L'indice S&P 500 ha interrotto una serie di rialzi di otto giorni consecutivi mentre la ripresa del mercato si è fermata e si prepara per il Simposio di Jackson Hole della Fed.
Ma nonostante lo storico "scoppio" del VIX (spike ampio) ed il crollo dell'azionario all'inizio del mese, molti settori rimangono sopra il segnale di golden cross, i trend a breve termine si attestano al di sopra dei trend a lungo termine (media mobile a 50 giorni incrocia al rialzo la media mobile a 200 giorni).
Primo appunto: Il mercato e le letture di ampiezza hanno "retto" molto bene durante la fase correttiva appena trascorsa. Questo nonostante abbiamo avuto il terzo picco più grande di sempre dell'indice della paura durante una correzione del 9% circa.
Basta avere un ragionevole orizzonte temporale, ne troppo lungo ne troppo breve. E utilizzando l'orizzonte temporale di 5 anni (breve-medio termine) e decidendo di investire nel mercato azionario, i rendimenti totali a 5 anni per l’S&P 500 (dal 1926 ad oggi) sono stati positivi per l'88% su base quinquennale con performance del +265% al +365% ma ciò che fa riflettere, e che dovremmo ricordare, è che nonostante questo ci sono stati comunque periodi altamente negativi con performance a 5 anni del -29% al -61% segnalando la forte escursione e alta percentuale di rischio su orizzonti "limitati" (brevi).
Ecco le % dei trend (rialzisti o ribassisti) annuali su orizzonti temporali di breve-medio termine
in 1 anno: trend rialzista 75% - trend ribassista 25%
in 2 anni: trend rialzista 83% - trend ribassista 17%
in 3 anni: trend rialzista 84% - trend ribassista 16%
in 4 anni: trend rialzista 86% - trend ribassista 14%
in 5 anni: trend rialzista 88% - trend ribassista 12%
Una cosa sembra certa, o quasi, le probabilità di rendimenti positivi sono sicuramente a nostro favore e la potenziale perdita aumenta quanto più si riduce il nostro orizzonte temporale. È un livello inutile di stress da aggiungere al nostro processo e alla nostra operatività, trattandosi di una visione breve ed incompleta.
Al momento la palla resta ai Tori, mentre il trend rialzista a lungo termine rimane positivo in termini assoluti. Ed uno dei pilastri più importanti rimane la forte propensione al credito. I rendimenti delle obbligazioni societarie spazzatura USA si trovano ai livelli più bassi degli ultimi due anni
Nonostante le preoccupazioni per la recessione, gli spread obbligazionari societari che tendono ad ampliarsi prima e durante, non stanno inviando alcun segnale al riguardo. Questo mentre la curva dei rendimenti invertita ha praticamente segnalato una possibile recessione negli ultimi due anni.
Confrontiamo le obbligazioni ad alto rendimento rispetto ai titoli del Tesoro USA
Parliamo di titoli di società poco stabili e in difficoltà, nel momento in cui c'è paura e volatilità, sono i "primi" ad essere scaricati dagli investitori. attualmente siamo in una fase di recupero, il rapporto, che vede le obbligazioni ad alto rendimento al numeratore, ha rimbalzato sui massimi precedenti come quelli che corrispondono al periodo in cui l'azionario ha registrato il bottom di ottobre 2022. Ma ad avvalorare la tesi rialzista è lo stesso spread che mostra ancora un trend definito al rialzo, a favore di alti rendimenti=alto rischio, con maggiori volumi di "sell" su titoli del Tesoro USA.
Quindi, attualmente siamo "passati" da una fase di paura, con il crollo del rapporto a favore dei titoli del Tesoro USA, ad un segnale rialzista cn il recupero del livello 0,66 del rapporto che corrisponde ai livelli di gennaio 2024. Inoltre uno spread oltre i 0,67 aumenterebbe le probabilità di intravedere nuovi massimi nell'azionario. Ma allo stesso tempo, come ben si nota dallo spread in grafico, il rifiuto di questi livelli è presagio di nuovi ribassi e possibili nuovi minimi all'orizzonte.
Un punto interessante è il rapporto tra S&P 500 P/E ed indice di volatilità
Possiamo notare come con un rapporto elevato, come nell'ultimo periodo, ha spesso coinciso con correzioni significative oppure con l'inizio del bear market. Nello specifico, un valore vicino o superiore a 2 negli ultimi 4 anni ha avuto come conseguenza ribassi importanti, segnalati in anticipo. Attualmente il rapporto, dopo la forte escursione dell'ultimo anno, si trova vicino al livello medio di "stress" ed esaminando i precedenti casi, potremmo considerare che questi livelli se mantenuti possano essere favorevoli ad una continuazione del trend rialzista.
Infine, tornando alle medie, solo un numero in calo di segnali di golden cross suggerirebbe un rischio di correzione più severa
E' chiaro che 2/3 delle azioni sono in trend rialzista a lungo termine, sopra la media 50 e 200 periodi.
I livelli attuali nel medio termine indicano un 74,15% (200 periodi) e un 71,37% (50 periodi) che storicamente sono sinonimo di tendenza alta, possiamo notare come percentuali superiori al 60% sono state in passato l'input perfetto per rendimenti positivi, e la maggior parte delle azioni in rialzo costituisce un indicatore di ampiezza "salutare" e di conseguenza le probabilità che l'indice continui il suo trend rialzista principale sono altrettanto alte. Solo un calo sotto i livelli 55%-50% di entrambe le medie potrebbe mettere in discussione il trend, portando preoccupazione tra gli investitori. Ma al momento il mercato non sembra così male.
Un dato interessante da tener d'occhio è che ogni qualvolta che si crea un doppia divergenza tra indice S&P 500 e percentuale di titoli sopra le medie mobili, come sta accadendo in questo periodo, è messaggero di cali pronunciati ma con altrettanti e successivi forti rimbalzi.
Concludendo...
Siamo entrati in un periodo in cui stiamo assistendo ad un numero maggiore di questi crolli improvvisi e la parte difficile per gli investitori è che ora è più facile perdere il controllo durante questi tipi di eventi. Quindi, è necessario ricordarci che anche se i mercati stanno diventando più rapidi non significa che le nostre decisioni devono essere prese velocemente.
Calma, soprattutto quando si tratta dei propri investimenti.
Possono darci "forza" sicuramente i dati storici, dal 1928 l'S&P 500 ha chiuso l'anno con una performance positiva e registrando un +10% (o più) per 55 volte. Ed inoltre, in 23 di questi anni c'è stata una correzione, all'interno di ogni singolo anno positivo, almeno del -10%. In aggiunta nello stesso arco temporale (fino ad oggi), l'azionario ha registrato 34 anni di performance positive del +20% (o più) ma ciò non ha evitato di incontrare una correzione sulla strada.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".