Non avendo trovato in settimana degli spunti motivanti nei dati macro, le resistenze individuate hanno ben tenuto e sono scattate delle prese di profitto. Si scende ma senza tracolli, probabilmente confidando che a breve esca fuori qualche altro coniglio dal cappello della Yellen o di Draghi (riunioni BCE e FED a dicembre)
Non brillano esportazioni e produzione industriale cinese, ma neanche i dati preliminari del prodotto interno lordo in Europa, al meglio in linea con le attese. Qualche preoccupazione specifica in più per l’Europa, alle prese con le aspirazioni secessionistiche catalane, la crisi di governo portoghese, qualche nuovo screzio tra troika e Grecia, ed infine i recenti drammatici fatti parigini.
Con questa settimana sostanzialmente negativa siamo tornati non lontani dai primi supporti per gli indici Usa ed Europei. Siamo ora in una area di prezzo molto dubbia, probabilmente il suggerimento migliore è di tornare in acquisto ora solo sulla rottura delle resistenze, o attendere una qualche reazione dal test pieno dei supporti.
USA: deciso calo per i due indici appesantite anche dalla trimestrale di Cisco (oltre le attese ma con previsioni deludenti) e dal dato sotto le attese per le vendite al dettaglio (+0,1% vs +0,3% atteso). Ora prezzi dello S&P 500 vicini ad un primo livello di supporto poco sotto i 2000 punti, ma non è da escludere che si possa scendere nelle prossime 3-4 settimane fino al supporto principale di 1850, scontando di fatto in anticipo il previsto aumento dei tassi. Prende forza la resistenza di 2117
Europa: Pil 3° trimestre europeo al +0,3%, poco sotto le attese dello 0,4%. Indici principali tutti deboli, intorno al -3% di decremento in settimana. Non un bel segnale in generale, soprattutto in un contesto macro potenzialmente favorevole, con l’Euro rimasto debole ed il Petrolio di nuovo sui minimi. Dax che ritraccia con estrema precisione dalle resistenze di area 11.000, non cambiano i livelli di riferimento che vedono 11.000/11.200 resistenze principali, e 10.500 l’area di supporto nel breve.
Italia: cresce il PIL italiano nel terzo trimestre, ma sotto le attese (+0,2% vs +0,3%). Deludente anche il dato della produzione industriale, a +0,2% (vs attese di +0,5%). Insomma si continua a far fatica ad uscire dalle sabbie mobili, nonostante buoni intenti e proclami. Indice che chiude di nuovo sotto i 22.000 punti e sotto le due medie mobili, confermando la valenza della resistenza di area 23.000. In caso di ulteriore discesa si può a mio avviso tentare qualche acquisto in area 21.200, ma con stop molto stretto. Al momento, innegabilmente, un quadro in peggioramento.
Asia: settimana complessivamente debole, con il solo Giappone in solitario rialzo (+1,7%). Nikkei ora al test pieno dell’area delle resistenze, e ricoperto il gap ribassista lasciato aperto a luglio. Ora area 18500 primo livello chiave a sostegno di ulteriori rialzi.
Latin America: alla fine l’indice brasiliano è tra quelli che hanno tenuto meglio (-0,9%), reagendo dall’area dei supporti di 45.000. Ma è chiaro che se il contesto generale dovesse peggiorare, poco probabile vedere una solitaria fuga in avanti.
Metalli: le conferme che man mano arrivano sul rallentamento dell’economia cinese non favoriscono certo il comparto, che chiude con un'altra settimana pesante e con nuovi minimi pluriennali per tutti i metalli industriali. Rame a nuovi minimi a 5 anni e sulla base inferiore del canale discendente, ma per ora senza alcun segnale di reazione.
Tra i metalli preziosi da segnalare Oro e Argento in pressione sui minimi pluriennali, senza per il momento averli rotti al ribasso. Oro che chiude con precisione sui precedenti minimi di 1080. Possibile qualche rimbalzo nel breve, ma situazione che rimane depressa.
Agricoli: gli ultimi dati Wasde mostrano dati sulle scorte oltre le attese per Mais, Frumento e Soia, che terminano tutte in forte negativo. Tengono meglio i coloniali, con un buon rialzo per lo Zucchero che reagisce dai supporti evidenziati e tenta di nuovo di raggiungere l’ormai vicino livello di resistenza, in area 16
Petrolio: scorte sui massimi a 10 anni e prezzi che tornano vicino ai recenti minimi, con un deciso affondo (-8,2% settimanale). Rotto in accelerazione il supporto di area 43 usd, si chiude a 40,7 usd, e siamo ad un passo dal rivedere un test dei minimi di agosto, in area 36. Solo oltre l’ormai lontana area 48 si avrebbe un alleggerimento della pressione ribassista ancora dominante.
EUR/USD: si prende una pausa la discesa dell’Euro, ma senza interrompere la pressione ribassista. Chiusura sui livelli della scorsa settimana (1.0760), ma dopo una estensione sotto 1,07. Da qui anche possibili rimbalzi da ipervenduto di breve, che non dovrebbero estendere oltre 1,10/1,11, ora prima rilevante resistenza. Al ribasso, obiettivo di medio periodo in area 1,05/1,035
Riccardo Zarfati
onehourtrading