- I mercati potrebbero aver sopravvalutato una svolta della Federal Reserve
- I grafici indicano condizioni ‘oversold’ del cambio USD/JPY intorno a livelli chiave
- Trend a lungo termine positivo per la crescente differenza tra la politica della Fed e della BoJ
Il cambio USD/JPY prosegue il ribasso per il terzo giorno in attesa della pubblicazione del report NFP USA, sotto 134,00 nei primi scambi europei di questo venerdì, al momento della scrittura. Ma potremmo finalmente vedere una ripresa almeno a breve termine da questi livelli oversold?
Il cambio USD/JPY è fortemente oversold sulle finestre temporali giornaliere e a breve termine, dopo i recenti tonfi. L’indice di forza relativa (RSI) si trova sotto la soglia “oversold” di 30, anche se non è un motivo sufficiente per comprare. Ma indica cautela per chi punta a seguire lo slancio ribassista.
Come minimo, i tori devono vedere una candela bullish sul grafico giornaliero, come un hammer. Idealmente, dovremo anche vedere una chiusura giornaliera ben sopra la media di 200 giorni ora infranta di 134,50. Con il minimo di ieri poco sopra di 135,00, questa è la prima linea di difesa per gli orsi. Quindi, una chiusura giornaliera sopra questo livello sarebbe un segnale positivo.
È essenziale però che vediamo prima l’inversione, in quanto il trend in discesa del dollaro sta prendendo slancio ultimamente.
Malgrado il selloff, il cambio USD/JPY resta sopra il ritracciamento di Fibonacci del 38,2% contro il forte rally iniziato nel marzo 2020. Quindi, il trend a lungo termine è ancora bullish, per via della differenza di politica monetaria tra USA e Giappone.
La recente debolezza del cambio USD/JPY è stata causata dal fatto che gli investitori hanno ridotto le aspettative sulla crescita futura della differenza di politica tra le due nazioni. I mercati hanno abbassato le aspettative sui tassi di interesse finali. I rischi di ribasso saranno limitati per il cambio USD/JPY da qui in poi, finché la BoJ non cambierà la sua politica. Ma di recente Tamura della BoJ ha dichiarato che la politica della banca dovrebbe essere rivista, perché l’obiettivo del 2% per l’IPC potrebbe essere troppo alto per il Giappone. Un obiettivo più basso implicherebbe un inasprimento da parte della BoJ, positivo per lo yen.
Interessante notare che, sebbene il dollaro sia sceso dopo le parole di Powell questa settimana, il suo messaggio non è stato tanto diverso da quello reso precedentemente dai suoi colleghi del FOMC.
Comunque, il risultante rally del mercato dei bond ha fatto scendere i rendimenti USA insieme al dollaro. Ma il rendimento decennale sta ora testando un importante livello di supporto intorno al 3,50%, che a giugno era resistenza. Se questo livello ora diventerà supporto, c’è la possibilità che possiamo vedere un’inversione bullish del dollaro, e potenzialmente un’inversione bearish dell’oro e dei mercati azionari.
Infine, vale la pena notare che, come il cambio USD/JPY, anche un paio di altre coppie di valute (come EUR/USD e GBP/USD) e qualcuno dei principali riferimenti azionari, si aggirano intorno alle rispettive medie mobili su 200 giorni. Quindi, potremmo vedere un’inversione, o almeno una mossa a breve termine contro i recenti trend, con i trader che si fermano a fare una valutazione più seria di tutta la situazione.
Nota: L’autore al momento non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.