Questa settimana la volatilità sul forex è scesa ancora, lo spread creditizio si è ristretto e le azioni USA hanno puntato verso i 2.900 punti. Le principali banche centrali hanno diffuso degli avvertimenti e il FMI ha rivisto al ribasso le previsioni. Ora la normalizzazione per le valute G10 appartiene al passato. Nonostante il monito netto circa un rallentamento economico, i mercati ripongono una fede incondizionata nella capacità dei regolatori di evitare una crisi.
A conferma che il rallentamento della crescita globale sta generando preoccupazione fra le banche centrali, basta guardare l’annuncio semestrale di politica monetaria dell’Autorità Monetaria di Singapore (MAS). Vista la dimensione ridotta e l’apertura dell’economia di Singapore, non sorprende che il contesto difficile per le esportazioni e la domanda debole di prodotti elettronici pesi sulle prospettive. Secondo la stima sul PIL del T1, nel primo trimestre del 2019 la crescita è cresciuta a un ritmo modesto dell’1,3% a/a rispetto all’1,9% del T4. La MAS prevede una frenata sostenuta della crescita per quest’anno. Dopo 24 mesi di accelerazione e due strette (che hanno permesso al tasso NEER dello SGD di apprezzarsi), le previsioni sull’inflazione di fondo per il 2019 sono state riviste al ribasso, nella fascia compresa fra l’1 e il 2%, rispetto all’1,5%-2,5% precedente. La MAS ha anche ridotto le previsioni sull’inflazione primaria per il 2019, dall’1-2% allo 0,5-1,5%.
Rispetto alla fascia del dollaro di Singapore, la “MAS manterrà pertanto l’attuale ritmo di apprezzamento della fascia del tasso di cambio effettivo nominale (NEER) dello SGD. Non ci saranno modifiche nell’ampiezza e nel livello medio. Questa impostazione è in linea con il percorso di modesto e graduale apprezzamento della fascia NEER che assicurerà la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Nel complesso, la MAS è passata da un’impostazione restrittiva a una neutrale. Con l’aumento dei rischi al ribasso per crescita e inflazione, e visto che lo SGD si avvicina al limite massimo della fascia prestabilita, è difficile che il dollaro si apprezzi ulteriormente.
In termini più generali, dopo un’ondata di ottimismo globale e una normalizzazione limitata della politica, i mercati dei bond hanno registrato il livello massimo di titoli inferiori allo zero dal 2017, per un totale di $10,6 mila miliardi. Evidentemente i mercati non stanno funzionando in modo corretto e la deviazione da errore sta aumentando. Anche se nel breve termine ciò lascia presagire una richiesta di asset rischiosi, nel lungo termine si prepara una crisi.