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L’impennata dell’inflazione preme su banche centrali di USA ed Europa, ma le politiche sono diverse

Pubblicato 18.07.2022, 16:34
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  • Policymaker della Fed verso un aumento da 75 punti base questo mese
  • Bullard, membro votante del FOMC, chiede un tasso del 4,0% entro fine 2022
  • La BCE davanti al dilemma dei tagli del gas russo che pesano sulle prospettive economiche
  • I policymaker della Federal Reserve camminano sul filo del rasoio, tra il creare una difesa credibile dall’inflazione USA e il cercare di non fare cadere l’economia in recessione.

    L’incredibile lettura del 9,1% dell’indice sui prezzi al consumo la scorsa settimana ha fatto temere agli investitori che la Fed possa reagire in modo esagerato alzando il tasso di un intero punto percentuale.

    Il Governatore Christopher Waller, ex capo economista della Fed di St. Louis, ha messo in guardia da una mossa tanto drastica.

    “Non vorrete esagerare con i tassi di interesse. Un aumento da 75 punti base è enorme”, ha detto Waller in occasione di una conferenza economica a Victor, Idaho.

    “Non pensate che, siccome non lo fate da 100, non state facendo il vostro lavoro”.

    Waller si è detto a favore di un aumento da 75 punti base in occasione del vertice del 26-27 luglio del Federal Open Market Committee considerati i dati attuali, compresa la lettura alta sull’indice IPC, a meno che non arrivino ulteriori dati che spingano ad un aumento maggiore. 

    Il rialzo di 75 punti porterebbe il tasso al 2,25-2,50%, che Waller considera vicino al tasso neutrale cui la Fed mira. In seguito, prima del vertice del 20-21 settembre, cercherà di individuare i segnali di un calo dell’inflazione.

    Anche Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha messo in guardia da movimenti troppo rapidi dei tassi. “Muoversi troppo drasticamente può compromettere molte delle cose che stanno funzionando bene”, ha dichiarato in occasione di un forum del Tampa Bay Business Journal. Quest’anno Bostic non è un membro votante del FOMC, ma come tutti i direttori delle banche regionali partecipa alle discussioni del comitato.

    Il Presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che è un membro votante, venerdì ha alzato il suo obiettivo per la fine dell’anno a un range vicino al 4,0%, dal precedente obiettivo di circa il 3,5%. Tuttavia, all’inizio della settimana, si è detto a favore di un aumento di 75 punti base a luglio.

    Il FOMC ha altri tre vertici nel 2022 dopo quella di luglio, quindi ha tutto il tempo per portare i tassi al 4% se limiterà il rialzo di questo mese a tre quarti di punto percentuale.

    In Europa la situazione è ben diversa. L’inflazione è in salita anche lì, ma è condizionata dall’aumento dei prezzi del gas naturale sulla scia della guerra in Ucraina, visto che Russia ha tagliato le sue forniture. I rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale Europea avrebbero poco effetto sui prezzi del gas, mentre la scarsità di energia sta già smorzando le prospettive economiche.

    La BCE terrà il vertice di politica monetaria questa settimana e gli investitori si aspettano un rialzo dei tassi di almeno 25 punti base, ma la divergenza con i tassi statunitensi ha già portato l’euro alla parità con il dollaro statunitense.

    Il governatore della banca centrale della Finlandia, Olli Rehn, ha dichiarato venerdì che la BCE potrebbe ancora normalizzare la politica in modo abbastanza graduale da evitare una recessione. Il suo omologo olandese, Klaas Knot, ha osservato che i rialzi dei tassi in questo vertice e in quello successivo coincideranno comunque con un rallentamento della crescita europea.

    I policymaker della BCE sono stati lenti nell’iniziare ad alzare i tassi e gli investitori sono scettici sul fatto che si impegneranno a fondo, data la situazione energetica e il rallentamento dell’economia. Sebbene sia stato già considerato un rialzo a settembre dai mercati finanziari, c’è poca certezza su cosa seguirà, anche se l’inflazione continua a salire.

    La BCE prevede inoltre di amplificare le proprie misure per evitare che gli spread dei rendimenti dei Titoli di Stato si allarghino troppo, spingendo le obbligazioni più deboli, aumentandone il prezzo e abbassando il rendimento per Paesi come l’Italia e la Grecia.

    Tuttavia, una crisi politica in Italia ha messo in crisi questi piani. Il Movimento populista Cinque Stelle, che fa parte del governo di unità del Primo Ministro Mario Draghi, ha boicottato un voto di fiducia al Senato la scorsa settimana, spingendo Draghi a rassegnare le proprie dimissioni.

    Finora, il Presidente italiano Sergio Mattarella ha rifiutato di accettarle, ma il governo potrebbe crollare questa settimana e comportare delle elezioni anticipate, che paralizzerebbero la politica italiana per mesi e avrebbero un impatto sui mercati obbligazionari.

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