Come molti sanno, il tempo è un elemento fondamentale nella gestione e nella performance dei nostri investimenti.
Questo soprattutto se pensiamo ai mercati finanziari, nelle due asset class principali, ovvero azioni e bond.
Ora, lo scopo principale di un investitore dovrebbe essere quello di proteggersi dall’inflazione, per poi ambire a soddisfare altri obiettivi di vita come l’acquisto di una casa, una pensione adeguata, l’istruzione per i figli e così via…
Sappiamo dagli ultimi dati a disposizione, che l’inflazione a livello globale è tornata a salire negli ultimi mesi, negli Stati Uniti l’indice dei prezzi al consumo è arrivato ad una variazione annuale dell’8.3%, come si vede dal grafico sotto parliamo di livelli toccati negli anni 70/80.
Perciò quando sale l’inflazione, la ricerca di rendimento diventa essenziale. L’errore che però molti investitori fanno è prendersi del rischio aggiuntivo che spesso va oltre i propri parametri, pur di spuntare qualche punto percentuale in più.
Diventa allora molto importante comprendere il funzionamento dei mercati, e conoscere i numeri per sapere cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni.
Vediamo allora cosa è successo in 100 anni di storia dei mercati. Qui sotto troviamo i rendimenti per asset class di azionario (S&P 500, NASDAQ Composite, Globale escluso USA, emergenti), Stati Uniti 10 anni per la parte titoli di stato, obbligazionario globale, materie prime, immobiliare, hedge funds e liquidità/cash.
Tabella molto utile, da cui ricaviamo informazioni molto importanti, questo se andiamo a considerare un tasso di inflazione “storico” intorno al 2-2.5%.
In particolare notiamo che:
- Il mercato azionario è l’asset class migliore in assoluto su orizzonti medio-lunghi
- Il mercato azionario americano è la macro zona migliore rispetto a globale ed emergenti
- Il Nasdaq se la gioca con S&P 500, sarà molto interessante questa decade per saperne di più, poiché la "magia" dei growth sembra temporaneamente essersi esaurita
- Bond e commodity hanno avuto periodi bui per più di una decade
- Il mercato azionario su orizzonti almeno decennali raramente non performa
- Gli hedge funds nel tempo non battono il mercato
La domanda da 1 milione di Dollari tuttavia (a cui nessuno potrà mai rispondere esattamente) è “cosa possiamo aspettarci nella prossima decade?” (intesa come 2020-2030).
Partiamo da una considerazione che vale sempre nel medio-lungo termine: valutazioni elevate oggi = rendimenti attesi futuri bassi domani (e viceversa).
Ora, se guardiamo lato valutazioni al CAPE Shiller (immagine sotto) che tiene conto anche del tema inflazione, notiamo come le valutazioni siano storicamente elevate.
Per capirci, siamo a livelli superiori al 1929. Tuttavia il calo recente del 2022, ha leggermente attenuato queste valutazioni gonfiate, anche se non di molto.
Guardando perciò la decade 1930s della tabella sopra, notiamo che il rendimento annuo composto (dividendi inclusi) sia stato per l’indice S&P 500 del 1.4% annuo. In quella stessa decade tuttavia, l’azionario globale ha performato del 3.9%, mentre la parte bond mediamente del 3%.
Bisogna anche dire che i mercati in quel periodo non erano così dinamici, e che le Banche Centrali oggi sono molto più reattive e molto più “market oriented”. Di conseguenza questo nuovo scenario dovrebbe giocare a favore dei rendimenti attesi.
Tuttavia è innegabile che la decade in cui ci troviamo non sia molto favorevole (pensate invece a quella precedente, dove a seguito del peggior decennio della storia per le azioni, il 2000-2010, c’è stato un decennio di baldoria assoluta).
Ecco quindi che ipotizzare una decade di rendimenti complessivi per l’azionario americano tra il 3-5% non sia così improbabile, non mi aspetto certo rendimenti a doppia cifra complessivamente da qui al 2030.
La diversificazione però ancora una volta può essere molto importante, sia per asset class che per zone geografiche.
Il tempo ci dirà come andranno davvero le cose, tuttavia come spesso si dice in questi casi: “non puoi prevedere, ma ti puoi preparare”.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"