Per anni l'obiettivo delle Banche Centrali è stata la lotta alla Deflazione contro cui, in questo momento, non avrebbero altre soluzioni che mantenere i tassi ai minimi. Quindi garantire l'inflazione a determinati livelli, risulta necessaria (in un certo senso) contro l'eventualità citata poc'anzi, viene percepita come nota positiva anche per non spaventare gli investitori con un rialzo dei tassi reali.
Di recente, i rendimenti dei titoli di stato (a breve termine) sono aumentati per via della "sola" possibilità che i tassi possano essere alzati il prossimo anno (US2Y +0,5% e US10Y dell'1,5% - questo perchè sono state "scaricate" dagli investitori per paura di vedere il loro premio eroso dall’inflazione futura), il Breakeven Inflation Rate (il tasso di pareggio a 5 anni sui titoli protetti dall'inflazione del Tesoro) è salito oltre il 3%, c'è stato una sorta di "Bear Flutting" che si verifica quando le Banche Centrali diventano meno accomodanti ridimensionando le prospettive di crescita di lungo periodo e sta prendendo piede la possibilità che il CPI possa arrivare al 6%. In tutto ciò si è potuta evidenziare la correlazione positiva tra il settore finanziario (XLF) e l'US10Y, parte dei guadagni di questo settore è dovuto dai prestiti che concedono e più i tassi di interesse verranno visti al rialzo più ci guadagneranno.
La Yellen, gli scorsi giorni, ha ribadito che l'inflazione elevata non durerà "oltre il prossimo anno" e che non si ripeterà un aumento dei prezzi come negli anni '70.
Tralasciando per un attimo il "problema" inflazione, quello che più preoccupa gli investitori è il "policy mistake"(errore politico) cioè un rialzo dei tassi "anticipato" da parte delle Banche Centrali che "freni" la crescita. Infatti Alessandro Albano nel suo articolo "Usa, inflazione mai così alta da 30 anni. Nasdaq pesante in avvio" ha fatto notare come i futures CME sui tassi d'interesse della Fed stanno prezzando 3 aumenti nel 2022, il primo a giugno.
I prezzi al consumo sono aumentati in modo repentino rispetto agli ultimi trent'anni.
L'IPC è aumentato del 6,2% ad Ottobre rispetto al 2020 e questo ritmo è simile al 1990, i prezzi in vari settori sono cesciuti dello 0,4% tra il mese di Agosto e quello di Settembre (mentre l'inflazione in zona euro dovrebbe raggiungere il picco dei 3,7%).
A guidare, come un pilota di F1, è stato l'aumento dei costi dell'energia insieme a quello dei prezzi per le auto usate e nuove (che avevano causato in parte l'aumento dell'inflazione) sono in rialzo del 2,5% da Settembre mentre hanno avuto un aumento annuale del 26%. Anche il costo degli Hotel è aumentato del 1,5% arrivando anch'esso ad un rialzo annuo del 26%. Ma non solo, anche i prezzi per l'assistenza medica, per gli oggetti della casa e gli affitti del 3% annuo, i trasporti dello 0,4%.
L'Indice energetico è aumentato del 5% circa da Settembre (del 30% su base annua) e la benzina del 6%. Proprio al riguardo il Presidente Biden, ha dichiarato come "priorità assoluta" difendersi da determinate manipolazioni dei prezzi, con l'approvazione del Congresso del suo disegno di legge da 1,75 trilioni di dollari che creerà anche migliaia di posti di lavoro e ne beneficeranno anche i trasporti che ridurranno i "colli di bottiglia" della catena di approvvigionamento, abbassando le pressioni inflazionistiche. E se invece questo farà aumentare ancora di molto l'inflazione?
A beneficiarne saranno sicuramente le aziende coinvolte nella produzione come Eaton Corp Plc, United Rentals Inc (NYSE:URI) e Deere&Co (sono solo alcune) senza dimenticarci dell'ETF The Global X U.S. Infrastructure Development.
I dati stanno "tradendo", come già detto più volte in altre analisi, la Fed che ha già ridotto il suo programma di acquisto di 120 miliardi di dollari (di 15 miliardi in meno al mese e terminerà tra 8 mesi) e come la Yellen, anche Powell ritiene l'inflazione passeggera, o meglio transitoria. Nel momento in cui sarà necessario un altro intervento potremmo aspettarci prima un ulteriore riduzione degli acquisti e quindi una diminuzione del periodo del QE, e successivamente un aumento dei tassi.
Dov'è finita la liquidità?
Bitcoin e Gold sono "esplosi", come conseguenza della tanto attesa "iperinflazione", cambiando (almeno per il momento) la loro correlazione da negativa a positiva?
(grafici 11 Novembre)
Il Gold da giugno stava creando un "canale" che nello specifico caso possiamo definire "lateralizzazione". Infatti sono svariati mesi che quest'ultimo non "funzionava" quasi più come "bene rifugio", di conseguenza il dollaro (nonostante non ci sia più il legame di prima) stava salendo agendo da "protezione". Se analizziamo il grafico, dalla crisi finanziaria del 2008 ad oggi, verrebbe da pensare da ci troviamo in una situazione analoga al 2013 perchè i prezzi stavano formando un modello con massimi decrescenti.
Ma settimana scorsa i prezzi dell'oro sono ripartiti con un rialzo momentaneo per poi andare al ribasso in vista della riunione della Fed. Questo ci faceva presupporre che poteva già scontare aventuali decisioni della Banca Centrale, spingendo i rendimenti dei titoli di Stato verso l'alto. Dopo, il prezzo è rimasto al di sopra delle due zone di supporto, posizionate a 1.730 dollari e a 1.750 dollari mentre con i dati sull'inflazione di questa settimana ha mostrato finalmente il suolo ruolo da bene rifugio di "breve termine" segnando ieri un +0,94% e dal 4 Novembre un rialzo del 5%, andando a rompere la struttura a 1832 dollari e sfiorando quella di 1870 dollari. Nel caso in cui si consolidasse in area 1850 e poi sul supporto a 1870 dollari si potrebbe assistere ad un altro movimento rialzista fino ai 2 mila dollari. Cosa mostrerà nel lungo termine: forza o debolezza?
(grafico 11 Novembre)
Da notare che in base agli ultimi dati di GoldHub, ad ottobre gli ETF sull'oro hanno avuto deflussi netti di 1,4 miliardi di dollari. A livello mondiale, le partecipazioni sull'oro sono scese rispetto ad inizio anno, a 203 miliardi di dollari. Questo è il segnale che gli investitori in questo momento preferiscono Btc?
Diversamente dal passato, nell'ultimo anno la moneta digitale sta avendo una correlazione "positiva" con i movimenti dei rendimenti obbligazionari? Quando i rendimenti aumentano, aumenta anche il Bitcoin (ovviamente Btc è soggetto ad oscillazioni più ampie), si muovono nella stessa direzione. Ciò implica che la valuta digitale benefici direttamente dell'inflazione.
(grafico 11 Novembre)
Il Bitcoin ha toccato nuovi massimi dopo il dato sui prezzi al consumo degli scorsi giorni, dando credito alle osservazioni secondo cui la criptovaluta si è confermata una sorta "bene rifugio" di nuova generazione, anche per gli scettici, contro i rischi inflazionistici?
Alessandro Albano nel suo articolo "Bitcoin a nuovi record dopo inflazione Usa, ecco il nuovo oro 2.0" sottolinea come il titolo a 10 anni degli Stati Uniti messo a confronto con la moneta virtuale sia passato dall'1,474% prima del dato macro all'1,57% attuale negli stessi minuti del balzo della moneta, durante il quale c'è stato un maggiore "deflusso" dalle equity al Bitcoin. Infatti vari dati mostrano che il prezzo medio di Btc del detentore che sta "Holdando" è di 18 mila dollari mentre Coinbase (NASDAQ:COIN) si aspetta un aumento di utenti nel prossimo trimestre rispetto ai 74 milioni del Q3.
Nell'ultima analisi sul Bitcoin, utilizzando Fibonacci facevo notare come l'ultimo rialzo (lo scorso ATH) corrispondesse al livello 1,618% e di conseguenza il possibile ritracciamento poteva esserci in area 57 mila dollari per poi avere successivamente un nuovo rialzo. Attestato questo, abbiamo visto la criptovaluta creare un nuovo ATH a 68500 dollari per poi ritracciare in area 67000 - 64800 dollari (2 supporti importanti).
Il prossimo target sarà 70 mila dollari ma prima potrebbe asserci una fase di accumulo in area 67 mila dollari (per l'analisi completa "Bitcoin verso prezzi inesplorati, ecco perché $80 mila sono il prossimo target").
(grafico 11 Novembre)
Concludendo
Nonostante l'avessimo già ribadito, anche in tempi non sospetti, l'inflazione non è "transitoria".
Quello dell'iperinflazione è un dato da attenzionare anche nei possimi mesi, ma va sottolineato che non ha nulla a che fare con gli anni '70.
I mercati sono cambiati, quindi sarà importante capire quale sarà la loro reazione nel Q4. Per il momento l'oro è salito ma non ai livelli del 2020, il dollaro sta per concludere la sua miglior settimana contro i principali peer, molte azioni Growth non sono "crollate" e viceversa quelle che beneficiano di queste situazioni non hanno sovraperformato, i ritracciamenti che ci sono stati sono dovuti più al fatto che fossero ipercomprati. Ed infine Btc e le altre criptovalute saranno sempre più protagoniste?