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- Ricordo che scrivo questa analisi ogni giorno iniziandola prima che il mercato apra e commentandola mano a mano che la sessione di mercato si svolge. Ci sono giornate che iniziano in un modo e finiscono in un'altro e la mia analisi vi vuole far vivere tutto questo come spettatori della prima fila nei posti migliori a teatro.
- Il mercato americano ha chiuso venerdì sulla debolezza. Una serie di cattive notizie provenienti dall'economia un po’ da tutto il mondo hanno deluso i mercati e ridotto notevolmente il sentimento di risk on: • vendite al dettaglio che a parere mio, hanno iniziato un periodo di debolezza; • settore manifatturiero in difficoltà; • settore immobiliare in piena fase di ripiegamento; • licenziamenti in aumento.
- Ci si è messa anche la Fed di Filadelfia che ha affermato che i dati dei “non farm payroll” NFP, proiettano una falsa immagine di forza. Il calcolo dei reali occupati ricavato da indagini sulle imprese e quelle sulle famiglie continua a mostrare dati diversi, e i disoccupati reali sarebbero un numero più alto di quanto certificato. Per quanto riguarda la rigidità del mercato del lavoro e le categorie che registrano aumenti, personalmente ritengo che la Fed si stia basando su un'immagine ingannevole di forza del mercato del lavoro, quando la realtà sta progressivamente mostrando il contrario.
- Se Powell mi ascoltasse vorrei indirizzargli questo messaggio: credo che la Fed farebbe meglio ad aspettare e vedere l'evolversi dell'economia, perché alcuni aspetti stanno iniziando a deragliare. La frenesia dimostrata dai politici economici è eccessiva suggerirei loro di dare il tempo di vedere gli effetti di quanto è stato fatto (aumento vertiginoso dei tassi) in un arco di tempo di 12 mesi piuttosto che di soli 6. Invece, è probabile che attuino rialzi di 25 pb in gennaio e a marzo, portando il tasso sui Fed funds al 5,00%. La Fed pensa di arrivare in un’area restrittiva del 5,50% nella seconda parte del 2023, a condizione che le aspettative di inflazione (interne agli Stati Uniti) collaborino.
- L'obiettivo è evitare l'errore degli anni '70 di lasciare che le aspettative di inflazione si disancorino dall’economia reale. Quello detto per la Fed vale per le principali banche centrali, BCE (Europa), BoE (Regno Unito) e BNS (Svizzera), che non si limitano ad aumentare i tassi, ma continuano a ridurre i bilanci. Il tutto mentre il Tesoro USA deve aumentare l'emissione di debito nel primo trimestre del 2023, contribuendo a raccogliere (e quindi togliere) liquidità dal sistema.
- Debito che troverà meno compratori rispetto al passato: • Le banche americane ritireranno parzialmente le riserve detenute presso la Fed per impiegarle nell'economia reale: Chi comprerà il nuovo debito se anche gli investitori istituzionali stranieri affidabili rinunciano a farlo? L'inasprimento, a cui si aggiunge la riduzione del bilancio di 90 miliardi di dollari al mese, costringerà a fare i conti con la crisi nella prima metà del 2023.
- A mercati aperti:
- Oggi non c'è un andamento generalizzato a favore del rischio, né per quanto riguarda US Dollar né per quanto riguarda l'argento, figurarsi sul mercato azionario. L'S&P sta cercando di raggiungere un minimo relativo da cui ripartire.
- Questa analisi che leggi su investing adesso è pubblicata il pomeriggio del giorno prima con inclusi i livelli operativi su: Mercato azionario americano; Oro e argento; Petrolio; Rame; Bitcoin per i miei abbonati.
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