Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il dollaro USA è salito contro tutte le principali valute tranne lo yen giapponese. I dati migliori del previsto sulle richieste di sussidio USA ed un calo del 4,2% dei licenziamenti hanno alimentato le aspettative verso una lettura positiva dei dati di venerdì relativi all’ occupazione non agricola. Gli economisti si attendono un leggero rallentamento della creazione di nuovi posti di lavoro, ma un eventuale calo passerebbe sicuramente in secondo piano grazie ad un maggiore aumento degli stipendi ed un minore tasso di disoccupazione. Se entrambe le previsioni dovessero rivelarsi esatte, il dollaro salirà. I guadagni saranno forti contro le valute legate le materie prime e la sterlina, che è crollata dopo l’annuncio di politica monetaria della Banca d’Inghilterra. Anche la coppia USD/JPY dovrebbe salire, ma il cambio, che è stato in salita negli ultimi tre mesi, potrebbe avere difficoltà a ritoccare il livello di 112, a meno che i dati sull’occupazione non agricola mostrino una lettura davvero positiva.
Le possibilità di un report positivo sicuramente ci sono. Il report ADP è stato positivo, la fiducia dei consumatori è in salita, le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese, e, secondo Challenger, nel mese di luglio sono stati registrati meno licenziamenti. Se i dati saranno accettabili, la Federal Reserve procederà con un altro aumento dei tassi di interesse a settembre. C’è da dire che quando si fa trading basandosi sui dati NFP (occupazione non agricola) il sentimento dei mercati è importante quanto le ramificazioni fondamentali del report. Purtroppo, il cambio USD/JPY prima del rilascio non è riuscito a consolidare i guadagni seguiti al deludente annuncio di politica monetaria della Banca del Giappone. Sulla coppia hanno pesato due fattori di avversione al rischio: l’aumento del rendimento dei titoli di Stato giapponesi e il tantra del Presidente Trump sugli scambi commerciali. Attualmente il cambio USD/JPY sembra destinato a scendere sotto i 110,50, ma se dovessi riuscire a chiudere sopra 111,75, sarebbe la possibilità di un’ulteriore rialzo sopra il livello di 112.
Fattori a favore di dati positivi sull’occupazione non agricola
1. I dati ADP salgono da 181K a 219K
2. L’indice di fiducia dei consumatori sale a 127,4 da 127,1
3. Challenger indica un calo del 4% dei licenziamenti
4. La media delle richieste di sussidi di disoccupazione su quattro settimane scende a 214,5K da 224,7K
5. Le richieste continuative di sussidio scendono a 1,72M da 1,74M
Fattori a sfavore di dati positivi sull’occupazione non agricola
1. Calo dell’indice sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan.
La Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base per la prima volta quest’anno, e, invece di salire, la sterlina ha fatto un tonfo dopo la decisione di politica monetaria. Le dichiarazioni di Mark Carney sono state relativamente positive; il Governatore della banca centrale ha parlato di un’economia in ripresa e di un’inflazione in salita. Ha anche aggiunto che questo inasprimento è necessario riportare l’IPC ai suoi livelli target, ma in base ai future sui tassi di interesse gli investitori non vedono un ulteriore aumento prima del prossimo anno. Ci sono tre motivi per cui la sterlina è crollata dopo la decisione della BoE. Prima di tutto la decisione di alzare i tassi può essere definita piuttosto cauta in quanto Carney ha individuato dei segnali di rallentamento negli investimenti delle imprese. In secondo luogo, il governatore ha alimentato i timori sulla Brexit, dichiarando che le trattative in corso stanno entrando in un “periodo critico”. Poiché la Brexit avrà un impatto sulla politica monetaria Carney crede che la banca centrale debba essere pronta a qualsiasi possibile sviluppo, in quanto se la Brexit dovesse essere una causa di disinflazione, allora la banca dovrebbe allentare la politica. Lasciando aperta la possibilità sia di un ulteriore aumento che di un taglio, la BoE ha deluso i tori, che permettevano agli investitori di restare concentrati sulla precedente debolezza della sterlina e sulla possibilità che non venga trovato un accordo sulla Brexit. Infine, gli investitori attendono i dati NFP, e la speranza di dati positivi hanno contribuito alla debolezza del cambio GBP/USD. Se i dati di venerdì sull’indice PMI relativo al settore dei servizi e l’indice PMI composito dovessero deludere le attese, il cambio GBP/USD potrebbe continuare a scendere fino a toccare il minimo di luglio di 1,2960.
Nonostante i dati migliori del previsto sui prezzi alla produzione nella zona euro, il cambio EUR/USD è sceso al minimo di due settimane. Il calo è dovuto solamente alla richiesta del mercato di dollari USA, in quanto questa settimana ci sono stati davvero pochi eventi che potessero avere ripercussioni sull’euro. Questo venerdì sono attesi i dati sulle vendite al dettaglio nella zona euro e dati rivisti sugli indici PMI di vari stati, tuttavia, l’impatto sarà limitato dall’attesa dei dati NFP.
Il dollaro canadese ha recuperato le precedenti perdite ed ha chiuso una giornata invariato contro il dollaro, grazie alla forte inversione dei prezzi del greggio. Il prezzo del greggio è salito di quasi il 2% dopo aver iniziato la giornata in territorio negativo. Il loonie questo venerdì sarà in ballo con il report sull’indice PMI IVEY e con il report sulla bilancia commerciale. Questi dati infatti potrebbero determinare l’eventuale superamento del livello di 1,30 del cambio USD/CAD. Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno segnato forti ribassi giovedì a causa delle crescenti tensioni commerciali. Il cambio AUD/USD non ha tenuto conto dei dati positivi sulla bilancia commerciale ed è crpllato al minimo di quasi due settimane. Se i dati sull’indice PMI del settore terziario e quelli sulle vendite al dettaglio dovessero essere deludenti, potremo vedere il cambio AUD/USD toccare un nuovo minimo annuo al di sotto di 0,7413.
Oltre al dollaro australiano, anche quello neozelandese ha registrato un andamento negativo. Il crollo di giovedì sotto la media mobile di 20 giorni rende concreta la possibilità che il cambio testi nuovamente i 67 centesimi.