L’aumento del rendimento dei treasury solleva i dubbi su un nuovo taglio dei tassi

Pubblicato 14.11.2024, 15:50
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I future sui Fed funds continuano a propendere per le aspettative che la Federal Reserve ridurrà il suo tasso obiettivo di un quarto di punto, ma la relativa fiducia nella previsione sta scivolando.

L’attuale probabilità implicita di un altro taglio dei tassi è di circa il 59% questa mattina, secondo i dati di CME Group (NASDAQ:CME).

Le aspettative sulle prospettive di un ulteriore allentamento nella riunione del FOMC del 18 dicembre si sono costantemente ridotte dopo la vittoria elettorale di Donald Trump. Venerdì scorso, la probabilità implicita di un taglio dei tassi era del 71%.

Un altro segnale che indica che la folla si sta inacidendo sulla possibilità di ulteriori tagli dei tassi: il rendimento dei Treasury a 2 anni, sensibile alle politiche, continua a salire.

Questo rendimento ampiamente seguito, considerato una proxy delle prospettive dei tassi a breve termine, è balzato al 4,34% martedì (12 novembre), il massimo da fine luglio.

US 2-Yr Rates vs Fed Funds

In particolare, il differenziale tra il tasso effettivo mediano più alto dei Fed funds e il rendimento a 2 anni si è ridotto a -24 punti base, il differenziale più basso da oltre un anno. L’implicazione è che le prospettive del mercato dei Treasury di ulteriori tagli dei tassi si stanno affievolendo.

US 2-Year Rates - Effective Fed Funds Spread

L’elezione di Donald Trump è un fattore chiave che cambia il calcolo dei tagli dei tassi, in quanto si ritiene che le priorità economiche del presidente entrante possano essere inflazionistiche.

La combinazione di tariffe doganali sulle importazioni e l’espulsione di milioni di lavoratori immigrati ha suscitato il timore che la pressione sui prezzi possa riprendere nel 2025.

“La questione dei dazi è preoccupante perché si tratta di un’imposta sulle vendite”, afferma David Kotok, co-fondatore e chief investment officer della società di gestione degli investimenti Cumberland Advisors. “Le tariffe sono fatte per ordine esecutivo. Il Congresso ha dato l’autorità al presidente molto tempo fa. Non la riprenderanno e nessun presidente vi rinuncerebbe senza combattere”.

L’economista ed ex segretario del Tesoro solleva dubbi sulla saggezza di ulteriori tagli dei tassi in questo momento.

“Il mio giudizio è che la Fed e i mercati stiano ancora sottovalutando il rischio di surriscaldamento”, afferma. “Mi chiedo: Perché tagliare i tassi è una priorità in questo contesto?”.

Se la Fed si fermasse su un taglio dei tassi, cosa farebbe scattare il cambiamento? Il presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis Neel Kashkari risponde:

“Se l’inflazione dovesse sorprendere al rialzo da qui ad allora, potremmo fare una pausa”, spiega. Ma “sarebbe difficile immaginare che il mercato del lavoro si riscaldi davvero da qui a dicembre. Non c’è tutto questo tempo”.

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