Market Brief
Stanotte l’esercito tailandese ha decretato la legge marziale per porre fine ai continui subbugli politici in atto da novembre e per ristabilire l’ordine. Il capo dell’Esercito Prayuth Chan-Ocha ha detto che non si tratta di un colpo di stato.
In Australia, dai verbali della RBA non è trapelato nulla di nuovo: è appropriato mantenere tassi bassi per ancora un po’ di tempo, l’inflazione rimane in linea con la fascia obiettivo della RBA, la fiacchezza del mercato occupazionale probabilmente proseguirà ancora un po’ e la crescita dovrebbe rimanere inferiore al trend nei prossimi trimestri, soprattutto per effetto della flessione nelle esportazioni. L’ultimo commento solleva preoccupazioni sul rallentamento cinese. L’AUD/USD ha esteso le perdite, scendendo al minimo da due settimane pari a 0,9285. Gli indicatori di trend e momentum acquisiscono ritmo al ribasso, il supporto staziona a 0,9203/09 (minimo 2 maggio e 50,0% di Fibonacci da ottobre 2013 a gennaio 2014). Una chiusura inferiore alla media mobile a 21 giorni (0,9319) dovrebbe confermare il trend ribassista. Deboli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 0,9325 (ex base della fascia). L’AUD/USD è sceso sotto la media mobile a 21 giorni (1,0805). Una chiusura inferiore a 1,0835 suggerisce l’estensione della debolezza. La prima serie di ordini d’acquisto si trova a 1,0753/60 (media mobile a 50 e 100 giorni).
I cross con lo JPY hanno avuto un andamento contrastante a Tokyo. L’USD/JPY ha compiuto un balzo in scia alla buona domanda degli importatori e dei macrofondi USA (stando alla Reuters), con ordini sotto la media mobile a 200 giorni (101,25). Su questo livello s’intravede un supporto importante. La coppia è salita a 101,60; le barriere per le opzioni stazionano a 101,55/75 e poi a 102,00. L’EUR/JPY consolida la debolezza. Il rischio legato all’EUR dovrebbe frenare il rialzo sotto la base della nuvola giornaliera di Ichimoku (140,01). Il supporto chiave coincide con la media mobile a 200 giorni (138,04).
Pare che l’EUR/USD abbia sviluppato una certa immunità contro i commenti accomodanti della BCE. Nel suo intervento di ieri, Mersch (BCE) aveva detto che la BCE deve essere pronta ad agire in caso di deflazione, anche se ha aggiunto di non prevedere il materializzarsi di uno scenario simile. Ha detto anche che la BCE ha gli strumenti per allentare ulteriormente la politica monetaria. Ieri l’EUR/USD è sceso brevemente a 1,3703 prima che gli acquirenti sui minimi invadessero il mercato a New York. Per il prossimo futuro, le pressioni al ribasso dovrebbero intensificarsi perché il rally dei bond periferici si sta indebolendo. S’intravedono consistenti offerte legate alle opzioni a 1,3700/10, discreti ordini per opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 1,3745.
L’evento chiave di oggi sarà la pubblicazione delle cifre sull’inflazione nel Regno Unito. L’inflazione britannica è vista in aumento dall’1,6% all’1,7% a/a. Un’eventuale sorpresa positiva dovrebbe ridare vigore ai tori della GBP, rimasti nelle retrovie da quando, la scorsa settimana, la BoE ha previsto dinamiche sommesse per l’inflazione nel Rapporto Trimestrale sull’Inflazione (QIR) (1,8% nel 2014 e 2015, 1,9% nel 2016). La coppia GBP/USD passa di mano senza una direzione chiara. Una violazione sopra la media mobile a 21 giorni (1,6845) dovrebbe spianare la strada verso nuovi massimi dell’anno (1,6996). Il supporto chiave staziona a 1,6732 (minimo di maggio e media mobile a 50 giorni), sotto questo livello s’intravede una correzione al ribasso più marcata.
Oggi gli operatori monitoreranno l’IPP m/m e a/a di aprile in Germania; il PIL t/t e a/a riferito al primo trimestre in Norvegia; le vendite e gli ordini industriali m/m e a/a di marzo e la bilancia delle partite correnti di marzo in Italia; IPC, IPP e indice dei prezzi al dettaglio di aprile m/m e a/a nel Regno Unito; le vendite all’ingrosso di marzo m/m in Canada.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd