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Meta, Netflix, Paypal: tre nobili decadute in un certificato dal 20,40% annuo

Pubblicato 20.09.2022, 11:39
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Di quanto il 2022 sia un anno negativo per i mercati azionari globali si è già parlato molto. La riunione del FOMC che si terrà tra oggi e domani, e che molto probabilmente si pronuncerà per l’ennesimo rialzo da 75bp, potrebbe mettere fine a questa settimana di storno, iniziata con la pubblicazione del dato sull’inflazione americana martedì scorso.

Da inizio anno i diversi indici segnano ribassi compresi tra il -26,67% del Nasdaq e il -14,40% dello Shangai Composite, con qualche eccezione più in alto come il FTSE100 che segna un modesto -2,00% o il Nikkei225 a -4,25%. Nel mezzo tutto il resto dei principali mercati, con Eurostoxx ed S&P500 appaiati al -18% (come anche il FTSE MIB) e appena sotto il DAX a -19,17%.

Ci sono però molti titoli, anche a grande capitalizzazione, che da inizio anno hanno sottoperformato di molto i rispettivi indici di riferimento. Tre tra quelli che hanno fatto più scalpore, sia per l’entità della discesa che per la loro importante capitalizzazione, sono Netflix (NASDAQ:NFLX), Meta e PayPal (NASDAQ:PYPL). Nel grafico vediamo appunto il confronto tra l’andamento dell’S&P500 e dei tre titoli citati da novembre ad oggi. Risulta evidente come a fronte di una discesa del 14,77% dell’indice Netflix perda il 64,77%, PayPal il 62,29% e Meta il 55,68%.

Confronto tra S&P500, Netflix, Paypal, Meta - Fonte Investing.com

Il gigante dello streaming, dopo aver toccato i 700$ a metà novembre, ha iniziato una discesa che ne ha portato le quotazioni in area 500$, prima di aprire un gap al ribasso di oltre 100$. Dopo un primo rimbalzo è ripartita la discesa, arrivando ai 330$ prima di un’ulteriore gap down alla pubblicazione della trimestrale di aprile, a 245$, vicino ai livelli attuali. Nel mezzo, una discesa che l’ha visto testare più volte l’area dei 160$. Per ritrovare i prezzi di oggi dobbiamo tornare al lontano 2018. Il titolo sembra però aver definitivamente invertito la rotta, dimostrando anche una certa resilienza negli ultimi giorni di discesa, grazie alle nuove politiche di sviluppo, come ad esempio l’introduzione di nuovi piani a basso costo che prevedono l’inserimento della pubblicità. In questo modo Netflix punta ad eliminare il fenomeno della multi utenza, ottenendo sia una crescita degli abbonamenti che nuovi introiti pubblicitari.

Andamento Netflix - Fonte Investing.com

Per quanto concerne PayPal invece, il massimo risale allo scorso luglio a 309$ e da li, si nota come si fosse già rotta la correlazione con il mercato che ha continuato a salire fino alla fine dell’anno. Una discesa netta, alternata a qualche sporadico rimbalzo che ha portato le quotazioni fino a 67$, prima di risalire fino al corridoio tra 90 e 100$ che ingabbia le quotazioni da inizio agosto. PayPal rimane leader indiscusso nel settore dei pagamenti digitali e ha visto di recente diverse banche d’affari alzare il suo target price grazie all’entrata di Elliot Management che si prevede possa puntare ad una rimodulazione dei costi ed una maggiore attenzione alla redditività.

Andamento PayPal - Fonte Investing.com

Infine Meta. Ha toccato un massimo a 384$ ad inizio settembre, ma il vero punto di svolta è stato alla pubblicazione della trimestrale di febbraio 2022 relativa al quarto trimestre, dove i forti investimenti sullo sviluppo del metaverso hanno penalizzato in modo importante i bilanci, con un gap down da 322 a 244$, pari a circa il 25%: un quarto della capitalizzazione bruciata in una seduta. Discesa inesorabile che però non vede ancora un forte segnale di inversione come i due titoli precedenti, infatti sta battendo nuovi minimi relativi in area 145$. Ma gli enormi investimenti orientati al metaverso inizieranno presto a tradursi in ricavi e, di conseguenza, in attivo, dando a Meta un forte vantaggio sui competitor.

Andamento Meta - Fonte Investing.com

Un ottimo modo di investire in queste tre grandi aziende, senza la certezza che questi siano i minimi delle rispettive quotazioni, è tramite un certificato. Nel dettaglio, una nuova emissione di Vontobel di settimana scorsa ha come sottostante un basket composto da queste tre big cap. Acquistando un certificato, anzichè il titolo, mi assicuro una performance positiva anche in caso di ribasso dei sottostanti. La barriera di protezione è posta al -40% dai prezzi attuali, e come risulta evidente dalle rette rosse nei grafici è ben al di sotto dei minimi di periodo di Netflix e PayPal e sui prezzi del 2016 per Meta, garantendo quindi un adeguato margine di sicurezza.

La volatilità della scorsa settimana ha permesso di costruire un certificato con un ottimo flusso cedolare, pari al 20,40% erogato in cedole mensili del 1,7%. Tali cedole verranno erogate a condizione appunto che nessuno dei tre titoli perda più del 40% dai livelli di strike, circa i prezzi attuali. Anche qualora questo accadesse però vi è l’effetto memoria e le cedole non pagate vengono messe da parte e pagate in seguito, in caso di recupero di tale valore. Alla scadenza poi, il capitale è condizionamenti protetto, ovvero avremmo la restituzione del nominale di 100€ più il pagamento dell’ultima cedola, a condizione che tutti i sottostanti siano sopra al livello barriera.

E’ prevista l’opzione autocall, ovvero il richiamo anticipato al nominale, a partire dal mese di dicembre, a condizione che tutti i sottostanti siano sopra al prezzo di strike. Tale valore decresce del 5% ogni tre mesi, di conseguenza dal mese di marzo si attiverà qualora tutti i titoli siano sopra al 95% del prezzo di strike (abbiano perso meno del 5%), nel mese di giugno sopra il 90% e così via, fino al 75% dell’ultimo trimestre.

Riepilogando le caratteristiche del prodotto quindi:
- basket di sottostanti composto da tre nobili decadute, titoli a grande capitalizzazione fortemente penalizzati nell’ultimo anno ma che sono leader di mercato e generano flussi di cassa positivi nei relativi settori;
- barriere molto profonde, poste al 60% dei prezzi attuali, su livelli molto profondi rispetto alle quotazioni del 2021;
- flusso cedolare corposo e pagato su base mensile pari al 20,40% annuo;
- autocall decrescente con la possibilità di richiamo anticipato al nominale.

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