L’inflazione continua ad essere sempre alla base delle preoccupazioni delle politiche economiche di EU e USA. Nonostante una FED molto aggressiva nel rialzo dei tassi, all’orizzonte non si vedono ancora i risultati sperati.
Seppur un leggero rallentamento della crescita dei prezzi ci sia stata, siamo ancora molto lontani dagli obbiettivi dichiarati dal presidente della banca centrale americana, Powell. Doveroso però fare una precisazione, la politica economica intrapresa dalla Fed è molto più aggressiva di quella della BCE per il semplice motivo che se l’area euro soffre di una inflazione dovuta principalmente al rialzo del costo delle commodities, l’inflazione USA dipende da una domanda per consumi ancora troppo alta, fomentata poi da un mercato del lavoro ancora troppo forte dove le posizioni aperte nell’impiego sono quasi il doppio di coloro che cercano quest’ultimo. Perciò se è vero che si sta iniziando a registrare un raffreddamento dell’economia, il punto di pivot, ovvero il punto in cui la politica di rialzo dei tassi si invertirà, sembra ancora molto lontano.
A Francoforte invece l’approccio della BCE, data la natura dell’inflazione sembra essere profondamente diverso. La Commissione Europea è concentrata proprio in questi giorni nell’andare a prendere provvedimenti sul prezzo del gas, ad esempio con sostegni a famiglie ed imprese, con l’obbiettivo di andare a ridurre la domanda di energia elettrica per singolo Stato membro di quasi il 10%. Inoltre, da sottolineare che i mercati europei dovranno fare i conti con una BCE obbligata ad un rialzo dei tassi di interesse deciso (si parla di un ulteriore aumento di ~0,75%) nell’immediato futuro e che verrà seguito da ulteriori rialzi, andando consapevolmente a massacrare il mercato del lavoro che pur non essendo surriscaldato dovrà subirne comunque le ripercussioni.
Data la situazione appena presentata arriviamo a notare infatti le reazioni nei mercati finanziari.
INDICI AZIONARI
Naturalmente data la situazione di politiche di rialzo dei tassi, andranno ad affossare sempre di più i listini europei in primis e pure quelli americani, auspicabile quindi aspettarsi un mantenimento di trend discendente ancora per diverso tempo.
FTSE MIB – 1 Week View
SP500 – 1 Week View
Mercato dei titoli di stato
Con l’attuale politica dei tassi si é registrato un aumento dei rendimenti dei bond.
Cambio euro/dollaro
Non serve dilungarsi troppo su questo discorso in quanto, data la politica aggressiva della FED nel rialzo tassi e quella della BCE più restia, ha fatto si che il cambio euro/dollaro schizzasse addirittura sotto la parità a quota 0,9668 circa per poi stabilizzarsi intorno al valore di 0,97 euro per dollaro.
EUR/USD – 1 Week View
La recessione che noi tutti temevamo oramai è arrivata e l’unica cosa che ci rimane da fare è prepararci ad un inverno decisamente lungo e rigido, e non sto parlando solo di temperature, aimhè.