produzione destagionalizzata nel settore costruzioni m/m e a/a di febbraio nel Regno Unito; IPP m/m e a/a di marzo e indice sulla fiducia (preliminare) di aprile dell’Università del Michigan negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst, |