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L’Europa diversifica le sue fonti di petrolio, ma sono più costose

Pubblicato 23.03.2023, 15:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • L’Europa ha fonti di greggio diversificate, anche se ad un costo più alto
  • Arabia Saudita e USA sono diventati fornitori petroliferi più importanti
  • Le importazioni di gasolio russo sono scese significativamente, con i sauditi a colmare il vuoto
  • Ho già spiegato come le sanzioni sul greggio e sui prodotti petroliferi russi stiano cambiando i mercati petroliferi, qui e qui. In queste analisi mi sono focalizzata perlopiù sui nuovi mercati che la Russia ha aperto per le sue esportazioni petrolifere.

    Oggi invece vedremo come sono cambiate le importazioni petrolifere europee dall’arrivo delle sanzioni, e alcune potenziali implicazioni geopolitiche. I trader dovrebbero essere consapevoli di come stanno cambiando i flussi di greggio e gasolio, e di come stanno reagendo i mercati a questi cambiamenti.

    Nel 2021, un quarto delle importazioni petrolifere UE veniva dalla Russia. Si trattava di importazioni sia via mare che attraverso l’oleodotto Druzhba. Il 10% veniva dalla Norvegia, il 9% dagli Stati Uniti, l’8% dal Kazakistan, l’8% dalla Libia, il 7% dall’Iraq e il 5% da Arabia Saudita e Regno Unito. Il restante 16%, da una serie di altri produttori in percentuale inferiore al 5%.

    Dall’applicazione delle sanzioni, l’UE ha diversificato significativamente i suoi fornitori petroliferi. Nel terzo trimestre del 2022, la Russia ha fornito solo il 15% del fabbisogno petrolifero europeo. Le importazioni dagli USA sono salite al 12%, mentre quelle dall’Arabia Saudita al 9%. La maggior parte delle altre importazioni sono rimaste perlopiù invariate, anche se la categoria “altri” è salita al 24%.

    Sebbene i fornitori di greggio dell’Europa siano ora più diversificati, il che è un bene per la sicurezza energetica, sono anche molto più lontani. E questo rende il petrolio più costoso per gli importatori europei.

    Stati Uniti ed Arabia Saudita sono diventati operatori più importanti sul mercato petrolifero europeo, rendendo l’Europa più vulnerabile ai cambiamenti della politica energetica e di trivellazione USA, nonché ai cambiamenti della politica OPEC. Le forniture USA potrebbero scendere nel 2023 perché le esportazioni di greggio nel 2021 erano state spinte dall’utilizzo delle riserve strategiche (SPR).

    Un’ulteriore disponibilità di queste riserve è difficile a questo punto. L’unico modo in cui l’Europa potrebbe riuscire ad incrementare le importazioni dagli Stati Uniti è se la proposta di legge presentata dal Senatore Marco Rubio per vietare le esportazioni petrolifere statunitensi verso la Cina verrà votata e trasformata in legge. Al momento, non sembra probabile, ma se il sentimento di avversione contro la Cina continuerà ad aumentare, aumenteranno anche le probabilità di un divieto di esportazione.

    Poiché le esportazioni petrolifere statunitensi verso l’Europa sono aumentate, le esportazioni USA verso il Canada sono scese. Il Canada era la principale destinazione per le esportazioni petrolifere USA dal 2015, quando era stato eliminato il divieto di esportazione. Ora, è sceso al quarto posto.

    Non si tratta necessariamente di uno sviluppo negativo, ma i rapporti geopolitici possono cambiare quando gli equilibri commerciali si modificano. L’Europa è ora più vulnerabile alle preoccupazioni politiche e militari in Medio Oriente, e dipende di più dagli USA per il greggio.

    Per quanto riguarda il gasolio, le importazioni europee di gasolio prodotto in Russia sono scese significativamente dall’introduzione delle sanzioni nel 2023. Nel 2021, il gasolio russo costituiva il 27% delle importazioni di gasolio europee.

    Ora è sceso al 2%. Le importazioni di gasolio dall’Arabia Saudita sono aumentate tremendamente per colmare il vuoto lasciato dalla Russia. Le importazioni di gasolio saudita verso l’Europa nordoccidentale sono salite a 202.000 bpd nel febbraio 2023. Anche le importazioni da Cina e Corea del Sud, che precedentemente non fornivano molto gasolio all’Europa, sono aumentate, così come quelle dall’India.

    È altamente probabile che il greggio usato per produrre questo gasolio sia di origine russa, in quanto Arabia Saudita, EAU, Cina, India, Indonesia e Turchia stanno importando greggio russo per trasformarlo in prodotti raffinati che vendono poi all’Europa e ad altri paesi che non comprano più greggio russo.

    È una cosa accettabile in base alla politica delle sanzioni, e i trader possono aspettarsi che questo settore (raffinazione di petrolio russo per la vendita in Europa e USA) cresca, dal momento che non sembra che le sanzioni russe saranno eliminate nell’immediato futuro.

    ***

    Nota: L’autrice al momento non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.

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Ultimi commenti

Il popolo russo è un popolo europeo bisogna dialogare con la diplomazia molto di piu’ pero noi non la Nato .
beh certo a dirlo mesi fa si veniva additati come complottisti... oggi è una realtà appurata...
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